Agosto 2003------------------------------------------------------
New York, si diffonde la leggenda della carpa
parlante
NEW YORK - Una carpa di 20 libbre che parla. Basterebbe
già questo per dare alla notizia i connotati
del soprannaturale. Ma aggiungeteci che il pesce non
parlava una lingua qualsiasi, bensì l'antico
ebraico. E la conclusione non può esser che
una. Esattamente quella della oscura setta ebraica
che avrebbe assistito al miracolo: Dio ha scelto di
rivelarsi nelle fattezze di una carpa.
L'episodio risale al 28 gennaio scorso. Secondo il
racconto di due "pescivendoli" del mercato
ittico di New Square, a New York, erano le 4 del pomeriggio.
La carpa stava per essere macellata, per poi esser
cucinata nella cena del Sabbath, quando ha iniziato
a urlare apocalittici avvertimenti in ebraico.
Alcuni credono che il pesce fosse "posseduto"
dall'anima di un venerato anziano della comunità.
Mentre uno dei due presunti testimoni oculari dell'episodio,
un certo Luis Nivelo, choccato dal pesce parlante
prima sarebbe caduto, e poi fuggendo avrebbe urlato
"è il diavolo, qui c'è il diavolo".
Ma Luis non capisce l'ebraico. E quindi non ha compreso,
come invece ha fatto l'altro testimone oculare, che
le parole del pesce suonavano come un annuncio divino,
dai toni apocalittici. Più o meno: "Ognuno
pensi a salvarsi, perché la fine è vicina".
"Due uomini non fanno lo stesso sogno",
sostengono i più propendi a dar credito all'episodio.
Mentre i più scettici fanno notare che la carpa
parlante è una trovata presente in un episodio
della amatissima fiction "Sopranos".
Fatto sta che ora i 7mila fedeli della setta di Hasidim
credono che Dio si sia manifestato in forma di pesce.
E attraverso il passaparola la notizia ha ttraversato
l'oceano. Da Brooklyn a Miami, fino a Londra e in
Israele, tutti vogliono sapere del pesce parlante.
IL SOLE STA CAMBIANDO
MILANO - Il sole sta cambiando con gravi
ripercussioni sul clima terrestre. A lanciare l'allarme
è lo scienziato americano Richard Willson,
del Goddard Instituite for Space Studies. Analizzando
i dati raccolti con i satelliti negli ultimi anni,
lo studioso ha osserrvato un aumento sensibile nella
quantità di radiazione inviata dal Sole sulla
terra. Il risultato della ricerca, pubblicato sul
bollettino Geophysical Research Letters e riportato
dal Corriere della Sera, spiegherebbe l'aumento della
temperatura terrestre, già condizionata dall'effetto
serra.
L'astro solare non brilla sempre allo stesso modo.
Ogni unidici anni ha un momento di massima attività,
dovuto a un maggior numero di eruzioni, seguito da
un momento di "quiete". Secondo lo studio
americano, avviato nell'ambito del piano di ricerca
della Nasa Earth Science Enterprise con l'obiettivo
di proteggere il pianeta, nei prossimi decenni ci
potrebbe essere un significativo cambiamento climatico.
Secondo alcune proiezioni la temperatura potrebbe
crescere di due gradi entro il 2010 provocando l'innalzamento
del livello del mare di 88 centimetri.
Più rassicuranti le considerazione di Claudio
Chiuderi, specialista del Sole e direttore del Dipartimento
di astronomia e scienza spaziale dell'Universitò
di Firenze. Secondo lo studioso le variazioni che
si possono verificare nel Sole possono tornare al
punto di partenza. L'aumento delle radiazioni quindi
potrebbe essere solo un fenomeno temporaneo. "In
fondo - spiega - sono solo alcuni decenni che riusciamo
a decifrare i misteri del Sole. E molti ne rimangono".
Le misteriose impronte sulla lava
Da anni gli abitanti della zona sostenevano che fossero
le orme del diavolo, l'unico essere in grado di camminare
sul fuoco. Le impronte del vulcano di Roccafina, vicino
a Caserta, infatti sono impresse su un fiume di lava,
e dunque, quando ancora il materiale magmatico era
caldo e non del tutto seccato.
Nel 2002 alcuni studiosi della zona hanno pensato
di riprendere in mano il caso delle "impronte
diaboliche" e, dopo una serie di accurate ricerche,
sono giunti a
una sorprendente conclusione: le orme del vulcano
campano potrebbero essere le più antiche mai
ritrovate appartenenti all'Homo Herectus europeo,
con un'età di
almeno 325.000 anni. Finora infatti, erano le impronte
rinvenute a Terra Amata, in Francia, a mantenere il
primato con un'età pari a 300.000 anni.
Tramite le orme è stato possibile risalire
alla struttura fisica del loro "proprietario":
si tratta di un uomo di bassa statura - circa 1,50
cm -, con andatura bipede e necessità di sostenersi
con le mani solo nei tratti più ripidi, come
rivela l'impronta del palmo di una mano rinvenuta
in un tratto particolarmente scosceso. Il dettaglio
dell'intera ricerca è pubblicato su Nature.
FUOCHI D'ARTIFICIO NELLO SPAZIO
Gli scienziati della NASA hanno potuto assistere ad
uno spettacolo singolare di fuochi d'artificio in
diretta dalla Via Lattea. Stiamo parlano dell'esplosione
della stella V838 Monocerotis - situata nella costellazione
dell'Unicorno, ad oltre 20 mila anni luce di distanza
dalla Terra, che, nel gennaio 2002 ha cominciato il
proprio cammino verso la scomparsa definitiva. Da
piccolo e anonimo astro disperso nell'universo si
è improvvisamente trasformata in una stella
600 mila volte più luminosa del nostro Sole.
L'eccezionale evento è stato ripreso grazie
alla moderna tecnologia del satellite Hubble, che,
dicono gli astronomi, ha fornito immagini preziosissime
per capire meglio il fenomeno di implosione ed esplosione
delle stelle morenti.
Il processo non è ancora terminato: si prevede
infatti che il "light eco" creato da V838
Monocerotis raggiungerà l'apice intorno al
2010, anno in cui la luce dell'esplosione che continua
ad illuminare la nube intorno ai resti della stella,
si spegnerà completamente.
Machu Picchu in pericolo
Dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'umanità,
ora il sito archeologico Inca più famoso del
Sud America, rischia di sprofondare e scomparire per
sempre. La causa principale, dicono i geologi che
si stanno occupano di studiare il terreno sottostante,
pare sia l'avvento dei turisti, che ogni anno, da
tutto il mondo, si riversano in massa in questo luogo,
sicuramente non privo di carica attrattiva. Il famoso
insediamento peruviano divenne noto agli occidentali
dall'inizio del ventesimo secolo, quando un professore
della Yale University per una pura casualità,
ebbe la fortuna di visitare Machu Picchu e ne rimase
incantato.
Da allora la notorietà del luogo è cresciuta
e già nel 1995 è stato registrato il
primo crollo nel terreno. Ad oggi la situazione è
divenuta realmente preoccupante: i turisti che visitano
Machu Picchu sono ogni anno più di 400 mila
e, come se non bastasse, il governo peruviano per
agevolare l'ingresso al sito, ha in progetto una
funicolare che eviti loro di doversi arrampicare lungo
l'articolato sentiero sulla montagna. L'Unesco si
sta battendo per evitare che tale idea vada in porto:
sarebbe un modo per fornire una scorciatoia ai visitatori
ma anche ai rischi di crollo, che a questo punto diventerebbero
inevitabili.
CATTURATO CALAMARO GIGANTE
SYDNEY - Non è la prima volta che
si ha notizia della cattura di calamari grossi come
squali. Ma quello pescato nel mare di Ross al largo
dell'Antartide, pare superare ogni immaginazione,
proprio come nelle novelle di Jules Verne. Alcuni
pescatori neozelandesi hanno catturato un calamaro
gigante di 150 chili, con occhi grandi come piatti
da tavola, un corpo lungo due metri e mezzo e 'unghie'
taglienti come rasoi sulla punta di tentacoli fino
a sei metri. L'esemplare, una femmina di Mesonychoteuthis
hamiltoni - è stato preso durante una normale
battuta in alto mare, ma i pescatori si sono accorti
subito che a pelo d'acqua c'era 'qualcosa di grosso'
stava attaccando i pesci.
Solo un altro esemplare della specie e' stato finora
catturato, anche se dei 'becchi' o tentacoli di altri
sono stati trovati nello stomaco di capodogli, che
si cibano di essi. A sua volta, il megacalamaro e'
un cacciatore formidabile di grandi creature marine
come il pesce dentato della Patagonia, che cresce
fino a due metri di lunghezza.
''Finora sappiamo solo che si muove nell'acqua a 2.000
metri di profondità, che è un killer
estremamente attivo e aggressivo'', ha detto O'Shea
alla radio Nzbc dopo aver esaminato l'animale nel
museo di Wellington. E ha spiegato che questa specie
è assai più grande e differisce dal
calamaro gigante catturato più comunemente,
poiché ''ha enormi unghie rotanti che armano
i tentacoli. Possono muovere i tentacoli in ogni direzione
e sbranare la preda in un istante''.
Questa creatura costituisce fino a tre quarti della
dieta dei capodogli, il che suggerisce che ce ne sia
un gran numero nelle acque antartiche e subantartiche.
''E' indicativo - ha osservato O'Shea - che sia stato
catturato vicino alla superficie del mare gelato,
probabilmente in cerca di pesci. Sappiamo ora che
dalle profondità del mare può salire
in superficie e attaccare la preda''.
A 4 mila metri una Stonehenge tagika
DUSANBE - Nella regione del Pamir, nell'area orientale
del Tagikistan, un gruppo di archeologi ha incontrato
a 3850 metri d'altezza un sorprendente complesso monumentale,
risalente al 1000 a.C. Potrebbe trattarsi di un santuario
solare o di un osservatorio astronomico, eretto in
un luogo dalla bellezza naturale stupefacente, la
valle del fiume Shorol, dove, fra chilometri di catene
montuose, svettano alcune delle cime più alte
della Terra.
Si tratta di giganteschi blocchi di pietra che si
uniscono a rappresentare rettangoli, frecce e figure
falliche dal significato ancora misterioso, ma che
rivoluzionano tutte le nostre conoscenze sull'Asia
centrale preistorica, introducendo nuovi interrogativi
sulle nozioni di astronomia in possesso dei popoli
che la abitavano.
Durante alcuni scavi precedenti erano già
state rinvenute alcune sepolture, che testimoniano
la presenza, in quest'area di montagne impervie, di
alcune tribù nomadi d'origine iraniana, vissute
qui fra l'VIII e il IX secolo a.C. E questa decina,
o poco più, di imponenti massi rappresentano
figure probabilmente sacre a quei popoli.
Secondo gli esperti dell'Istituto di Storia e Archeologia
dell'Accademia Nazionale di Scienze del Tagikistan,
a cui spetta il merito della scoperta, la stupefacente
costruzione potrebbe essere opera di una speciale
casta di sacerdoti, salita a quell'altitudine per
creare un proprio spazio magico, con lo scopo d'osservare
e venerare la principale divinità, il Sole.
Alcuni astronomi, però, azzardano un'altra
interpretazione: secondo i loro calcoli uno degli
assi di pietra tracciati può determinare il
sorgere del sole durante i solstizi d'estate e d'inverno,
mentre un altro asse varrebbe per gli equinozi di
primavera ed autunno.
La vera storia del misterioso allineamento di massi
è comunque ancora tutta da chiarire, proprio
come quella del suo più celebre "parente"inglese,
Stonehenge, di mille anni più vecchio e molto
più vasto, con i suoi trenta monoliti, a cui
s'aggiungono alcuni triliti. Molte sono le similitudini
fra la recente scoperta in Tagikistan e il complesso
megalitico più grande del mondo: anche Stonehenge
(letteralmente "recinto circolare di pietre")
sorge al centro di una regione ricca di sepolture,
presenta un'architettura analoga, con immense pietre
disposte secondo strane figure geometriche, e per
anni è stato ritenuto un santuario per il culto
solare, mentre oggi guadagna maggiori consensi l'ipotesi
che si tratti di un osservatorio astronomico.
Ma il fenomeno in Europa è piuttosto diffuso,
tanto che gli studiosi distinguono diversi tipi di
megaliti, cioè di monumenti preistorici formati
da grossi blocchi di pietre: ci sono i "cromlech",
a cui appartiene Stonehenge, che si distinguono per
la disposizione circolare dei monoliti infissi nel
terreno e i "dolmen", presenti in molte
aree europee. Questi, eretti dal Neolitico fino all'età
del Bronzo, erano forse delle tombe collettive, la
cui peculiarità è un lastrone di pietra
orizzontale che poggia sugli immensi blocchi conficcati
a terra.
Una terza categoria comprende i menhìr (dal
bretone, "pietra lunga"), che si caratterizzano
per altezza e larghezza: il più famoso è
forse quello di Locmariaquer, in Bretagna, regione
francese in cui questi monumenti abbondano, ma molti
sono gli esempi anche in Gran Bretagna, in Puglia
(pietrefitte) e Sardegna (betili).
Non è ancora chiaro se queste pietre servissero
a indicare dei luoghi di culto religioso o se fossero
sacre esse stesse: in Sardegna, ad esempio, alcuni
menhir portano traccia di seni femminili, per cui
potrebbero aver rappresentato delle divinità.
Per dare una risposta ai molti quesiti posti da questi
strani monumenti nasce l'archeo-astronomia, la scienza
che si dedica allo studio dei monumenti lasciati dai
popoli preistorici, in relazione a ogni loro possibile
o verosimile connessione con rituali, cerimonie e
attività che coinvolgano l'osservazione del
cielo e degli astri.
I suoi presupposti scientifici vengono fatti risalire
alla fine dell'Ottocento, quando l'astronomo inglese
J. N. Lockyer fu incuriosito, durante un suo viaggio
in Grecia, dall'orientamento di alcune costruzioni
della classicità e formulò l'ipotesi
che seguissero precise cognizioni astronomiche, messe
in evidenza dai costruttori.
La scoperta del grandioso complesso in Tagikistan
da così un nuovo impulso alle ricerche e fornisce
un nuovo tassello per ricostruire un mosaico mai completato.
Tutte le costruzioni preistoriche, infatti, sono
ancora oggi al centro dell'interesse dell'archeo-astronomia,
che tenta di darne una spiegazione univoca, confrontando
i megaliti anche con gli studi condotti su altre civiltà
scomparse, come quella nuragica, maya e azteca e sull'arte
da loro prodotta.
Scoperta in Cina una scrittura di 8.600 anni
fa
Il ritrovamento di una serie di segni in
tombe dell'età neolitica farebbero retrodatare
di oltre tre millenni le prime forme di scrittura
rispetto a quelle della Mesopotamia. Segni incisi
nel carapace di tartarughe risalenti ad 8.600 anni
fa potrebbero essere la scrittura più vecchia
del mondo, secondo gli archeologi che li hanno ritrovati,
nella Cina occidentale. Questi simboli precederebbero
di quasi 3.000 anni i più antichi esempi di
scrittura finora conosciuti, provenienti dalla Mesopotamia.
In 24 tombe di età neolitica scoperte a Jiahu,
nella provincia di Henan, gli archeologi hanno rinvenuto
diversi gusci di tartaruga sepolti insieme a dei resti
umani. Gli esami al radiocarbonio hanno datato il
sito fra il 6600 e il 6200 avanti Cristo. Nei gusci
sono intagliati dei segni che sembrano avere affinità
con i caratteri della scrittura usata migliaia di
anni più tardi durante la dinastia Shang (1700-1100
dopo Cristo). Gli studiosi della università
della Scienza e tecnologia di Pechino, guidati dal
professor Garman Harbotte del Brookhaven national
laboratory di New York, hanno identificato 11 simboli
diversi, fra i quali il carattere corrispondente al
concetto d'occhio.
Il professor David Keightley dell'università
di Berkeley ha peraltro gettato acqua sul fuoco, invitando
alla cautela soprattutto per quanto riguarda l'asserito
legame con la molto più recente scrittura Shang.
''C'è un salto di 5.000 anni - ha osservato
- e una connessione sembra incredibile. Non possiamo
chiamare scrittura questi segni finché non
avremo altre prove'', ha concluso Keightley.
Accanto ai carapaci intagliati sono stati rinvenuti
dei sassolini, il che ha fatto pensare che due gusci
potessero contenerli, formando una sorta di 'maracas',
il cui suono poteva accompagnare dei riti sciamanici.
In altre sepolture tornate alla luce nella stessa
zona sono stati trovati, nel 1999, alcuni flauti ricavati
da ossa umane che si ritiene siano i più antichi
strumenti musicali del mondo. I più antichi
testi scritti a tutt'oggi conosciuti risalgono alla
fine del IV millennio a.C. (3200-3100
a.C.). Si tratta di sequenze di segni pittografici,
che rappresentano gli antecedenti diretti della scrittura
cuneiforme, incise su tavolette di argilla rinvenute
nel monumentale quartiere templare dell'Eanna (livello
IVa) della città di Uruk, nell'Iraq meridionale.
Il contenuto di questi testi è di carattere
prevalentemente amministrativo: liste di beni in entrata
e in uscita, di razioni distribuite ai dipendenti,
ecc. A tale data la scrittura ideografica aveva raggiunto
lo stadio di forme stilizzate convenzionali per indicare
le cose, come delle onde per indicare l'acqua. Questi
disegni primitivi poi cedettero il posto a combinazioni
di segni cuneiformi. In un primo tempo gli scriba
seguivano un tipo di scrittura verticale dall'alto
in basso su colonne disposte da destra a sinistra;
più tardi, per comodità, si girò
la tavoletta in senso antiorario di 90° e la scrittura
risultò così procedere da sinistra a
destra su righe orizzontali dall'alto in basso.
Stonehenge rappresenta l'organo femminile?
LONDRA - Secoli di studi senza mai arrivare
a scoprire la verità. Gli enormi massi di Stonehenge,
risalenti a più di quattro mila anni fa, sono
stati oggetto di svariate ricerche senza mai arrivare
a una risposta univoca da parte della comunità
scientifica. Secondo alcune ipotesi il sito archeologico
non era altro che un osservatorio per studiare l'alternarsi
delle stagioni, secondo altre un avamposto utilizzato
dagli alieni. Ora però, uno studio pubblicato
sul Journal of the Royal Society of Medicine e riportato
dal quotidiano Observer, sbaraglia le ipotesi già
note con una nuova tesi: Stonehenge rappresenterebbe
una vagina. Lo sostiene il ginecologo Antohony Perks.
"Nell'era neolotica - scrive - la divinità
era Madre Natura. La nascina rappresentava il senso
della vita. Stonehenge potrebbe rappresentare il varco
attraverso il quale madre natura partorì piante
e animali". Lo studioso sottolinea che nelle
immediate vicinanze del sito non vi sono nè
tombe, nè simboli di morte "come se Stonehenge
fosse un luogo di nascita".
"Se guardiamo - continua - la parte interna
del cerchio, vediamo che è composta da pilastri
di roccia uniti due a due, uno liscio, l'altro no.
Per un biologo questo è il chiaro simbolo dell'incontro
tra maschio e femmina". Secondo Perks è
la visione dall'alto che non lascia dubbi: la forma
è quella dell'organo sessuale della donna.
"La parte centrale circondata dai massi è
vuota - spiega - perché rappresenta l'apertura
del mondo, il canale della vita".
La tesi di Perks, però, non convince David
Miles, archeologo responsabile del sito. "Qualsiasi
teoria può sembrare valida quando si cerca
di dare un senso alla posizione di questi massi giganteschi.
Ma se dovevano rappresentare un organo sessuale femminile
dall'alto, come faceva la gente a vederlo? In epoca
preistorica non c'erano nè aerei nè
mongolfiere
Aprile 2003------------------------------------------------------
SCOZIA: UN WEEK END CON L'ALIENO
EDIMBURGO - Non bastavano il mostro di Loch Ness
e i fantasmi che infestano a frotte gli antichi castelli:
ora la Scozia si scopre affollata anche di Ufo. Trecento
avvistamenti all'anno, secondo un'inchiesta dell'ente
del Turismo locale, e per gli albergatori c'è
davvero da fregarsi le mani: gli amanti dell'ignoto
accorreranno in massa.
"La nostra terra è una specie di Costa
del Sol per gli extraterrestri" sottolinea un
fantasioso funzionario.
In effetti, è difficile dargli torto. Nel 1992,
tanto per fare un esempio, in una sola notte furono
visti esibirsi nel cielo, tra bagliori e scie luminose,
ben 22 oggetti volanti. Accadde sopra il cielo di
Bonnybridge, cittadina a 50 km da Edimburgo divenuta
vera e propria capitale degli incontri ravvicinati.
Per gli scozzesi, proverbialmente affezionati al denaro,
è stato un gioco da ragazzi fiutare il business.
Tanto che ora a Failkirk, vicino a Bonnybridge, si
organizzano week end con l'alieno. Una guida conduce
gli appassionati nel famoso e misterioso "triangolo
di Bonnybridge", e dopo una notte di "skywatching"
(in soldoni, si resta a naso in su nella speranza
di vedere qualche lucina rossa o verde) c'è
persino la possibilità di incontrare un consigliere
municipale e un ufologo locale. Quanto all'omino verde,
gli scozzesi si stanno attrezzando.
LA SUPERSTIZIONE E' SCRITTA NEL CERVELLO
- Se credi nella magia, nel destino, nelle coincidenze,
è merito, o colpa, del cervello. E' infatti
la chimica della nostra materia grigia a renderci
superstiziosi o scettici. Lo rivela uno studio svizzero,
riportato su New Scientist , che mette in relazione
la 'fede' nel paranormale con i livelli di dopamina.
Più sono elevati, più si tende a cogliere
coincidenze 'nascoste' fra gli eventi.Peter Brugger,
neurologo dell'università di Zurigo, ha seguito
20 superstiziosi e 20 scettici, chiedendo loro di
distinguere facce reali e volti virtuali proiettati
per una frazione di secondo su uno schermo. I volontari
si sono poi sottoposti allo stesso esercizio, ma con
le parole, cimentandosi con termini veri e inventati.
I creduloni sono 'caduti nella rete', vedendo facce
e parole anche dove si trattava di falsi.
I ricercatori hanno somministrato ai due gruppi un
farmaco, la levodopa, normalmente utilizzata per rallentare
i sintomi del Parkinson aumentando i livelli di dopamina
nel cervello. E questa volta gli scettici hanno commesso
più frequentemente l'errore di considerare
reali volti e termini inventati. Insomma, grazie a
una maggiore quantità di dopamina, sono diventati
meno scettici.
SCOOP: JACK LO SQUARTATORE ERA UN GEOMETRA
Niente paura, Jack lo Squartatore era solo un ometto
che aveva fatto a pezzi la moglie e si trastullava
con la magia nera.
Il nuovo identikit è tracciato dall'inglese
Ivor Edward nel libro Jack the Ripper's Black Magic
Rituals.
Il maniaco sarebbe stato tale Robert Donstan Stephenson,
un signore dai sontuosi baffi vittoriani, assiduo
di bordelli e pratiche occulte.
E' l'ultima ipotesi dopo quella che fece scalpore
un po' di tempo fa: la giallista Patricia Cornwell
si disse certa di aver individuato Jack nel pittore
Walter Sickert: fece a pezzi un quadro di gran valore
per dimostrarlo.
Edward invece ha lavorato di righello.
Collegando sulla pianta di Londra i punti in cui nel
1888 vennero uccise quattro prostitute sono emersi
simboli esoterici o religiosi come il pesce proto-cristiano,
Quanto poi alla rimozione di organi nelle vittime….è
pratica satanica corrente.
Aspettiamo di leggere il libro e poi ne riparliamo!
ANASTASIA E' ANCORA VIVA
MOSCA - Secondo il quotidiano russo Komsomolskaia
Pravda la principessa Anastasia, una delle figlie
dello zar Nicola II sopravvissuta al massacro della
sua famiglia, vive a Tbilisi ed ha 101 anni.
Negli ottant'anni trascorsi dal tragico evento, nel
mondo, più di una trentina di ragazze si sono
fatte avanti per dichiararsi discendenti dai Romanov.
Per chiarire le confusioni, a Ginevra, è stato
addirittura creato un servizio speciale che ha indagato
sulla parentela con i Romanov delle persone che si
dichiaravano tali.
Anastasia è stata "scoperta" a Tbilisi
dallo storico Alexandr Greanik che finora avrebbe
già portato a termine ben 22 controlli incrociati.
Tutti avrebbero dato risposta affermativa. La donna,
insomma, sebbene la prudenza, in un caso simile, resti
ovviamente d'obbligo, sarebbe davvero quello che dice
di essere: la figlia dello Zar.
Il quotidiano russo che ha riportato la notizia sostiene
che Anastasia è stata salvata da un certo Verhovten,
il suo patrigno, che aveva buone relazioni con i bolscevichi.
Lui avrebbe portato fuori dalla reggia la piccola
principessa per farla salire su un treno diretto verso
una destinazione sicura. Al posto di Anastasia sarebbe
stata fucilata un'altra ragazzina la cui somiglianza
con la discendente imperiale avrebbe permesso di evitare
i sospetti.
Sembra che agli inizi della propria latitanza, la
principessa abbia vissuto in Crimea, poi in altre
regioni della variegata confederazione sovietica.
In tutti questi anni sarebbe stata protetta dai servizi
segreti russi essendo l'unica erede dell'immenso tesoro
che lo zar Nicola II, alla vigilia della rivoluzione
d'ottobre, aveva fatto trasferire all'estero.
Secondo fonti citate dal giornale russo (sebbene
quasi incredibili) addirittura il 50 per cento della
Federal Reserve Usa sarebbe costituita dal tesoro
dello zar tra rubli e lingotti d'oro. Per la Komsomolskaia
Pravda gli Usa non avrebbero mai negato quest'affermazione.
Nell' articolo si sostiene che Anastasia è
in possesso dei codici d'accesso alle casseforti delle
banche straniere nelle quali sono custoditi i tesori
dello Zar, e che l'unica persona cui è pronta
a trasmettere tutti questi dati è il presidente
russo Putin.
Anastasia non avrebbe rivelato la propria esistenza
prima di ora, per paura che il decreto sul massacro
della famiglia fosse ancora in vigore. I ricordi,
i dati ed i fatti raccontati dalla principessa centenaria
affascinano anche gli storici, che restano al lavoro
per accertarne l'identità.
UN VULCANO DISTRUSSE LA TERRA
Fu una grande, terribile eruzione vulcanica a distruggere
ogni forma di vita sulla Terra, 250 milioni di anni
fa. E non un gigantesco asteroide, l'ipotesi finora
più accreditata. Eì la teoria di un
gruppo di ricercatori australiani della University
of New England di Armidale, secondo cui una massiccia
eruzione vulcanica definita 'la madre di tutte le
estinzioni' decimò il 90% della vita nei mari
e quasi tre quarti delle specie viventi sulla terraferma.
L'evento si sarebbe verificato nei luoghi dove adesso
è la Siberia.
I risultati della ricerca sconfessano le precedenti
teorie, fra le quali la più accreditata è
quella di un asteroide del diametro di 10 km colpì
la Terra e causò la più grande catastrofe
in questo pianeta. Lo ha detto Ian Metcalfe che ha
guidato il progetto. ''La nostra ricerca rende altamente
improbabile che l'impatto di un asteroide abbia causato
quella massiccia distruzione..., l'estinzione è
avvenuta lungo un periodo di tempo assai più
lungo di quello che ci si aspetterebbe dall'impatto
di un asteroide''.
Sono anni che, insieme a scienziati statunitensi e
cinesi, Metcalfe e la sua equipe stanno studiando
fossili cinesi e hanno datato ceneri vulcaniche.''Abbiamo
individuato dei massicci riversamenti vulcanici della
stessa età dell'estinzione di massa. Ciò
indica che la sua causa principale siano state delle
enormi eruzioni vulcaniche'', ha detto Metcalfe.
Lo Yeti esiste, ecco le prove
LONDRA - Lo Yeti esiste e, secondo tre zoologi dilettanti,
ci sono anche le prove. Trattasi di due peli ignoti
rinvenuti sulla traccia di una strana impronta scoperta
nella parte occidentale di Sumatra. Ignoti perchè
i reperti, una volta analizzati, si sono rivelati
di provenienza sconosciuta. Parola dello scienziato
australiano Hans Brunner, che li ha sottoposti a un
accurato esame al microscopio: "Non appartengono
a nessuna specie animale conosciuta, e sono molto
diversi dagli altri peli con cui li ho confrontati".
Non sembrerebbe così automatico attribuirne
la provenienza allo Yeti, ma tant'è, i tre
ricercatori sono convinti di avere a che fare proprio
con il fantastico abitatore delle foreste di Sumatra:
"Potrebbe essere la dimostrazione vivente di
come si è evoluta la specie umana", ha
detto al quotidiano britannico 'Daily Express' Adam
Davies, uno degli zoologi che ha preso parte alla
spedizione. L'"individuo" in questione sarebbe
alto un metro e mezzo, e ricoperto da una pelliccia
di un colore che oscilla tra il marrone e l'arancione.
Segni particolari: ha dei piedi enormi.
"Gli scienziati - ha sottolineato l'euforico
Davies - hanno sempre preso poco seriamente l'esistenza
dello Yeti, noi ora siamo arrivati ad una svolta e
crediamo che si tratti di una specie ancora sconosciuta".
Che perde il pelo, ma non il vizio di alimentare le
leggende sul suo conto.
Nefertiti a Berlino.
Il busto della bellissima regina Nefertiti non fu
mai restituito al suo paese d'origine, Hitler sosteneva
infatti che la reale egizia fosse un esempio di perfetta
razza ariana. Cosi' il suo busto e' ancora all'Agyptisches
Museum di Berlino, ad incantare i visitatori
STORIA E LEGGENDA DEL REGNO DI SABA
La storia della regina di Saba e del suo regno è
per lo più avvolta nel mistero. Alcune leggende
la vogliono sovrana dello Yemen, altre dell'Etiopia.
L'Antico Testamento e il Corano raccontano il suo
incontro con Salomone, re d'Israele. Oggi una parte
di quello che fu forse il suo regno è stata
ricreata con la realtà virtuale, grazie a una
ricerca che ha coinvolto il Cnr-Itabc (Istituto per
le tecnologie applicate ai beni culturali), l'Istituto
universitario orientale di Napoli (Iuo) e la Boston
University.
I tre istituti hanno infatti ricostruito il paesaggio
archeologico di Axum, un territorio particolarmente
ricco di vestigia storiche che testimonia la prosperità
del regno del Tigré di cui la città
fu capitale e da cui ha avuto origine l'attuale Stato
etiope. La leggenda tramanda che Axum fu fondata da
Abramo e che dalla regina di Saba e Salomone nacque
un figlio chiamato Menelik, che crebbe e studiò
a Gerusalemme. Al suo ritorno in Etiopia portò
con sé le Tavole della Legge e l'Arca dell'Alleanza
collocandole in un'antica cattedrale della città.
Grazie ad applicazioni di telerilevamento, ricognizioni
di superficie, analisi di carte storiche, tradizioni
orali e scritte e dati ambientali si è potuta
ricostruire una cartografia tridimensionale della
zona. I ricercatori hanno proceduto in diverse fasi
utilizzando mappe tematiche.
In un primo momento sono stati studiati i dati riguardanti
il suolo (composizione, morfologia, aree umide…)
e la vegetazione (immagini da satellite e analisi
dei pollini antichi sono alcuni dei dati presi in
considerazione). Una volta ricostruito il territorio
si è passati a inserire nel software le strutture
create dall'uomo. Ancora oggi si conservano molte
rovine e soprattutto statue stele (in piedi o cadute).
Una di esse è alta 33 metri ed è considerata
il più grande monolito del mondo. Gli studiosi
hanno utilizzato la stessa metodologia di rilevamento
per inserire nel programma anche i palazzi di Enda
Sem.on, Mika.el e Ta.kha Maryam, che si trovano nelle
immediate vicinanze della città.
La ricostruzione virtuale della zona di Axum è
particolarmente importante per capire come la società
si sia sviluppata ed evoluta in un'area archeologica
che nel 1980 è stata dichiarata dall'Unesco
patrimonio mondiale dell'umanità. Tuttavia
questo progetto deve essere considerato non un punto
di arrivo ma di partenza.
Le tecnologie della realtà virtuale permettono
di realizzare mappe digitali del paesaggio storico
e si distinguono dalle tecniche tradizionali per le
ampie potenzialità della ricerca. I ricercatori
hanno definito "Mindscape" (mind-mente,
landscape-paesaggio) la possibilità di vedere
il paesaggio attraverso la mente: un volo virtuale
per vedere luoghi che non sono il solo prodotto di
dati archeologici ma anche il frutto di racconti,
miti, leggende, simboli e soprattutto emozioni.
UN UFO EVITO' LA CATASTROFE DI CHERNOBYL
Sono passati 16 anni da quel 26 Aprile del 1986
quando alle 1:23 del mattino un'enorme esplosione
immetteva nell'atmosfera una immensa nube radioattiva
che contaminò buona parte dell'Europa. I vigili
del fuoco impiegarono diverse ore per domare l'incendio
che ne derivò e molti di loro morirono mesi
dopo a causa dell'esposizione alle radiazioni.
Ormai si conosce tutto o quasi della tragedia di Chernobyl,
compresi i colpevoli. Furono infatti condotti degli
esperimenti sul quarto reattore che provocarono il
guasto e la conseguente deflagrazione.
Per un semplice caso l'esplosione non fu di natura
nucleare, ma solamente termica. Se fosse successo
il contrario probabilmente l'Europa non sarebbe come
la vediamo noi oggi e forse metà di essa non
esisterebbe più.
Per spiegare questo colpo di fortuna sono state formulate
molte teorie, l'ultima delle quali vede come protagonisti
addirittura gli ufo.
Sembrerebbe infatti che alcuni testimoni abbiano notato
degli oggetti stazionare sopra la centrale prima dell'incidente;
alcune decine di persone li avrebbero visti volteggiare
per ben sei ore immediatamente al di sopra del 4 reattore,
ovvero di quello responsabile dell'incidente.
Un testimone oculare, Mikhail Varitsky, afferma:"Io
ed altre persone ci siamo recati sul luogo dell'incidente
quella notte e abbiamo visto una sfera luminosa di
circa 6-8 metri di diametro dalla quale uscivano dei
raggi diretti verso il quarto reattore. Il tutto è
durato quasi tre minuti".
Secondo i testimoni l'ufo avrebbe abbassato il livello
di radioattività impedendo così che
si verificasse un'esplosione nucleare.
Ma questo non è stato l'unico episodio del
genere verificatosi sulla centrale. A distanza di
tre anni la dottoressa Gospina dichiara di aver visto
un oggetto di color "ambra" dai contorni
molto ben definiti che sostava proprio sopra il quarto
reattore. In quel periodo il reattore stava immettendo
di nuovo elementi radioattivi nell'atmosfera, ma non
è tutto: nell'ottobre del 1990 V. Navran, un
reporter del quotidiano "L'Eco di Chernobyl",
fotografava il quarto reattore, compreso il buco al
centro della cupola protettiva. Egli ha affermato:"Quando
ho fotografato il tetto non ho visto nessun ufo, ma
quando ho sviluppato il rullino ho notato un oggetto
sopra la cupola.". L'oggetto fotografato da Navran
è simile in tutto e per tutto a quello descritto
dalla dottoressa Gospina.
Per ora le affermazioni dei testimoni non provano
nulla, ma di sicuro aggiungono nuovi misteri ad uno
degli eventi più tragici dell'ultimo cinquantennio.
Usa, scienziati creeranno la vita in laboratorio
WASHINGTON - Craig Venter è già passato
alla storia della scienza per esser stato il primo
a 'mappare' il genoma umano. Se riuscirà nella
sua prossima impresa, il fondatore della Celera Genomics
potrebbe diventarne un eroe consacrato, anzi, un dio.
Insieme al Nobel Hamilton Smith, Venter intende infatti
creare il primo essere vivente in laboratorio.
L'annuncio è stato dato dal quotidiano Washington
Post, ed è stato ripreso immediatamente dalle
agenzie di stampa di tutto il mondo. Se l'esperimento
riuscisse, sarebbe la prima volta che l'uomo crea
la vita , un fatto che solleva problemi pratici tanto
quanto questioni etiche. Le fantasie degli scrittori,
dalla Shelley a Burroughs, potrebbero diventare realtà:
virus fatti su misura per essere imbattibili dai farmaci,
armi biologiche di nuova generazione. Per questo Venter
ha deciso di annunciare l'esperimento ancor prima
di condurlo, una pratica inusuale nella scienza.
Venter e Smith intendono creare un essere monocellulare
con la minima quantità di geni necessari alla
sopravvivenza, circa 300. Sarà una specie di
clone del Mycoplasma genitalium , un batterio parassita
dei genitali, l'essere vivente con il patrimonio genetico
più piccolo che si conosca. Solo 517 geni,
contro i 30-50mila di un umano. Venter aveva già
pubblicato la mappa genomica del batterio alla fine
degli anni Novanta, quando dirigeva l'Institute for
Genomic Research di Rockville, Maryland.
Ma il progetto di creare la vita in laboratorio fu
allora accantonato, e l'avventuroso Venter fondò
nella stessa Rockville la Celera Genomics , che portò
a termine il progetto sul genoma umano. Questioni
di fondi, giochi di potere. Ora Venter non è
più alla Celera, se ne è allontanato
per dissidi interni sulle direzioni da prendere nel
futuro. E il progetto di creazione della vita in laboratorio
ha avuto l'ok dal dipartimento per l'energia degli
Stati Uniti, tre milioni di dollari in tre anni, una
somma tutt'altro che enorme. Il governo sarà
quindi solo uno dei tanti finanziatori del progetto
di Venter.
"Il mio obiettivo è soprattutto di capire
come funzionano in concreto i componenti fondamentali
di una cellula vivente", spiega Venter al Post.
Ma l'esperimento potrebbe avere anche risvolti pratici
nel prossimo futuro, dalla produzione di idrogeno
come combustibile alla distruzione delle molecole
di ossido di carbonio prodotte da centrali elettriche
e industrie.
Per prevenire disastri, racconta Venter, il batterio
verrà 'programmato' in modo da non poter infettare
gli esseri umani, e da morire immediatamente al di
fuori dell'ambiente di laboratorio. Più che
un'eventuale epidemia casuale, spaventa la prospettiva
che con questo tipo di tecniche si possano produrre
armi biologiche. Il batterio sarà 'progettato'
interamente al computer, e metterlo insieme potrebbe
rivelarsi un'avventura conoscitiva straordinaria.
"Potremmo arrivare a dare una definizione a livello
molecolare di che cos'è la vita", dice
Venter. Un compito che, se riuscisse, sarebbe un po'
come i primi voli dell'uomo nello spazio, l'abbattimento
di un limite che fino ad oggi era ritenuto invalicabile.
UN UFO NEL BOSCO: SVELATO UN SEGRETO MILITARE
Un Ufo nella foresta, vicino a una base della Raf
(l'aeronautica militare britannica), e tre soldati
che si lanciano al suo inseguimento.
Non è la trama dell'ennesimo episodio di "X-Files",
ma il preciso resoconto di un colonnello dell'aeronautica
americana, reso pubblico dopo più di vent'anni
dal Ministero della Difesa di Londra. Prima d'ora,
questo segretissimo rapporto, noto come "Rendlesham
File", era stato letto da venti persone che ne
avevano fatta espressa richiesta in base all'U.S.
Freedom of Information Act, la legge statunitense
che consente l'accesso ai documenti riservati. E'
il primo di una serie di documenti riguardanti casi
di avvistamenti alieni che il governo britannico ha
deciso di rendere accessibili a tutti. Atti ufficiali,
redatti da personale militare, e quindi testimonianze
da prendere ben più seriamente rispetto a quelle
di individui visionari o dotati di troppa immaginazione.
Ecco i fatti: la notte del 27 dicembre 1980, secondo
quanto scrive nel suo rapporto il colonnello della
U.S. Air Force, Charles I.Halt, comandante della base
di Bentwaters, Inghilterra, un UFO si avvicinò
alla vicina base di Woodbridge. L'avvistamento iniziò
quando due soldati americani di guardia notarono "luci
inconsuete" nei pressi del perimetro dell'installazione
militare. Chiesta l'autorizzazione ai superiori, i
due uscirono nella foresta per investigare, insieme
a un terzo commilitone.
"Gli uomini riferirono di uno strano oggetto
luminoso nel bosco" scrive il colonnello. Secondo
la descrizione, l'oggetto sembrava "di natura
metallica e di forma triangolare, alto circa due metri
e largo tre".
"Illuminava l'intera foresta di una luce bianca,
aveva una luce rossa sulla punta e una serie di luci
blu alla base. Era sospeso nell'aria o era appoggiato
su delle gambe metalliche".
Quando la pattuglia tentò di avvicinarsi,
l'UFO manovrò tra gli alberi e scomparve. Circa
un'ora dopo, l'oggetto fu avvistato di nuovo vicino
ai cancelli della base. "Più tardi nella
notte, una luce rossa come il sole fu vista attraverso
gli alberi. Si muoveva e pulsava. A un certo punto
si divise in cinque separati oggetti luminosi bianchi
che poi scomparvero".
Immediatamente, nel cielo si notarono tre oggetti
"simili a stelle", che cominciarono a muoversi
e a mutare colore e forma. Lo spettacolo durò
più di un'ora, poi tutto sparì.
Durante l'avvistamento, i radar delle due basi non
registrarono nulla di anomalo, e i tre soldati tentarono
senza esito di riprendere l'oggetto con una videocamera.
Proprio per questi motivi, il Ministero della Difesa
britannico precisa di aver accolto con scetticismo
il rapporto del colonnello, pur rimanendo con un atteggiamento
"aperto" di fronte al fenomeno.
"Non fu trovata nessuna prova di minaccia alla
sicurezza del Regno Unito, e nessuna indagine ulteriore
fu portata avanti".
Questo, nonostante la mattina dopo gli uomini del
colonnello avessero trovato nel terreno tre vaste
depressioni circolari, e il livello di radioattività
fosse dieci volte superiore alla norma.
L'esercito spiegò le luci con il fatto che
probabilmente la pattuglia aveva visto tra gli alberi
i riflessi del faro di Orford Ness. Quanto alle luci
nel cielo, probabilmente si era trattato di fuochi
artificiali.
Ma il mistero, vent'anni dopo, resta.
Dinosauri con quattro ali, antenati degli
uccelli
PECHINO - I paleontologi cinesi sono convinti che
le quattro ali servissero per muoversi da albero ad
albero. Ma al di là dell'uso che questi animali
ne facessero, la scoperta fatta dagli scienziati cinesi
getta una nuova luce sull'evoluzione della specie
animale. Gli studi compiuti su alcuni fossili hanno
portato alla scoperta di animali molto simili a dinosauri,
con quattro ali piumate.
Come ricorda il capo del team che ha guidato la ricerca,
Xing Xu dell'istituto di paleoantropologia di Pechino:
"La scoperta arricchisce di informazioni cruciali
la questione da tempo dibattuta sulle origini degli
uccelli".
In qualche modo potrebbe essere in quei fossili la
risposta alla domanda che da tempo si pongono gli
scienziati sull'origine del volo degli uccelli. Da
quelle quattro ali ricoperte di piume la rivelazione
su come gli ascendenti degli uccelli, che si sa fossero
dinosauri, abbiano mosso i primi passi vero l'evoluzione
e verso il volo.
Certo restano ancora degli interrogativi su come queste
ali venissero usate dagli animali e se in effetti
fossero in grado di sostenere delle traversate in
aria
La più antica mamma stellare
Scoperta da un ricercatore dell'Universita' di Monaco
di Baviera la piu' antica mappa stellare. Si tratta
di una tavoletta d'avorio datata tra i 32.500 ed i
38.000 anni fa, con su inciso il disegno della costellazione
di Orione.
Il ritrovamento, realizzato dallo studioso Michael
Rappenglueck, risale al 1979, ma la datazione del
reperto e' stata annunciata in questi giorni dall'ateneo
tedesco. Sulla tavoletta, un minuscolo frammento di
zanna di mammuth, e' inciso un corpo umano con braccia
e gambe aperte, quasi a ripetere le stesse forme delle
stelle di Orione.
La tavoletta e' stata ritrovata da Rappenglueck, esperto
di mappe stellari e di incisioni di stelle realizzate
nei disegni preistorici, in una caverna nella valle
di Ach, nel Giura di Svevia, in Germania. Tra le grandi
particolarita' di questo reperto, Michael aveva notato
subito alcune piccolissime incisioni laterali e sul
retro della tavoletta.
Cosi', nel corso degli anni dedicati allo studio del
frammento millenario, lo studioso ha maturato l'ipotesi
che si potesse anche trattare di un lontanissimo parente
dei moderni calendari, realizzato probabilmente per
capire il termine di una gravidanza.
Negli anni passati molti archeologi hanno tentato
di interpretare il significato del disegno inciso
sulla tavoletta di Ach, ma solo di recente il tedesco
Rappenglueck ha potuto accreditare la sua idea. E
cioe' che si tratti proprio di una mappa della costellazione
di Orione.
Secondo l'esperto, infatti, le proporzioni della figura
umana incisa sul frammento corrispondono all'insieme
di stelle che compone il disegno di Orione. Cosi'
come la spada che si vede sulla tavoletta e' una caratteristica
tipica di questa costellazione.
LA SCOMPARSA
DELLA CIVILTA' MAYA
Pare sia la siccità
la causa principale della scomparsa dei Maya, la mitica
popolazione che dominò l'area dell'America
Centrale - in Messico in particolare - per
un periodo di circa 3.000 anni. Il regno di questo
popolo - divenuto negli anni leggendario, grazie ai
meravigliosi templi sopravvissuti al tempo, monumentale
testimonianza della loro civiltà - viene generalmente
suddiviso in tre periodi storici.Il primo periodo
è quello Pre-Classico, dal 2000 a.C. al 250
d.C; il periodo classico si è sviluppato tra
il 250 d.C ed il 900 d.C., mentre il terzo ed ultimo
periodo, il Post-Classico, ha avuto termine nel 1500
d.C. Fino ad oggi, la scomparsa del popolo Maya, era
ancora avvolta nel mistero.Gli studiosi non erano
in grado di stabilire con esattezza le cause scatenanti
che, dal 740 al 950 d.C. provocarono la graduale sparizione
dei Maya dalla penisola dello Yucatan. Secondo le
dichiarazioni rilasciate da Gerald H. Haug, responsabile
del Centro Geofisico di Potsdam, in Svizzera, tra
le ragioni principali vanno annoverate sicuramente
le cause climatiche, e in particolare la siccità.
Analizzando il livello di titanio - indicatore del
volume di pioggia caduta - presente nei sedimenti
rocciosi, ne risulta che la penisola dello Yucatan
soffrì tre periodi di forte siccità,
che coincidono
perfettamente con quanto già appurato dai archeologi
relativamente al periodo del grande esodo.
LE SCIMMIE
DELLA PACE
Si chiamano
muriquì, vivono solo nella giungla brasiliana
e sono state classificate come la specie animale più
buona ed evoluta del pianeta. A dispetto delle teorie
evoluzionistiche classiche, che sostengono la necessità
della competizione per la
sopravvivenza tra gli individui della stessa specie,
queste scimmie vivono tranquillamente in gruppi organizzati
secondo la predominanza non del più forte,
ma bensì del più amato. Tra loro parlano
e si abbracciano, utilizzando un linguaggio e un atteggiamento
per molti versi simili a quelli umani. I ricercatori
brasiliani si occupano da anni di seguire le evoluzioni
dei muriquì e dopo innumerevoli ore di
registrazione, hanno ricavato 534 diverse sequenza
foniche, molto simili alle espressioni vocali usate
da noi umani. L'altra particolarità di questi
primati,
consiste nel loro temperamento non aggressivo, ma
al contrario, pacifico e assolutamente privo di competizione.
Le "scimmie buone" si meritano questo appellativo
proprio perché vivono secondo le regole di
una comunità basata sulla fratellanza e la
solidarietà: si aiutano tra loro e si abbracciano
molto spesso e dimostrano solidarietà in tutte
le situazioni della vita sociale. Per conoscere meglio
i muriquì e le loro
23.07.2002 ------------------------------------------------------
BIMBO LUPO IN KAZAKHSTAN
Si chiama Ablai, ha sei anni, ed è un rarissimo
caso di ipertricosi, una disfunzione genetica che
procura una crescita di peli fuori dal comune. Il
bimbo, che è nato e vive nel villaggio di Taremgash
in Kazakhstan, per il resto è perfettamente
normale, ma tra gli abitanti è ormai il "bambino
lupo". Pare che lo scherzo che la natura ha fatto
al piccolo Ablai sia da imputare all'incesto. L'ipertricosi
infatti è ritenuta un'alterazione dei geni
che i medici pensano possa ricondursi all'accoppiamento
tra persone dello stesso sangue. E nel piccolo villaggio
kazakho in effetti sono tutti imparentati.
Già nell'antichità era nota questa affezione,
tramandata attraverso storie e leggende che raccontano
di uomini simili ai lupi, dai poteri eccezionali e
degni di assoluto rispetto per il timore che incutevano.
Il piccolo Ablai sin dalla nascita presentava i segni
della malattia. Adesso è coperto da una quantità
di peli cento volte superiore alla norma, con i capelli
che ricoprono interamente la fronte e le guance. Quando
Ablai sarà adulto, avvertono i medici, la quantità
di peli crescerà ancora enormemente coprendolo
dalla testa ai piedi. Già adesso gli altri
bambini hanno paura a giocare con lui,racconta la
madre Ayaulym, la quale non è però particolarmente
preoccupata per il figlio, che vuole mandare a scuola.
Ablai è infatti sveglio e gli piace parlare
e recitare poesie a memoria. Il vero sogno di Hayaulym
è però un altro: trovare un circo che
voglia fare di Ablai una star. La donna, che non e'
mai stata in una grande città, non ha mai visto
un circo, ma le e' stato raccontato, e da allora non
pensa che a questo futuro per il "figlio lupo".
TELETRASPORTO SEMPRE PIU VICINO
SYDNEY - E se il teletrasporto che ha reso celebre
il capitano Kirk e Spok diventasse realtà in
tempi rapidi? Non stiamo parlando di fantascienza
ma di realtà. Il ministro delle scienze australiano
Peter McGauran, ha annunciato che un'equipe di scienziati
ha teletrasportato con successo un raggio laser, trasferendolo
istantaneamente da un luogo all'altro del laboratorio.
E' ancora troppo presto per sperare di poter rivoluzionare
le abitudini quotidiane, forse per teletrasportarsi
in ufficio, al cinema o in vacanza. Ma l'esperimento
sgombra il campo alla possibilità che in futuro
vengano create copie perfette di oggetti posti in
luoghi diversi.
L'utilizzo di questa tecnica apre la strada al suo
utilizzo nel campo dei personal computer: sarà
infatti possibile mettere insieme pc milioni di volte
più veloci degli attuali e alla cifratura inespugnabile
di dati segreti.
Sono sei i team che in tutto il mondo continuano a
compiere esperimenti di teletrasporto. La prima a
riuscire in questo tipo di esperimenti era stata un'equipe
californiana che era riuscita a condurre lavoro preliminare
sul 'teleporting' con particelle di luce detti fotoni
nel 1997. Lo scorso ottobre è stata la volta
dei ricercatori dell'Università di Aarhus in
Danimarca che avevano a livello teorico come realizzare
il teleporting di atomi:
Quanto effettuato in Australia però è
considerato al 100% affidabile.
Usando un procedimento noto come 'quantum entanglement'
(reticolato di quanti), l'equipe australiana guidata
dal fisico Ping Koy Lam, di appena 34 anni, ha 'smontato'
un raggio laser a un'estremita' di un sistema di comunicazione
ottica e ne ha ricreato una replica a un metro di
distanza. L'idea alla base di tutto è che se
un insieme di particelle (elettroni, protoni, ioni
e, in generale, atomi) ha le stesse proprietà,
per duplicarlo non servirà riprodurre le particelle
in quanto tali, ma le loro proprietà. Quindi
per replicare perfettamente un oggetto deve essere
trasferita solo l'informazione sulla sua composizione
quantica e non le particelle stesse di cui è
composto.
''Abbiamo dimostrato che possiamo catturare miliardi
di fotoni, distruggerli simultaneamente e poi ricrearli
altrove'', spiega il docente che ha ricordato come
il prossimo passo sarà il teletrasporto di
atomi, un passo ulteriore per il trasporto di oggetti.
Anche se per tele-trasportare macchine, utensili e
persone bisognerà aspettare ancora a lungo.
HOLLYWOOD - Il vino? Lo scelgono solo se consono
al loro segno zodiacale. L'ultimo dei capricci dei
divi hollywoodiani diventa trend. Ricchi, famosi e
insicuri, anche nelle scelte più banali, fra
le quali, appunto, quella dei vini. Non c'è
party ad Hollywood in cui, prima di invitare l'ospite
vip non gli si chieda una mappa astrologica per individuargli
il vino più adeguato.
VINO E ZODIACO FRA I VIP
Ad inaugurare l'insolita tendenza è stato
Mickey Rourke
, il primo che in occasione dei party mensili nella
sua villa di Los Angeles è ricorso all'enoastrologia,
avvalendosi della consulenza di Pino Dimastrodonato,
titolare dell'azienda pugliese Lomazzi&Sarli,
consulente privato dei vip in campo di vini. L'ex
bello e dannato, il cui amore per il Salento e la
devozione a Padre Pio sono da tempo noti alle cronache
è stato immediatamente imitato dalla coppia
più invidiata dello star-system hollywood Michael
Douglas e Catherine Zeta Jones, due Bilance, e perciò
attentissimi ai dettami della moda.
Ad Hollywood non c'è party al cui ingresso
gli invitati non siano accolti da un sommelier e da
un'astrologa che, dopo aver posto la fatidica domanda
"Di chesegno sei?" ed elaborato una mappa
astrologica, guidano i convenuti nella scelta del
vino più congeniale Sharon Stone , languida
Pesci, pretende il Tocai friulano; Johnny Depp , giocoso
Gemelli, vuole invece per se Rosè leggero;
regale Barolo o Imperium per le regine della musica,
Madonna e Tina Turner, entrambe del Leone.
UN NUOVO MOSTRO DEL LAGO
L'anno scorso era toccato a Selma, il mostro del
lago di Seljord, a 170 km a sud ovest di Oslo. Quest'anno
torna la caccia al mostro del lago e nel mirino degli
esperti ''acchiapamostri'' è finito un altro
serpentone, quello che secondo la tradizione abita
dal 1750 il lago di Romsjoen, vicino il confine con
la Svezia.
A capo della spedizione, denominata Gust (Global Underwater
Search Team) c'è Jan Sundberg che può
vantare un discreto curriculum nel settore. La scorsa
primavera ha infatti partecipato a una operazione
con radar high tech e equipaggiamenti sonar per scovare
Nessie, il più celebre mostro del mondo, che
da secoli abita il lago di Loch Ness. Secondo lo zoologo,
anche se la caccia in Scozia non aveva dato grandi
risultati, il lago norvegese potrebbe offrire maggiori
possibilità. Questo perché è
lungo solo 15 km.
La parte tecnica dell'operazione è stata affidata
a un giovanissimo studente di informatica, Espen Samulsen,
che ha appena venti anni. Sarà lui a gestire
l'apparecchiatura sonar prestata dalla marina svedese,
un tempo utilizzata per intercettare i sottomarini
sovietici. Ma è lo stesso Samuelsen a precisare
che lo scopo dell'operazione, denominata Sea Serpent
è solo quella di immortalare il mostro e poi
lasciarlo al silenzio dei fondali.
LA CITTA' DI ALESSANDRO
Sarebbe Balkh, vicino a Mazar-i-Sharif, il luogo
dove sorgeva l'antichissima Bactra, capitale dove
Alessandro Magno sposò Roxane e regnò
sull'Asia: lo hanno scoperto alcuni archeologi francesi.
Otto italiani su 10 credono all'esistenza degli
UFO
ROMA - E.T. telefono casa? La bella favola del grande
schermo non è solo fiction per gli italiani.
Ben l'80% degli abitanti del nostro Paese crede, infatti,
nell'esistenza degli extraterrestri. E' quanto emerge
da un sondaggio svolto dal Cirm e pubblicato dal mensile
scientifico Quark in edicola domani. Mentre solo il
16% non ritiene che ci siano altre forme di vita nell'universo
e il 4% è senza opinione. Il sondaggio fa parte
di un dossier dedicato dal giornale alla ricerca della
vita aliena e ai luoghi dell'Universo in cui potrebbe
essersi sviluppata.
Più del 50% degli intervistati pensa che tra
le stelle si possano essere sviluppate civiltà
pari o superiori alla nostra (esseri intelligenti
28%, una civiltà pari alla nostra 7%, una civiltà
superiore alla nostra 16%). Questo però non
vuol dire che gli extraterrestri siano simili a noi
anche nell'aspetto. Per il 60% degli intervistati,
gli alieni sarebbero infatti abbastanza, se non addirittura
molto diversi da noi.
Dove si trovano? Secondo gli intervistati, gli extraterrestri
vivono in qualche altra galassia (44%), nella Via
Lattea (27%) o addirittura all' interno del nostro
Sistema Solare (9%). Ma cosa succederà quando
li incontreremo? La maggioranza degli italiani è
pessimista sulle possibilità di una convivenza
pacifica: il 48% la ritiene improbabile soprattutto
per colpa nostra (37%).
KEO: in un satellite un messaggio per il futuro
Come sarà la Terrà fra cinquantamila
anni? Non lo sapremo mai. Ma le popolazioni di quel
tempo sapranno come noi eravamo. Ne avranno una fotografia
esatta, tramandata dalla tecnologia che oggi possediamo
e che ha elaborato un satellite che l'anno prossimo
verrà lanciato nello Spazio e orbiterà
per 500 secoli senza sosta, per poi tornare sulla
Terra e consegnare un archivio della nostra civiltà.
Si chiama Keo: una sfera metallica dal diametro di
poco più di mezzo metro, con due ali leggere
e un "cuore" dove si trovano tanti dischi
digitali con tutte le informazioni dell'Uomo del terzo
millennio. L'aspetto straordinario è che tutti
gli abitanti della Terra possono scrivere un messaggio
da destinare alle future generazioni. Tutti possono
collegarsi al sito di Keo.org e lasciare al futuro
una sorta di testamento cosmico, senza alcuna censura,
in qualsiasi lingua e con un unico limite: non più
di seimila caratteri, quattro pagine di quaderno (il
messaggio si può anche inviare per posta a
Keo, BP 100, 75262 Parigi Cedex 06, France).
Già in tanti hanno scritto e inviato il proprio
messaggio. Perché il progetto Keo è
nato nel 1994 dalla mente dello scienziato e artista
dei metalli francese Jean-Marc Philippe. La sua idea:
lasciare alle popolazione future una traccia di come
siamo. Un progetto universale nel senso proprio del
termine: lo stesso nome Keo è la sintesi dei
tre suoni (K, E, O) più diffusi tra le lingue
esistenti. Un progetto pieno di fascino che ha attirato
grandi nomi della scienza e dell'industria: Aerospatiale,
Arianespace, Ministero francese degli Affari Esteri,
Unesco e Agenzia Spaziale Europea.
E' tutto pronto. L'anno prossimo (non è stato
ancora stabilito il giorno esatto) un razzo Ariane
5 lancerà la "sfera alata", che girerà
attorno al nostro pianeta fino a quando, dopo 50mila
anni, atterrerà tra le civiltà del futuro.
Il cuore di Keo: il tesoro archeologico. Keo consegnerà
ai posteri le coordinate della nostra civiltà.
In un diamante, infatti, verranno racchiusi i quattro
elementi fondamentali: acqua del mare, aria, una manciata
di terra e in più una goccia di sangue umano.
Inoltre verrà tramandata una sequenza del Dna
dell'homo sapiens e una piastra raffigurante la configurazione
del nostro sistema solare all'inizio del XXI secolo.
Ci sarà anche la "Biblioteca di Alessandria",
una raccolta in cd-rom dove vengono descritti i costumi,
la cultura e la conoscenza dell'Uomo contemporaneo.
Poi una raccolta di ritratti di uomini, donne e bambini
di tutte le razze esistenti nel terzo millennio. E,
ovviamente, tutti i messaggi raccolti da ogni angolo
dell'Umanità registrati su dischi digitali.
C'è anche un "manuale per l'uso",
per spiegare all'Uomo del futuro come decifrare i
cd-rom. "Come nella Stele di Rosetta - scrive
Philippe - le informazioni verranno rappresentate
in modo da facilitare il compito della decifrazione".
Come funziona. Keo è un "satellite passivo",
il che vuole dire che non ha energia propria, non
ha motore, strumentazione o sistemi elettronici. Ma
riuscirà a orbitare attorno alla Terra per
cinquanta millenni sfruttando le forze della natura:
l'attrazione lunare e solare; la pressione delle radiazioni
cosmiche; l'atmosfera terrestre. L'orbita sulla quale
viaggerà sarà circolare, con un'inclinazione
di circa 57 gradi e ruoterà sopra la Terra
a un'altitudine di 1.800 chilometri. Il cuore di Keo
è una sfera del diametro di circa 80 centimetri,
con un'apertura "alare" di dieci metri,
per un peso complessivo di poco meno di 100 chilogrammi.
I materiali utilizzati per la sua costruzione sono
principalmente titanio, tungsteno e alluminio, e sono
in grado di proteggere il satellite da meteoriti,
radiazioni cosmiche, atomiche e temperature superiori
a 2.800 gradi centigradi.
La particolarità di Keo sono comunque le sue
ali metalliche. Hanno un fine decorativo: si apriranno
e assumeranno forme differenti a secondo della temperatura,
aprendosi al passaggio tra la luce del sole e l'oscurità
faciliteranno l'avvistamento dalla Terra. All'interno
del satellite c'è un "orologio astronomico",
che calcolerà l'accelerazione terrestre durante
il tempo e permetterà a Keo di tornare a casa
tra 50mila anni. Per quanto riguarda il suo contenuto
(l'archivio "archeologico"), è stato
studiato un sistema di protezione anti-shock, in grado
di resistere a un impatto a terra di 103 metri al
secondo, Keo infatti piomberà sul nostro pianeta
tra cinquantamila anni e se dovesse finire in mare
galleggerà.
17.06.2002 ------------------------------------------------------
PROCESSO GUCCI
Il fascicolo maledetto
Ormai lo chiamano il fascicolo " maledetto":
tutti i cancellieri che toccano i faldoni del delitto
Gucci vengono colpiti da una misteriosa malattia.
Il personale della Corte d'Appello ha denunciato "
vistose macchie sulla pelle" e " fastidiose
irritazioni alla gola".
Potrebbero trattarsi di batteri, sviluppatesi a causa
della cattiva conservazione dei documenti ma alcuni
fatti rivestono di "un alone di mistero"
queste strane macchie!
E' a conoscenza di chiunque, infatti, che tutto il
dibattimento è stato segnato da sfide tra maghi
e cartomanti con decine di verbali su magie nere e
riti esoterici.
Una cosa comunque risulta certa: in attesa che si
chiariscano le cause dei malori nessun impiegato accetta
più di aprire quei sigilli maledetti!
La leggenda della " corriera fantasma"
del Vajont
Torna la leggenda della "corriera fantasma"
del Vajont: una comitiva di turisti, svizzeri od olandesi,
che sarebbe passata in pullman per Longarone proprio
nel momento del disastro. A quasi 40 anni dalla tragedia
del Vajont, la storia, fiorita nei primi giorni successivi
alla tragedia, è stata rilanciata dalla pubblicazione
sui quotidiani del gruppo Finegil del Veneto della
testimonianza di un operaio di Vittorio Veneto (Treviso),
Alvise Maso, che sostiene di avere trovato, circa
otto mesi dopo la notte del 9 ottobre 1963, sotto
il greto del torrente i rottami del pullman che avrebbe
imprigionato le vittime.
Maso ha deciso di parlare solo dopo la proiezione
del film Vajont. ''Hanno scritto troppe barzellette
- dice - però le cose stanno proprio così''.
Sulla base delle sue indicazioni, nelle scorse settimane,
la procura ha fatto eseguire degli scavi, che però
non hanno dato alcun esito. Ma i membri del Comitato
per i sopravvissuti del Vajont continuano a credergli
e sostengono che gli scavi ordinati dalla magistratura
sono stati effettuati in una zona sbagliata e soprattutto
senza la supervisione di Maso.
''E' da dicembre - dichiara Micaela Coletti, per il
Comitato - che siamo in contatto con il signor Maso,
e a febbraio abbiamo presentato un esposto alla Procura
di Belluno. Abbiamo fatto anche un sopralluogo con
il sindaco sul greto del Maè, e abbiamo anche
dei reperti. Hanno sbagliato il posto, di poco ma
hanno sbagliato, e non hanno scavato a fondo''.
Alcuni superstiti della tragedia raccontarono che,
qualche giorno dopo la strage, si presentarono a Longarone
persone provenienti dalla Svizzera (o dall'Olanda)
in cerca della corriera. ''Ma all'epoca - conclude
Coletti - i viaggi non erano organizzati con itinerari
e tempi precisi''. Ultimo particolare che aggiunge
sempre chi crede alla storia della "corriera
fantasma": il ritrovamento di un cadavere di
donna con i capelli biondi.
Le Api
agenti antiterrorismo!!!
Altro che polline. Riconoscono gli esplosivi, le sostanze
stupefacenti e perfino le mine anti uomo. Sono le
api i nuovi animali utilizzati dal Pentagono.
Secondo quanto rivela il quotidiano britannico The
Independent , infatti, negli ultimi tre anni il governo
americano ha sponsorizzato programmi per insegnare
alle api come individuare materiale 'utile'.
E i risultati, stando ai primi test effettuati lo
scorso anno, sono eccellenti. Le api sono infatti
state in grado di riconoscere e individuare due camion
pieni di esplosivo. "I risultati preliminari
dell'esperimento sono stati molto incoraggianti fino
a questo momento", ha commentato il portavoce
dell'Agenzia per i progetti di ricerca avanzata della
Difesa. Le api, hanno riferito, sono riuscite a individuare
la sostanza richiesta nel 99% dei casi. Il Pentagono
adesso potrebbe dare vita a colonie di api nei pressi
di punti di sicurezza strategici.
SCOPERTA IN GUATEMALA UNA MONTAGNA DI GIADA BLU
CITTA' DEL GUATEMALA - Erano 50 anni che cercatori
e scienziati erano sulle sue tracce, ma c'è
voluto un uragano catastrofico nel 1998, di quelli
che seminano morte e distruzione per portare alla
luce il tesoro della Sierra de la Minas, in Guatemala:
una montagna di giada blu la pietra sfruttata dall'antico
popolo degli Olmechi fiorito nel primo millennio avanti
Cristo.
Una spedizione scientifica statunitense ha reso la
leggenda verità: la 'montagna di giada blu'
è grande all'incirca come Rhode Island, o meglio
2,500 chilometri quadrati. Le vene del giacimento
individuate sono di due metri di spessore e oltre
50 di lunghezza, pari ai depositi rinvenuti nella
ex Birmania (Myammar), finora ritenuti i giacimenti
più grandi al mondo.
Gli Olmechi erano maestri nell'arte della lavorazione
della giada blu, da cui ne ricavavano preziose statuette
ornamentali e raffinati monili, rinvenuti in grande
quantità dagli archeologi negli insediamenti
scoperti in Guatemala e sulla costa del Golfo del
Messico.
Ora, la gemma preziosa non sarà più
appannaggio esclusivo dei musei ma finirà verosimilmente
nelle vetrine delle gioiellerie di mezzo mondo: il
governo guatemalteco ha infatti venduto in esclusiva
nel 1974 i diritti per lo sfruttamento delle miniere
di giada nel paese alla compagnia mineraria statunitense
'Jade S.A.
SOTTO IL CUORE DI MARTE PULSA UNA MONTAGNA DI
GHIACCIO
Un mare ghiacciato giace sotto la superficie del pianeta
Marte, contenente una enorme quantità di acqua.
La sensazionale scoperta è stata annunciata
dagli gli scienziati della NASA (l'ente aero-spaziale
statunitense), anticipando il contenuto dell'articolo
che uscirà nei prossimi giorni sulla rivista
Science, sulla base dei rilevamenti trasmessi a Terra
dalla sonda Odyssey. Secondo gli scienziati della
NASA, prende sempre più consistenza l'ipotesi
che il pianeta abbia ospitato alcun forme di vita,
in passato.
"La quantità d'acqua è superiore
a quella che la maggior parte delle persone avrebbe
mai pensato", ha dichiarato William Boynton dell'Università
dell'Arizona, che ha condotto diversi studi in materia.
"L'acqua si trova molto probabilmente a circa
un metro sotto la superficie,- ha aggiunto. Spiegando
poi che la quantità può essere comparata
a quella del lago Michigan, uno dei grandi Laghi,
situato tra Canada e Stati Uniti.
Gli scienziati hanno cercato l'acqua per molteplici
ragioni: innanzitutto perchè appare indispensabile
per provare l'esistenza di forme di vita e, inoltre,
perchè nel caso di una ipotetica spedizione
sarebbe fondamentale per berla, oppure per l'idrogeno.
"La quantità d'acqua - ha infatti spiegato
- Bill Feldman del Dipartimento di Energia di Los
Alamos- è sufficiente per supportare una esplorazione
sul pianeta.
Per gli scienzati la scoperta è fondamentale
anche per compenderne meglio il clima e la geologia.
Marte sembra aver avuto acqua un tempo, ma che poi
si sia esaurita. " Vi sono profondi canyon, più
profondi e vasti di qualunque canyon terrestre. La
superfice, attualmente è un deserto; con una
temperatura di -63 gradi e con l'atmosfera rarefatta
, vi è ben poca speranza di trovare acqua in
superfice. Ma la Nasa ha usato strumenti per trovare
l'acqua e si sta domandando se sia possibile utlizzarla
06.05.2002 ------------------------------------------------------
ISAC ASIMOV IL RE DELLA FANTASCIENZA
scrittore-scienziato Isaac Asimov, uno dei maestri
della fantascienza mondiale, morì di Aids all'età
di 72 anni. L'infezione di Hiv fu da lui contratta
in seguito a una trasfusione di sangue. Lo ha rivelato
la vedova di Asimov, Janet Opal Jeppson, in un'intervista
concessa al giornale inglese The Sunday Times in occasione
delle celebrazioni organizzate in ricordo dei dieci
anni dalla scomparsa dello scrittore statunitense
di origine russa, avvenuta il 6 aprile 1992 a New
York.
Asimov, autore delle celebri serie fantascientifiche
dell'''Impero'' e dei ''Robot'', fu sottoposto a una
trasfusione contaminata prima di subire un delicato
intervento di chirurgia cardiovascolare. Asimov apprese
di essere sieropositivo tre anni prima della morte.
Su consiglio dei medici che lo tenevano sotto controllo,
lo scrittore ha sempre mantenuto il segreto sulla
natura della malattia di cui soffriva.
''Non lo dicemmo pubblicamente, anche perché
all'epoca molta gente avrebbe potuto nutrire dei pregiudizi
verso di noi'', ha affermato ''sinceramente'' la vedova
Janet Opal Jeppson Asimov, 75 anni. ''Dieci anni fa
la gran parte delle persone, compresa gente acculturata,
manifestava timore alla sola idea di avvicinare un
malato di Aids'', ha aggiunto la moglie del maestro
della fantascienza. Nel 1983 Isaac Asimov fu ricoverato
per essere sottoposto a un triplo by-pass al cuore.
A quell'epoca si era solo agli inizi della conoscenza
pubblica del grave problema dell'Aids e anche le donazioni
di sangue non erano analizzate con lo scrupolo che
sarà poi messo in campo per evitare i pericoli
di infezione da Hiv tramite trasfusioni.
L'intervento cardiochirurgico di 19 anni fa aiutò
l'autore di Io, Robot a superare la fase critica causata
dall'angina di cui aveva gravemente sofferto, ma nel
giro di cinque anni il suo stato fisico cominciò
a peggiorare visibilmente
IN AFRICA FOSSILE DI CRANIO
DI UN MILIONE DI ANNI
E' un fossile di cranio di un milione di anni fa quello
che è stato ritrovato in Africa Orientale.
E' importante perché stabilisce che in Africa
come in Asia, appunto intorno ad un milione di anni
fa, una sola specie si stava avventurando a colonizzare
il pianeta.
Finora il dibattito scientifico considerava probabile
che ci fossero due specie distinte: Homo erectus e
Homo ergaster!
Ora l'esame di quest'ultimo fossile porta a pensare
che si tratti della stessa specie.
Probabilmente l'avvio dell'Era glaciale, attorno a
950 mila anni fa, potrebbe aver separato le diverse
popolazioni di Homo erectus portandole ad un destino
diverso.
Quella africana si sarebbe evoluta portando poi alla
comparsa dell'Homo sapiens, mentre quella asiatica
si sarebbe estinta.
CINTURE DI CASTITA' VENDESI
A Roma uno scultore specializzato nel virtuoso manufatto,
Angelo Camerino , 70 anni, ha ricevuto ordinazioni
anche da cinque cittadini dell'Arabia Saudita e da
due olandesi per le sue particolarissime creazioni.
Lo scultore aveva debuttato nel settore dieci anni
fa, quando creò un primo modello di mutande
in lamiera. Ma la sua vera ribalta è stata
dopo il caso di Bobbit, l'americano evirato dalla
moglie: un dipendente dell'ambasciata statunitense,
racconta lo scultore, gli commissionò tre cinture
di castità da spedire a New York ad alcuni
amici. Il successo fu poi suggellato anche da una
mostra nel '98 dove mise in vendita otto cinture,
quattro da donna e quattro da uomo.
In cinque anni Angelo Camerino ha venduto venticinque
cinture di castità, tutte in lamiera d'acciaio,
foderate in cuoio e raso, del peso di circa un chilo,
e con il classico lucchetto all'altezza della pancia.
Per le sue ultime creazioni lo scultore ha lavorato
persino la lamiera d'acciaio con intarsi e disegni.
Per i due olandesi, il prezzo è stato quello
standard di due milioni, mentre i cinque arabi non
hanno esitato a pagare anche tre milioni e mezzo di
lire. Volevano una cintura più pesante e senza
imbottiture.
''Specie quelle foderate di cuoio e raso - spiega
Camerino - penso siano adoperate per giochi erotici.
Mi è capitato anche di prendere ordinazioni
da mariti gelosi della moglie, come è accaduto
tempo fa con un signore calabrese. Una volta sono
arrivati nel mio studio anche alcuni turisti giapponesi,
armati di macchina fotografica, che volevano visitare
la 'fabbrica delle cinture di castita. Ma io sono
uno scultore, le cinture le faccio solo quando me
le chiedono, non c'è nessuna fabbrica''.
L'anziano scultore, che lavora al Tuscolano, una zona
popolare di Roma, ha studiato anche la storia di queste
cinture. ''Nel Medioevo erano strumenti di tortura
e sono state vietate. Se qualcuno mi chiedesse di
realizzarle in modo da provocare danno o dolore, non
lo farei''.
LUCI MISTERIOSE A BERLINO
Finestre che tremano. Fulmini a intermittenza. E
poi, nel cielo della Baviera, un misterioso fascio
di luce che illumina la notte. E' successo nella notte
tra sabato e domenica, scatenando l'allarme degli
abitanti della regione tedesca e i dubbi degli esperti.
''Ci sono stati parecchi fulmini e anche le finestre
hanno tremato'', ha dichiarato un portavoce della
polizia di Garmisch-Partenkirchen. Gli esperti non
si sono messi ancora d'accordo su una spiegazione
dell'insolito spettacolo luminoso.
Secondo quanto riferito dalla polizia tedesca, la
Nasa, l'ente spaziale americano, avrebbe addirittura
ipotizzato che, a scatenare lo spettacolo luminoso,
sarebbero stati alcuni detriti provenienti dallo spazio.
Sarebbero stati proprio loro che, una volta entrati
nell'atmosfera terrestre, avrebbero preso fuoco. Poi,
a una seconda analisi, gli stessi esperti della Nasa
avevano messo in dubbio la loro prima versione.
Secondo l'ufficio meteorologico tedesco, invece, potrebbero
esserci connessioni con l'avvicinarsi di una cometa.
Ancora diversa la versione dell'esperto di Ufo di
Mannheim Werner Walter, che ha azzardato l'ipotesi
che si sia trattato di un ''bolide'' a forma di ''palla
di fuoco'': una specie di ''fratello gigantesco delle
stelle cadenti'' entrato con traiettoria piatta sulla
superficie terrestre e poi frantumatosi in singole
parti. Questi fenomeni, a suo giudizio, non sono affatto
inconsueti.
Lo spettacolo di luce è stato avvistato attorno
dalle 22 ed è proseguito fino alle luci del
mattino: telefonate di cittadini allarmati sono giunte
da Alta Baviera, Svevia, Franconia e Alto Palatinato.
L'ACQUA DI KANDAHAR E' AFRODISIACA
Una piccola consolazione per gli afghani colpiti
dalla guerra, dal terremoto, dal freddo e dalla fame.
L'acqua di Kandahar è poca ma buona, nel senso
che, come dicono gli abitanti confermando un'antica
leggenda, sarebbe afrodisiaca.
"Fin da piccolo mi hanno raccontato storie sul
fatto che l'acqua di Kandahar è buona per l'energia
sessuale - ha detto Ubedullah, commerciante 21enne
- poi, quando sono cresciuto, l'ho sperimentato personalmente".
Sarà perché, spiegano gli uomini della
città ex roccaforte talebana, l'acqua di Kandahar
viene direttamente dallo scioglimento delle nevi sulle
montagne a nord-est della città, nella provincia
di Ghazni. Non è così, invece, nelle
città pakistane di Quetta e Karachi.
Akhtar Mohammed, 29 anni, rappresentante di cosmetici
che viaggia spesso tra Kandahar e il Pakistan, non
ha dubbi. "Quando vado in Pakistan, non mi sento
eccitato - dice in maniera esplicita - mi sento freddo,
ma quando torno a Kandahar, è diverso. Questa
è la mia esperienza personale".
Parlare dei piaceri dell'alcova è ormai cosa
consueta dal giorno della liberazione dal regime dei
talebani. Certe tradizioni locali sono però
dure a morire. Mohammed non potrà vedere la
sua futura sposa fino al giorno del matrimonio. Lei
intanto sarà guardata a vista dalle parenti
di lui. I futuri coniugi si guarderanno per la prima
volta negli occhi attraverso la loro immagine riflessa
in uno specchio.
19.03.2002 ------------------------------------------------------
PIRAMIDI SOTTERRANEE
scoperto in Crimea (l'attuale Ucraina) nei pressi
di Sebastopoli, nella fascia costiera lungo il Mar
Nero, dove di costruzioni architettoniche di quel
tipo non si era mai sentito parlare. A renderle ancora
più enigmatiche è il fatto che siano
sotterranee, sommerse da strati e strati di terreno
roccioso.
Le piramidi sono state ritrovate per caso, da un
gruppo di geologi che stavano scavando nelle vicinanze
della città. Più in particolare, la
scoperta è stata fatta non da un archeologo
ma da un fisico: si chiama Vitalij Anatoljevic Gokh,
capitano di vascello a riposo, esperto di rilevazioni
sotterranee. Intervistato da Panorama, ha confidato
di essersi imbattuto nelle costruzioni a punta per
pura casualità, mentre cercava sorgenti d'acqua,
una vera rarità da quelle parti.
Nel corso degli scavi i geologi si sono ritrovati
davanti a un vuoto sotterraneo avente una forma piramidale.
Ma il gruppo di studio resta al lavoro, avendo per
ora effettuato scavi solo su una prima piramide, quella
più vicina a Sebastopoli.
Proseguendo gli studi sotterranei, infatti, è
risultata la presenza complessiva di 37 costruzioni,
di cui 7 nei pressi di Sebastopoli, tutte allineate
lungo la costa di fronte all'Anatolia . Sono molto
simili a quelle egizie (anche se quelle hanno quattro
lati, queste invece solo tre).
Ma il rapporto tra base e altezza corrisponde a quello
caratteristico delle più note strutture dei
faraoni. Un'altezza di 45 metri circa con una base
di 72 metri di lato. Tutto sommato un po' meno elevate
di quelle egizie della piana di Giza, basti pensare
che la piramide di Cheope (la più grande del
mondo) è alta 147 metri e larga 233.
Ma qual è il significato di questi monumenti?
E della loro collocazione, che sembrerebbe tutt'altro
che casuale? A quando risalirebbero? Per il momento
si possono fare solo delle ipotesi, sebbene verosimili.
Le piramidi originariamente furono elevate sopra la
superficie terrestre e sarebbero finite sotto accumuli
di terreno in seguito a processi naturali.
Secondo Gokh i monumenti sarebbero da attribuire
a una civiltà contemporanea a quella egizia,
che abitava nel Mediterraneo orientale. Ma per ogni
altra conferma bisognerà attendere il risultato
dei prossimi scavi. Confermeranno oppure no la presenza
di tutte le altre 36 costruzioni, che per ora appaiono
solo da scansioni e calcoli scientifici? Scetticismi
a parte, il mistero si accinge ad avere presto una
risposta.
LA LUNA NACQUE DA UNO SCONTRO
Una colossale collisione catastrofica avvenuta circa
4,5 miliardi di anni fa, durante la quale un pianeta
grande quasi quanto Marte colpì la Terra che
in quel periodo era ancora in formazione, determinò
la nascita del nostro satellite.
Questa è l'ipotesi più plausibile e
logica elaborata dagli astronomi e descritta su Nature.
A ricostruire l'impatto che ha originato il nostro
satellite sono stati Robin Canup ed Erik Aspaugh;
due ricercatori molto noti che sono riusciti ad ottenere
la prima simulazione tridimensionale degli effetti
termodinamici del probabile impatto da cui è
nata la Luna, ed a calcolare inoltre l'influenza della
gravità.
Per la prima volta, dunque, sono risolti i problemi
inerenti ai dati che si riferiscono alle attuali orbite
di Terra e Luna, conciliandole con quelle che corrispondono
a quelle relative al cataclisma.
Infatti i precedenti modelli teorici sull'origine
della Luna elaborati in passato ricostruivano uno
scenario in cui il pianeta entrato in collisione con
la Terra era molto più grande, mentre il nostro
pianeta si trovava nello stadio di formazione finale,
ma ciò comportava delle disuguaglianze riguardo
i calcoli orbitali ed i gradienti evolutivi del nostro
pianeta e del suo satellite.
UN SEGNALE DAL PASSATO
Il telescopio spaziale Hubble ha infranto un altro
record astronomico, localizzando la più antica
supernova mai osservata.
Gli astronomi che utilizzano Hubble hanno potuto individuare
l'esplosione di una stella o supernova risultata essere
la più antica e distante mai osservata e situata
in una pallida galassia ellitica.
Questa stella morente offre nuove ed interessanti
prospettive per quanto riguarda la storia dell'universo:
infatti con questa scoperta gli astronomi hanno potuto
convalidare l'ipotesi che una misteriosa forza repulsiva
sta allontanando sempre di più le galassie,
mostrando così un universo in espansione maggiore
rispetto a quello del passato.
Inoltre si è accertato che la materia ordinaria,
cioè quella barionica che compone le stelle
ed i pianeti è inferiore al 5 per cento di
quella totale che compone l'universo.
18.02.2002 ------------------------------------------------------
IL Maschio Italiano a letto è un disastro?
Questo è un vero mistero??
Roma, 23 gen. (Adnkronos) - Non conoscono l'erezione
e i tempi dell'amore, pensano di avere il pene troppo
piccolo e fanno sesso come se fosse uno sport. Tanto
che, se una 'prestazione' non riesce, entra in crisi
tutto il 'sistema'. ''Insomma, i maschi italiani sono
degli 'ignoranti' a letto - denuncia Vincenzo Mirone,
presidente della Societa' italiana di andrologia -
soprattutto i giovani. Mentre le donne sono piu' preparate,
anche se a volte troppo aggressive. Colpa della mancanza
di cultura della sessualita', di paura e imbarazzo,
che fanno si' che su 10 uomini con un disturbo, solo
uno si curi''. Proprio per colmare questo vuoto nasce
oggi ufficialmente Albes, ''un'alleanza a sette per
il benessere e la salute sessuale, forte del contribuito
di associazioni di medici e pazienti, convinti che
- spiega Mirone in conferenza stampa a Roma - la sessualita'
non sia un lusso, ma un diritto''.
Primo obiettivo, promuovere cultura e informazione
sulla sessualita', soprattutto per 'lui'. ''Non a
caso - prosegue Mirone - un uomo impiega 2 anni a
capire di avere un problema e a rivolgersi ad uno
specialista, mentre una donna lo fa in appena 2 settimane''.
E solo la disfunzione erettile conta 3 milioni di
'vittime', di cui solo 450.000 in cura. Fra gli aspetti
che mettono in crisi il latin lover, ''anche il fatto
di non saper riconoscere un'eiaculazione precoce.
Spesso, poi - assicura l'andrologo - i giovani arrivano
al matrimonio senza sapere se sono fertili, perche'
non hanno mai fatto uno spermiogramma. E troppi -
aggiunge - vivono un sesso 'palestrato', totalmente
slegato dalla sessualita', in cui il rapporto e' visto
come un mero esercizio fisico''.
Donne prime della classe dunque. ''Sono molto piu'
sicure e preparate - conferma Mirone - e questo grazie
al dialogo con le madri e al rapporto con il ginecologo.
Fin da adolescenti iniziano a rivolgersi a questo
specialista e la loro salute sessuale e' seguita molto
piu' di quella maschile. Una sicurezza, pero' che
puo' comportare per le giovanissime un eccesso di
aggressivita'''. Per conciliare le esigenze di entrambi
i partner, ''occorre istituire dei Dipartimenti per
la salute sessuale della coppia, in cui andrologo
e ginecologo - dice il medico - possano esaminare
e trattare i problemi a 160 gradi''.
L'istituzione dei Dipartimenti e' uno degli obiettivi
di Albes, che vede riunite le societa' di andrologi
e urologi italiani (Sia e Siu), insieme alle principali
associazioni di pazienti (Aism, Conacuore, Faip, Fand
e Finco), per i quali i disturbi sessuali sono sintomo
di una patologia. La loro alleanza prevede anche la
promozione di campagne di informazione e formazione,
perche' tutti i cittadini italiani, malati o sani,
abbiano parita' di accesso alle conoscenze e al trattamento
delle patologie della sfera sessuale. ''Vogliamo creare
un filo conduttore tra urologi, andrologi, pazienti
e organi istituzionali, in modo che la salute sessuale
- conclude Mirone - sia garantita da una legislazione
al passo coi tempi''.
UNA CASA PER IL FARAONE
Sarà un progetto faraonico come si conviene
per la terra lambita da millenni dalle dorate sponde
del Nilo.
Il Ministro egiziano della cultura ha deciso di lanciare
una sfida senza precedenti e di bandire un concorso
internazionale d'Architettura, sotto l'alto patronato
dell'Unesco per la costruzione di un nuovo Museo.
Sorgerà su di una superficie di 50 ettari e
costerà circa 400 milioni di euro. A conti
fatti dovrebbe competere in dimensioni con la celebre
piramide di Cheope. Quando sarà pronto il nuovo
spazio espositivo dovrà ospitare tutta la collezione
conservata nell'attuale Museo Egizio. Naturalmente
tra i pezzi più preziosi ci sarà l'intero
tesoro della tomba di Tutankhamon.
L'INDIO DI GHIACCIO
Uno studio dell'Università di Minas Gerais,
condotto sul cromosoma Y nella popolazione di 18 differenti
popolazioni, in Argentina, Brasile, Ecuador, Paraguay
e Perù, sembra dimostrare l'origine siberiana
degli abitanti del continente americano.
I popoli che avrebbero dato il via alla colonizzazione
dell'America, con l'attraversamento dello stretto
di Bering verso l'Alaska all'epoca delle glaciazioni,
sarebbero le tribù nomadi Kati e Altai. Scopo
della ricerca doveva essere l'individuazione delle
differenze genetiche tra i nativi sudamericani, i
quali risultano invece appartenere al medesimo ceppo.
IL SIGNORE DEGLI ANELLI
Lo sapevate che gli scenari e i paesaggi straordinari
nei quali si svolgono le avventure dei personaggi
del film " Il Signore degli Anelli" non
sono stati creati artificialmente dalle tecnologie
cinematografiche ma esisono davvero? Sono i monti,
i laghi e le immense distese di prati verdi dell'antica
terra dei Maori!
E' proprio la " Terra della Nuvola bianca"
come è chiamata la Nuova Zelanda nell'antico
linguaggio Maori e Peter Jackson, il regista della
triologia cinematografica tratta dai romanzi di Tolkien,
non ha mai avuto dubbi: la saga poteva essere ambientata
solo tra gli orizzonti infiniti, i laghi cristallini
e le creste maestose del suo paese, una nazione d'isole
nell'estremo sud-ovest dell'Oceano Pacifico, 270 mila
chilometri ricoperti per tre quarti da verde incontaminato!
Amici miei un vero Paradiso Terrestre!!!
Sono certa che se avessi la fortuna di visitare la
foresta Tararuam incontrerei, nel suo parco immenso,ricco
di torrenti montani e foreste vergini, i miei amici
Elfi e con loro potrei immergermi nel mondo fatato
delle Favole che....alla fine potrebbe anche essere
quella realtà ancora a noi sconosciuta.....
Che fate.....mi fate compagnia in questo viaggio alla
scoperta della Magia???
PIER GIORGIOO PEROTTO: Inventore del pc
E' morto il padre dei pc
L'ing. Perotto lavorava in Olivetti
Pochi sanno che l'inventore del pc non è Bill
Gates, né un laboratorio oscuro e impenetrabile
della Ibm. L'inventore del personal computer è
italiano ed è morto a Genova all' eta' di 71
anni. Si chiamava Pier Giorgio Perotto, ingegnere
dell' Olivetti, che nel 1965 invento' una macchina
chiamata "programma 101",nonna degli odierni
MacIntosh e "Ibm compatibili" e la "cartolina
magnetica", antesignana del floppy disc. Nel
1991 ricevette per questo il premio Leonardo Da Vinci
del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.
Nato a Torino il 24 dicembre 1930, l' ing. Perotto
e' stato il fondatore ed il presidente della Elea
e, dal 1967 al 1978, il direttore generale dei progetti
e delle ricerche della Olivetti, ruolo nel quale fu
protagonista della grande trasformazione della societa'
di Ivrea da azienda meccanica in azienda elettronica
e di sistemi. Attualmente era presidente di Finsa
consulting e vicepresidente di Sogea. Docente al Politecnico
di Torino, la sua carriera era cominciata in Fiat.
Da diversi anni si era trasferito a Ruta di Camogli
(Genova). Ammalato di tumore, e' morto nell' ospedale
San Martino di Genova. Lascia due figli, entrambi
ingegneri, e la moglie. I funerali saranno celebrati
venerdi' mattina nella cappella dell' ospedale San
Martino. Una seconda cerimonia sara' tenuta a Cavaglia'
(Vercelli), nel cui cimitero sara' tumulata la salma.
La sua "Programma 101" si vendette, "praticamente
da sola" ricordava l' ing. Perotto, in 40 mila
esemplari. L' Olivetti nel 1964 aveva abbandonato
l' elettronica e non era organizzata per una vasta
rete commerciale. La Hewlett Packard pago' quasi un
milione di dollari per aver messo in vendita alcuni
anni piu' tardi un prodotto che violava alcuni brevetti
della "101".
"Sognavo una macchina amichevole alla quale delegare
quelle operazioni che sono causa di fatica mentale
e di errori - racconto' l' ing. Perotto l' agosto
scorso in un' intervista al Corriere della Sera -
una macchina che sapesse imparare e poi eseguire docilmente,
che immagazzinasse dati e istruzioni semplici e intuitive,
il cui uso fosse alla portata di tutti, che costasse
poco e fosse delle dimensioni degli altri prodotti
per ufficio ai quali la gente era abituata. Dovevo
creare un linguaggio nuovo, che non avesse bisogno
dell' interprete in camice bianco".
A quei tempi i primi calcolatori occupavano intere
stanze ed avevano un linguaggio macchina estremamente
complicato. All' altro estremo c'erano le calcolatrici
da tavolo, ancora meccaniche. L' ing. Perotto ed i
suoi collaboratori usarono transistor per la nuova
macchina (i circuiti integrati non erano ancora nati)
e inventarono un linguaggio molto semplice, una sorta
di Basic con solo sedici istruzioni.
"Per l' ingresso e l' uscita dei dati - ricordo'
ancora l' ing. Perotto - pensai ad una cartolina magnetica
che poteva fungere anche come memoria permanente o
archivio. E' stata il prototipo degli attuali floppy
disc. La scheda consentiva la costruzione di biblioteche
e programmi". Perotto conservava con una punta
di orgoglio i ritagli del New York Times e del Wall
Street Journal che titolarono nel 1965: "Il primo
computer da tavolo del mondo", "Un computer
sulla scrivania. Noi potremo vedere un computer in
ogni ufficio anche prima che ci siano due automobili
in garage".
"Negli ultimi tempi - ricorda il figlio Pierpaolo
- mio padre si era dedicato a conferenze ed alla stesura
di libri nei quali continuava a sostenere che bisognava
spingere la capacita' innovativa dei ricercatori italiani.
Pochi sanno, infatti, che l'inventore del PC, oggi
l'indispensabile strumento di lavoro per tutti, e'
stato un italiano. Mio padre raccontava la storia
italiana dell'elettronica che purtroppo, dopo la morte
di Adriano Olivetti, fu ritenuta solo un sogno troppo
costoso".
IL POLPO MANDRAKE
Molti animali sono buoni imitatori: usano cioè
come tecnica per sfuggire ai predatori o per attirare
la preda l'imitazione di altri animali o vegetali.
Nessun animale, fino ad ora, si era mostrato capace
di esibirsi in più di una imitazione; oggi
ne esiste uno ed è il Polpo!
Secondo una Ricerca pubblicata dallo studioso americano
Mark Norman sulla Rivista scientifica " Proceeding
of the royal Society" l'animale battezzato"
Polpo mimo" è capace di esibirsi in almeno
cinque imitazioni a seconda delle circostanze: quella
di una sogliola, di un serpente di mare, di un pesce
cobra, di un anemone di mare e perfino di una medusa.
Insomma un vero e proprio attore! Pensate che se viene
attaccato da un pesce " donzella" il polpo
si trasforma in un serpente di mare, che è
un predatore della donzella, per metterlo in fuga!
La cosa più interessante che non si limita
a prendere la forma dei pesci che imita ma, addirittura,
ne assume i movimenti, diventandone un vero e proprio
clone!
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