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Agosto 2003------------------------------------------------------

New York, si diffonde la leggenda della carpa parlante

NEW YORK - Una carpa di 20 libbre che parla. Basterebbe già questo per dare alla notizia i connotati del soprannaturale. Ma aggiungeteci che il pesce non parlava una lingua qualsiasi, bensì l'antico ebraico. E la conclusione non può esser che una. Esattamente quella della oscura setta ebraica che avrebbe assistito al miracolo: Dio ha scelto di rivelarsi nelle fattezze di una carpa.
L'episodio risale al 28 gennaio scorso. Secondo il racconto di due "pescivendoli" del mercato ittico di New Square, a New York, erano le 4 del pomeriggio. La carpa stava per essere macellata, per poi esser cucinata nella cena del Sabbath, quando ha iniziato a urlare apocalittici avvertimenti in ebraico.
Alcuni credono che il pesce fosse "posseduto" dall'anima di un venerato anziano della comunità. Mentre uno dei due presunti testimoni oculari dell'episodio, un certo Luis Nivelo, choccato dal pesce parlante prima sarebbe caduto, e poi fuggendo avrebbe urlato "è il diavolo, qui c'è il diavolo". Ma Luis non capisce l'ebraico. E quindi non ha compreso, come invece ha fatto l'altro testimone oculare, che le parole del pesce suonavano come un annuncio divino, dai toni apocalittici. Più o meno: "Ognuno pensi a salvarsi, perché la fine è vicina".
"Due uomini non fanno lo stesso sogno", sostengono i più propendi a dar credito all'episodio. Mentre i più scettici fanno notare che la carpa parlante è una trovata presente in un episodio della amatissima fiction "Sopranos".
Fatto sta che ora i 7mila fedeli della setta di Hasidim credono che Dio si sia manifestato in forma di pesce. E attraverso il passaparola la notizia ha ttraversato l'oceano. Da Brooklyn a Miami, fino a Londra e in Israele, tutti vogliono sapere del pesce parlante.

IL SOLE STA CAMBIANDO
MILANO - Il sole sta cambiando con gravi ripercussioni sul clima terrestre. A lanciare l'allarme è lo scienziato americano Richard Willson, del Goddard Instituite for Space Studies. Analizzando i dati raccolti con i satelliti negli ultimi anni, lo studioso ha osserrvato un aumento sensibile nella quantità di radiazione inviata dal Sole sulla terra. Il risultato della ricerca, pubblicato sul bollettino Geophysical Research Letters e riportato dal Corriere della Sera, spiegherebbe l'aumento della temperatura terrestre, già condizionata dall'effetto serra.

L'astro solare non brilla sempre allo stesso modo. Ogni unidici anni ha un momento di massima attività, dovuto a un maggior numero di eruzioni, seguito da un momento di "quiete". Secondo lo studio americano, avviato nell'ambito del piano di ricerca della Nasa Earth Science Enterprise con l'obiettivo di proteggere il pianeta, nei prossimi decenni ci potrebbe essere un significativo cambiamento climatico. Secondo alcune proiezioni la temperatura potrebbe crescere di due gradi entro il 2010 provocando l'innalzamento del livello del mare di 88 centimetri.

Più rassicuranti le considerazione di Claudio Chiuderi, specialista del Sole e direttore del Dipartimento di astronomia e scienza spaziale dell'Universitò di Firenze. Secondo lo studioso le variazioni che si possono verificare nel Sole possono tornare al punto di partenza. L'aumento delle radiazioni quindi potrebbe essere solo un fenomeno temporaneo. "In fondo - spiega - sono solo alcuni decenni che riusciamo a decifrare i misteri del Sole. E molti ne rimangono".

Le misteriose impronte sulla lava
Da anni gli abitanti della zona sostenevano che fossero le orme del diavolo, l'unico essere in grado di camminare sul fuoco. Le impronte del vulcano di Roccafina, vicino a Caserta, infatti sono impresse su un fiume di lava, e dunque, quando ancora il materiale magmatico era caldo e non del tutto seccato.
Nel 2002 alcuni studiosi della zona hanno pensato di riprendere in mano il caso delle "impronte diaboliche" e, dopo una serie di accurate ricerche, sono giunti a
una sorprendente conclusione: le orme del vulcano campano potrebbero essere le più antiche mai ritrovate appartenenti all'Homo Herectus europeo, con un'età di
almeno 325.000 anni. Finora infatti, erano le impronte rinvenute a Terra Amata, in Francia, a mantenere il primato con un'età pari a 300.000 anni.
Tramite le orme è stato possibile risalire alla struttura fisica del loro "proprietario": si tratta di un uomo di bassa statura - circa 1,50 cm -, con andatura bipede e necessità di sostenersi con le mani solo nei tratti più ripidi, come rivela l'impronta del palmo di una mano rinvenuta in un tratto particolarmente scosceso. Il dettaglio dell'intera ricerca è pubblicato su Nature.

FUOCHI D'ARTIFICIO NELLO SPAZIO
Gli scienziati della NASA hanno potuto assistere ad uno spettacolo singolare di fuochi d'artificio in diretta dalla Via Lattea. Stiamo parlano dell'esplosione della stella V838 Monocerotis - situata nella costellazione dell'Unicorno, ad oltre 20 mila anni luce di distanza dalla Terra, che, nel gennaio 2002 ha cominciato il proprio cammino verso la scomparsa definitiva. Da piccolo e anonimo astro disperso nell'universo si è improvvisamente trasformata in una stella 600 mila volte più luminosa del nostro Sole. L'eccezionale evento è stato ripreso grazie alla moderna tecnologia del satellite Hubble, che, dicono gli astronomi, ha fornito immagini preziosissime per capire meglio il fenomeno di implosione ed esplosione delle stelle morenti.
Il processo non è ancora terminato: si prevede infatti che il "light eco" creato da V838 Monocerotis raggiungerà l'apice intorno al 2010, anno in cui la luce dell'esplosione che continua ad illuminare la nube intorno ai resti della stella, si spegnerà completamente.

Machu Picchu in pericolo
Dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'umanità, ora il sito archeologico Inca più famoso del Sud America, rischia di sprofondare e scomparire per sempre. La causa principale, dicono i geologi che si stanno occupano di studiare il terreno sottostante, pare sia l'avvento dei turisti, che ogni anno, da tutto il mondo, si riversano in massa in questo luogo, sicuramente non privo di carica attrattiva. Il famoso insediamento peruviano divenne noto agli occidentali dall'inizio del ventesimo secolo, quando un professore della Yale University per una pura casualità, ebbe la fortuna di visitare Machu Picchu e ne rimase incantato.
Da allora la notorietà del luogo è cresciuta e già nel 1995 è stato registrato il primo crollo nel terreno. Ad oggi la situazione è divenuta realmente preoccupante: i turisti che visitano Machu Picchu sono ogni anno più di 400 mila e, come se non bastasse, il governo peruviano per agevolare l'ingresso al sito, ha in progetto una
funicolare che eviti loro di doversi arrampicare lungo l'articolato sentiero sulla montagna. L'Unesco si sta battendo per evitare che tale idea vada in porto:
sarebbe un modo per fornire una scorciatoia ai visitatori ma anche ai rischi di crollo, che a questo punto diventerebbero inevitabili.

CATTURATO CALAMARO GIGANTE
SYDNEY - Non è la prima volta che si ha notizia della cattura di calamari grossi come squali. Ma quello pescato nel mare di Ross al largo dell'Antartide, pare superare ogni immaginazione, proprio come nelle novelle di Jules Verne. Alcuni pescatori neozelandesi hanno catturato un calamaro gigante di 150 chili, con occhi grandi come piatti da tavola, un corpo lungo due metri e mezzo e 'unghie' taglienti come rasoi sulla punta di tentacoli fino a sei metri. L'esemplare, una femmina di Mesonychoteuthis hamiltoni - è stato preso durante una normale battuta in alto mare, ma i pescatori si sono accorti subito che a pelo d'acqua c'era 'qualcosa di grosso' stava attaccando i pesci.
Solo un altro esemplare della specie e' stato finora catturato, anche se dei 'becchi' o tentacoli di altri sono stati trovati nello stomaco di capodogli, che si cibano di essi. A sua volta, il megacalamaro e' un cacciatore formidabile di grandi creature marine come il pesce dentato della Patagonia, che cresce fino a due metri di lunghezza.
''Finora sappiamo solo che si muove nell'acqua a 2.000 metri di profondità, che è un killer estremamente attivo e aggressivo'', ha detto O'Shea alla radio Nzbc dopo aver esaminato l'animale nel museo di Wellington. E ha spiegato che questa specie è assai più grande e differisce dal calamaro gigante catturato più comunemente, poiché ''ha enormi unghie rotanti che armano i tentacoli. Possono muovere i tentacoli in ogni direzione e sbranare la preda in un istante''.
Questa creatura costituisce fino a tre quarti della dieta dei capodogli, il che suggerisce che ce ne sia un gran numero nelle acque antartiche e subantartiche. ''E' indicativo - ha osservato O'Shea - che sia stato catturato vicino alla superficie del mare gelato, probabilmente in cerca di pesci. Sappiamo ora che dalle profondità del mare può salire in superficie e attaccare la preda''.

A 4 mila metri una Stonehenge tagika
DUSANBE - Nella regione del Pamir, nell'area orientale del Tagikistan, un gruppo di archeologi ha incontrato a 3850 metri d'altezza un sorprendente complesso monumentale, risalente al 1000 a.C. Potrebbe trattarsi di un santuario solare o di un osservatorio astronomico, eretto in un luogo dalla bellezza naturale stupefacente, la valle del fiume Shorol, dove, fra chilometri di catene montuose, svettano alcune delle cime più alte della Terra.

Si tratta di giganteschi blocchi di pietra che si uniscono a rappresentare rettangoli, frecce e figure falliche dal significato ancora misterioso, ma che rivoluzionano tutte le nostre conoscenze sull'Asia centrale preistorica, introducendo nuovi interrogativi sulle nozioni di astronomia in possesso dei popoli che la abitavano.

Durante alcuni scavi precedenti erano già state rinvenute alcune sepolture, che testimoniano la presenza, in quest'area di montagne impervie, di alcune tribù nomadi d'origine iraniana, vissute qui fra l'VIII e il IX secolo a.C. E questa decina, o poco più, di imponenti massi rappresentano figure probabilmente sacre a quei popoli.

Secondo gli esperti dell'Istituto di Storia e Archeologia dell'Accademia Nazionale di Scienze del Tagikistan, a cui spetta il merito della scoperta, la stupefacente costruzione potrebbe essere opera di una speciale casta di sacerdoti, salita a quell'altitudine per creare un proprio spazio magico, con lo scopo d'osservare e venerare la principale divinità, il Sole. Alcuni astronomi, però, azzardano un'altra interpretazione: secondo i loro calcoli uno degli assi di pietra tracciati può determinare il sorgere del sole durante i solstizi d'estate e d'inverno, mentre un altro asse varrebbe per gli equinozi di primavera ed autunno.

La vera storia del misterioso allineamento di massi è comunque ancora tutta da chiarire, proprio come quella del suo più celebre "parente"inglese, Stonehenge, di mille anni più vecchio e molto più vasto, con i suoi trenta monoliti, a cui s'aggiungono alcuni triliti. Molte sono le similitudini fra la recente scoperta in Tagikistan e il complesso megalitico più grande del mondo: anche Stonehenge (letteralmente "recinto circolare di pietre") sorge al centro di una regione ricca di sepolture, presenta un'architettura analoga, con immense pietre disposte secondo strane figure geometriche, e per anni è stato ritenuto un santuario per il culto solare, mentre oggi guadagna maggiori consensi l'ipotesi che si tratti di un osservatorio astronomico.

Ma il fenomeno in Europa è piuttosto diffuso, tanto che gli studiosi distinguono diversi tipi di megaliti, cioè di monumenti preistorici formati da grossi blocchi di pietre: ci sono i "cromlech", a cui appartiene Stonehenge, che si distinguono per la disposizione circolare dei monoliti infissi nel terreno e i "dolmen", presenti in molte aree europee. Questi, eretti dal Neolitico fino all'età del Bronzo, erano forse delle tombe collettive, la cui peculiarità è un lastrone di pietra orizzontale che poggia sugli immensi blocchi conficcati a terra.

Una terza categoria comprende i menhìr (dal bretone, "pietra lunga"), che si caratterizzano per altezza e larghezza: il più famoso è forse quello di Locmariaquer, in Bretagna, regione francese in cui questi monumenti abbondano, ma molti sono gli esempi anche in Gran Bretagna, in Puglia (pietrefitte) e Sardegna (betili).

Non è ancora chiaro se queste pietre servissero a indicare dei luoghi di culto religioso o se fossero sacre esse stesse: in Sardegna, ad esempio, alcuni menhir portano traccia di seni femminili, per cui potrebbero aver rappresentato delle divinità.

Per dare una risposta ai molti quesiti posti da questi strani monumenti nasce l'archeo-astronomia, la scienza che si dedica allo studio dei monumenti lasciati dai popoli preistorici, in relazione a ogni loro possibile o verosimile connessione con rituali, cerimonie e attività che coinvolgano l'osservazione del cielo e degli astri.

I suoi presupposti scientifici vengono fatti risalire alla fine dell'Ottocento, quando l'astronomo inglese J. N. Lockyer fu incuriosito, durante un suo viaggio in Grecia, dall'orientamento di alcune costruzioni della classicità e formulò l'ipotesi che seguissero precise cognizioni astronomiche, messe in evidenza dai costruttori.

La scoperta del grandioso complesso in Tagikistan da così un nuovo impulso alle ricerche e fornisce un nuovo tassello per ricostruire un mosaico mai completato.

Tutte le costruzioni preistoriche, infatti, sono ancora oggi al centro dell'interesse dell'archeo-astronomia, che tenta di darne una spiegazione univoca, confrontando i megaliti anche con gli studi condotti su altre civiltà scomparse, come quella nuragica, maya e azteca e sull'arte da loro prodotta.

Scoperta in Cina una scrittura di 8.600 anni fa
Il ritrovamento di una serie di segni in tombe dell'età neolitica farebbero retrodatare di oltre tre millenni le prime forme di scrittura rispetto a quelle della Mesopotamia. Segni incisi nel carapace di tartarughe risalenti ad 8.600 anni fa potrebbero essere la scrittura più vecchia del mondo, secondo gli archeologi che li hanno ritrovati, nella Cina occidentale. Questi simboli precederebbero di quasi 3.000 anni i più antichi esempi di scrittura finora conosciuti, provenienti dalla Mesopotamia.
In 24 tombe di età neolitica scoperte a Jiahu, nella provincia di Henan, gli archeologi hanno rinvenuto diversi gusci di tartaruga sepolti insieme a dei resti
umani. Gli esami al radiocarbonio hanno datato il sito fra il 6600 e il 6200 avanti Cristo. Nei gusci sono intagliati dei segni che sembrano avere affinità con i caratteri della scrittura usata migliaia di anni più tardi durante la dinastia Shang (1700-1100 dopo Cristo). Gli studiosi della università della Scienza e tecnologia di Pechino, guidati dal professor Garman Harbotte del Brookhaven national laboratory di New York, hanno identificato 11 simboli diversi, fra i quali il carattere corrispondente al concetto d'occhio.
Il professor David Keightley dell'università di Berkeley ha peraltro gettato acqua sul fuoco, invitando alla cautela soprattutto per quanto riguarda l'asserito legame con la molto più recente scrittura Shang. ''C'è un salto di 5.000 anni - ha osservato - e una connessione sembra incredibile. Non possiamo chiamare scrittura questi segni finché non avremo altre prove'', ha concluso Keightley.
Accanto ai carapaci intagliati sono stati rinvenuti dei sassolini, il che ha fatto pensare che due gusci potessero contenerli, formando una sorta di 'maracas', il cui suono poteva accompagnare dei riti sciamanici. In altre sepolture tornate alla luce nella stessa zona sono stati trovati, nel 1999, alcuni flauti ricavati da ossa umane che si ritiene siano i più antichi strumenti musicali del mondo. I più antichi testi scritti a tutt'oggi conosciuti risalgono alla fine del IV millennio a.C. (3200-3100
a.C.). Si tratta di sequenze di segni pittografici, che rappresentano gli antecedenti diretti della scrittura cuneiforme, incise su tavolette di argilla rinvenute nel monumentale quartiere templare dell'Eanna (livello IVa) della città di Uruk, nell'Iraq meridionale. Il contenuto di questi testi è di carattere prevalentemente amministrativo: liste di beni in entrata e in uscita, di razioni distribuite ai dipendenti, ecc. A tale data la scrittura ideografica aveva raggiunto lo stadio di forme stilizzate convenzionali per indicare le cose, come delle onde per indicare l'acqua. Questi disegni primitivi poi cedettero il posto a combinazioni di segni cuneiformi. In un primo tempo gli scriba seguivano un tipo di scrittura verticale dall'alto in basso su colonne disposte da destra a sinistra; più tardi, per comodità, si girò la tavoletta in senso antiorario di 90° e la scrittura risultò così procedere da sinistra a destra su righe orizzontali dall'alto in basso.

Stonehenge rappresenta l'organo femminile?
LONDRA - Secoli di studi senza mai arrivare a scoprire la verità. Gli enormi massi di Stonehenge, risalenti a più di quattro mila anni fa, sono stati oggetto di svariate ricerche senza mai arrivare a una risposta univoca da parte della comunità scientifica. Secondo alcune ipotesi il sito archeologico non era altro che un osservatorio per studiare l'alternarsi delle stagioni, secondo altre un avamposto utilizzato dagli alieni. Ora però, uno studio pubblicato sul Journal of the Royal Society of Medicine e riportato dal quotidiano Observer, sbaraglia le ipotesi già note con una nuova tesi: Stonehenge rappresenterebbe una vagina. Lo sostiene il ginecologo Antohony Perks. "Nell'era neolotica - scrive - la divinità era Madre Natura. La nascina rappresentava il senso della vita. Stonehenge potrebbe rappresentare il varco attraverso il quale madre natura partorì piante e animali". Lo studioso sottolinea che nelle immediate vicinanze del sito non vi sono nè tombe, nè simboli di morte "come se Stonehenge fosse un luogo di nascita".

"Se guardiamo - continua - la parte interna del cerchio, vediamo che è composta da pilastri di roccia uniti due a due, uno liscio, l'altro no. Per un biologo questo è il chiaro simbolo dell'incontro tra maschio e femmina". Secondo Perks è la visione dall'alto che non lascia dubbi: la forma è quella dell'organo sessuale della donna. "La parte centrale circondata dai massi è vuota - spiega - perché rappresenta l'apertura del mondo, il canale della vita".

La tesi di Perks, però, non convince David Miles, archeologo responsabile del sito. "Qualsiasi teoria può sembrare valida quando si cerca di dare un senso alla posizione di questi massi giganteschi. Ma se dovevano rappresentare un organo sessuale femminile dall'alto, come faceva la gente a vederlo? In epoca preistorica non c'erano nè aerei nè mongolfiere

Aprile 2003------------------------------------------------------

SCOZIA: UN WEEK END CON L'ALIENO

EDIMBURGO - Non bastavano il mostro di Loch Ness e i fantasmi che infestano a frotte gli antichi castelli: ora la Scozia si scopre affollata anche di Ufo. Trecento avvistamenti all'anno, secondo un'inchiesta dell'ente del Turismo locale, e per gli albergatori c'è davvero da fregarsi le mani: gli amanti dell'ignoto accorreranno in massa.
"La nostra terra è una specie di Costa del Sol per gli extraterrestri" sottolinea un fantasioso funzionario.
In effetti, è difficile dargli torto. Nel 1992, tanto per fare un esempio, in una sola notte furono visti esibirsi nel cielo, tra bagliori e scie luminose, ben 22 oggetti volanti. Accadde sopra il cielo di Bonnybridge, cittadina a 50 km da Edimburgo divenuta vera e propria capitale degli incontri ravvicinati.
Per gli scozzesi, proverbialmente affezionati al denaro, è stato un gioco da ragazzi fiutare il business. Tanto che ora a Failkirk, vicino a Bonnybridge, si organizzano week end con l'alieno. Una guida conduce gli appassionati nel famoso e misterioso "triangolo di Bonnybridge", e dopo una notte di "skywatching" (in soldoni, si resta a naso in su nella speranza di vedere qualche lucina rossa o verde) c'è persino la possibilità di incontrare un consigliere municipale e un ufologo locale. Quanto all'omino verde, gli scozzesi si stanno attrezzando.

LA SUPERSTIZIONE E' SCRITTA NEL CERVELLO

- Se credi nella magia, nel destino, nelle coincidenze, è merito, o colpa, del cervello. E' infatti la chimica della nostra materia grigia a renderci superstiziosi o scettici. Lo rivela uno studio svizzero, riportato su New Scientist , che mette in relazione la 'fede' nel paranormale con i livelli di dopamina. Più sono elevati, più si tende a cogliere coincidenze 'nascoste' fra gli eventi.Peter Brugger, neurologo dell'università di Zurigo, ha seguito 20 superstiziosi e 20 scettici, chiedendo loro di distinguere facce reali e volti virtuali proiettati per una frazione di secondo su uno schermo. I volontari si sono poi sottoposti allo stesso esercizio, ma con le parole, cimentandosi con termini veri e inventati. I creduloni sono 'caduti nella rete', vedendo facce e parole anche dove si trattava di falsi.

I ricercatori hanno somministrato ai due gruppi un farmaco, la levodopa, normalmente utilizzata per rallentare i sintomi del Parkinson aumentando i livelli di dopamina nel cervello. E questa volta gli scettici hanno commesso più frequentemente l'errore di considerare reali volti e termini inventati. Insomma, grazie a una maggiore quantità di dopamina, sono diventati meno scettici.


SCOOP: JACK LO SQUARTATORE ERA UN GEOMETRA

Niente paura, Jack lo Squartatore era solo un ometto che aveva fatto a pezzi la moglie e si trastullava con la magia nera.
Il nuovo identikit è tracciato dall'inglese Ivor Edward nel libro Jack the Ripper's Black Magic Rituals.
Il maniaco sarebbe stato tale Robert Donstan Stephenson, un signore dai sontuosi baffi vittoriani, assiduo di bordelli e pratiche occulte.
E' l'ultima ipotesi dopo quella che fece scalpore un po' di tempo fa: la giallista Patricia Cornwell si disse certa di aver individuato Jack nel pittore Walter Sickert: fece a pezzi un quadro di gran valore per dimostrarlo.
Edward invece ha lavorato di righello.
Collegando sulla pianta di Londra i punti in cui nel 1888 vennero uccise quattro prostitute sono emersi simboli esoterici o religiosi come il pesce proto-cristiano,
Quanto poi alla rimozione di organi nelle vittime….è pratica satanica corrente.
Aspettiamo di leggere il libro e poi ne riparliamo!

ANASTASIA E' ANCORA VIVA

MOSCA - Secondo il quotidiano russo Komsomolskaia Pravda la principessa Anastasia, una delle figlie dello zar Nicola II sopravvissuta al massacro della sua famiglia, vive a Tbilisi ed ha 101 anni.

Negli ottant'anni trascorsi dal tragico evento, nel mondo, più di una trentina di ragazze si sono fatte avanti per dichiararsi discendenti dai Romanov. Per chiarire le confusioni, a Ginevra, è stato addirittura creato un servizio speciale che ha indagato sulla parentela con i Romanov delle persone che si dichiaravano tali.
Anastasia è stata "scoperta" a Tbilisi dallo storico Alexandr Greanik che finora avrebbe già portato a termine ben 22 controlli incrociati. Tutti avrebbero dato risposta affermativa. La donna, insomma, sebbene la prudenza, in un caso simile, resti ovviamente d'obbligo, sarebbe davvero quello che dice di essere: la figlia dello Zar.
Il quotidiano russo che ha riportato la notizia sostiene che Anastasia è stata salvata da un certo Verhovten, il suo patrigno, che aveva buone relazioni con i bolscevichi.

Lui avrebbe portato fuori dalla reggia la piccola principessa per farla salire su un treno diretto verso una destinazione sicura. Al posto di Anastasia sarebbe stata fucilata un'altra ragazzina la cui somiglianza con la discendente imperiale avrebbe permesso di evitare i sospetti.

Sembra che agli inizi della propria latitanza, la principessa abbia vissuto in Crimea, poi in altre regioni della variegata confederazione sovietica. In tutti questi anni sarebbe stata protetta dai servizi segreti russi essendo l'unica erede dell'immenso tesoro che lo zar Nicola II, alla vigilia della rivoluzione d'ottobre, aveva fatto trasferire all'estero.

Secondo fonti citate dal giornale russo (sebbene quasi incredibili) addirittura il 50 per cento della Federal Reserve Usa sarebbe costituita dal tesoro dello zar tra rubli e lingotti d'oro. Per la Komsomolskaia Pravda gli Usa non avrebbero mai negato quest'affermazione. Nell' articolo si sostiene che Anastasia è in possesso dei codici d'accesso alle casseforti delle banche straniere nelle quali sono custoditi i tesori dello Zar, e che l'unica persona cui è pronta a trasmettere tutti questi dati è il presidente russo Putin.
Anastasia non avrebbe rivelato la propria esistenza prima di ora, per paura che il decreto sul massacro della famiglia fosse ancora in vigore. I ricordi, i dati ed i fatti raccontati dalla principessa centenaria affascinano anche gli storici, che restano al lavoro per accertarne l'identità.

UN VULCANO DISTRUSSE LA TERRA

Fu una grande, terribile eruzione vulcanica a distruggere ogni forma di vita sulla Terra, 250 milioni di anni fa. E non un gigantesco asteroide, l'ipotesi finora più accreditata. Eì la teoria di un gruppo di ricercatori australiani della University of New England di Armidale, secondo cui una massiccia eruzione vulcanica definita 'la madre di tutte le estinzioni' decimò il 90% della vita nei mari e quasi tre quarti delle specie viventi sulla terraferma. L'evento si sarebbe verificato nei luoghi dove adesso è la Siberia.
I risultati della ricerca sconfessano le precedenti teorie, fra le quali la più accreditata è quella di un asteroide del diametro di 10 km colpì la Terra e causò la più grande catastrofe in questo pianeta. Lo ha detto Ian Metcalfe che ha guidato il progetto. ''La nostra ricerca rende altamente improbabile che l'impatto di un asteroide abbia causato quella massiccia distruzione..., l'estinzione è avvenuta lungo un periodo di tempo assai più lungo di quello che ci si aspetterebbe dall'impatto di un asteroide''.
Sono anni che, insieme a scienziati statunitensi e cinesi, Metcalfe e la sua equipe stanno studiando fossili cinesi e hanno datato ceneri vulcaniche.''Abbiamo individuato dei massicci riversamenti vulcanici della stessa età dell'estinzione di massa. Ciò indica che la sua causa principale siano state delle enormi eruzioni vulcaniche'', ha detto Metcalfe.

Lo Yeti esiste, ecco le prove

LONDRA - Lo Yeti esiste e, secondo tre zoologi dilettanti, ci sono anche le prove. Trattasi di due peli ignoti rinvenuti sulla traccia di una strana impronta scoperta nella parte occidentale di Sumatra. Ignoti perchè i reperti, una volta analizzati, si sono rivelati di provenienza sconosciuta. Parola dello scienziato australiano Hans Brunner, che li ha sottoposti a un accurato esame al microscopio: "Non appartengono a nessuna specie animale conosciuta, e sono molto diversi dagli altri peli con cui li ho confrontati".

Non sembrerebbe così automatico attribuirne la provenienza allo Yeti, ma tant'è, i tre ricercatori sono convinti di avere a che fare proprio con il fantastico abitatore delle foreste di Sumatra:
"Potrebbe essere la dimostrazione vivente di come si è evoluta la specie umana", ha detto al quotidiano britannico 'Daily Express' Adam Davies, uno degli zoologi che ha preso parte alla spedizione. L'"individuo" in questione sarebbe alto un metro e mezzo, e ricoperto da una pelliccia di un colore che oscilla tra il marrone e l'arancione. Segni particolari: ha dei piedi enormi.

"Gli scienziati - ha sottolineato l'euforico Davies - hanno sempre preso poco seriamente l'esistenza dello Yeti, noi ora siamo arrivati ad una svolta e crediamo che si tratti di una specie ancora sconosciuta". Che perde il pelo, ma non il vizio di alimentare le leggende sul suo conto.


Nefertiti a Berlino.

Il busto della bellissima regina Nefertiti non fu mai restituito al suo paese d'origine, Hitler sosteneva infatti che la reale egizia fosse un esempio di perfetta razza ariana. Cosi' il suo busto e' ancora all'Agyptisches Museum di Berlino, ad incantare i visitatori


STORIA E LEGGENDA DEL REGNO DI SABA

La storia della regina di Saba e del suo regno è per lo più avvolta nel mistero. Alcune leggende la vogliono sovrana dello Yemen, altre dell'Etiopia. L'Antico Testamento e il Corano raccontano il suo incontro con Salomone, re d'Israele. Oggi una parte di quello che fu forse il suo regno è stata ricreata con la realtà virtuale, grazie a una ricerca che ha coinvolto il Cnr-Itabc (Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali), l'Istituto universitario orientale di Napoli (Iuo) e la Boston University.

I tre istituti hanno infatti ricostruito il paesaggio archeologico di Axum, un territorio particolarmente ricco di vestigia storiche che testimonia la prosperità del regno del Tigré di cui la città fu capitale e da cui ha avuto origine l'attuale Stato etiope. La leggenda tramanda che Axum fu fondata da Abramo e che dalla regina di Saba e Salomone nacque un figlio chiamato Menelik, che crebbe e studiò a Gerusalemme. Al suo ritorno in Etiopia portò con sé le Tavole della Legge e l'Arca dell'Alleanza collocandole in un'antica cattedrale della città.

Grazie ad applicazioni di telerilevamento, ricognizioni di superficie, analisi di carte storiche, tradizioni orali e scritte e dati ambientali si è potuta ricostruire una cartografia tridimensionale della zona. I ricercatori hanno proceduto in diverse fasi utilizzando mappe tematiche.

In un primo momento sono stati studiati i dati riguardanti il suolo (composizione, morfologia, aree umide…) e la vegetazione (immagini da satellite e analisi dei pollini antichi sono alcuni dei dati presi in considerazione). Una volta ricostruito il territorio si è passati a inserire nel software le strutture create dall'uomo. Ancora oggi si conservano molte rovine e soprattutto statue stele (in piedi o cadute). Una di esse è alta 33 metri ed è considerata il più grande monolito del mondo. Gli studiosi hanno utilizzato la stessa metodologia di rilevamento per inserire nel programma anche i palazzi di Enda Sem.on, Mika.el e Ta.kha Maryam, che si trovano nelle immediate vicinanze della città.

La ricostruzione virtuale della zona di Axum è particolarmente importante per capire come la società si sia sviluppata ed evoluta in un'area archeologica che nel 1980 è stata dichiarata dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità. Tuttavia questo progetto deve essere considerato non un punto di arrivo ma di partenza.

Le tecnologie della realtà virtuale permettono di realizzare mappe digitali del paesaggio storico e si distinguono dalle tecniche tradizionali per le ampie potenzialità della ricerca. I ricercatori hanno definito "Mindscape" (mind-mente, landscape-paesaggio) la possibilità di vedere il paesaggio attraverso la mente: un volo virtuale per vedere luoghi che non sono il solo prodotto di dati archeologici ma anche il frutto di racconti, miti, leggende, simboli e soprattutto emozioni.

UN UFO EVITO' LA CATASTROFE DI CHERNOBYL

Sono passati 16 anni da quel 26 Aprile del 1986 quando alle 1:23 del mattino un'enorme esplosione immetteva nell'atmosfera una immensa nube radioattiva che contaminò buona parte dell'Europa. I vigili del fuoco impiegarono diverse ore per domare l'incendio che ne derivò e molti di loro morirono mesi dopo a causa dell'esposizione alle radiazioni.
Ormai si conosce tutto o quasi della tragedia di Chernobyl, compresi i colpevoli. Furono infatti condotti degli esperimenti sul quarto reattore che provocarono il guasto e la conseguente deflagrazione.
Per un semplice caso l'esplosione non fu di natura nucleare, ma solamente termica. Se fosse successo il contrario probabilmente l'Europa non sarebbe come la vediamo noi oggi e forse metà di essa non esisterebbe più.
Per spiegare questo colpo di fortuna sono state formulate molte teorie, l'ultima delle quali vede come protagonisti addirittura gli ufo.
Sembrerebbe infatti che alcuni testimoni abbiano notato degli oggetti stazionare sopra la centrale prima dell'incidente; alcune decine di persone li avrebbero visti volteggiare per ben sei ore immediatamente al di sopra del 4 reattore, ovvero di quello responsabile dell'incidente.
Un testimone oculare, Mikhail Varitsky, afferma:"Io ed altre persone ci siamo recati sul luogo dell'incidente quella notte e abbiamo visto una sfera luminosa di circa 6-8 metri di diametro dalla quale uscivano dei raggi diretti verso il quarto reattore. Il tutto è durato quasi tre minuti".
Secondo i testimoni l'ufo avrebbe abbassato il livello di radioattività impedendo così che si verificasse un'esplosione nucleare.
Ma questo non è stato l'unico episodio del genere verificatosi sulla centrale. A distanza di tre anni la dottoressa Gospina dichiara di aver visto un oggetto di color "ambra" dai contorni molto ben definiti che sostava proprio sopra il quarto reattore. In quel periodo il reattore stava immettendo di nuovo elementi radioattivi nell'atmosfera, ma non è tutto: nell'ottobre del 1990 V. Navran, un reporter del quotidiano "L'Eco di Chernobyl", fotografava il quarto reattore, compreso il buco al centro della cupola protettiva. Egli ha affermato:"Quando ho fotografato il tetto non ho visto nessun ufo, ma quando ho sviluppato il rullino ho notato un oggetto sopra la cupola.". L'oggetto fotografato da Navran è simile in tutto e per tutto a quello descritto dalla dottoressa Gospina.
Per ora le affermazioni dei testimoni non provano nulla, ma di sicuro aggiungono nuovi misteri ad uno degli eventi più tragici dell'ultimo cinquantennio.

Usa, scienziati creeranno la vita in laboratorio

WASHINGTON - Craig Venter è già passato alla storia della scienza per esser stato il primo a 'mappare' il genoma umano. Se riuscirà nella sua prossima impresa, il fondatore della Celera Genomics potrebbe diventarne un eroe consacrato, anzi, un dio. Insieme al Nobel Hamilton Smith, Venter intende infatti creare il primo essere vivente in laboratorio.
L'annuncio è stato dato dal quotidiano Washington Post, ed è stato ripreso immediatamente dalle agenzie di stampa di tutto il mondo. Se l'esperimento riuscisse, sarebbe la prima volta che l'uomo crea la vita , un fatto che solleva problemi pratici tanto quanto questioni etiche. Le fantasie degli scrittori, dalla Shelley a Burroughs, potrebbero diventare realtà: virus fatti su misura per essere imbattibili dai farmaci, armi biologiche di nuova generazione. Per questo Venter ha deciso di annunciare l'esperimento ancor prima di condurlo, una pratica inusuale nella scienza.
Venter e Smith intendono creare un essere monocellulare con la minima quantità di geni necessari alla sopravvivenza, circa 300. Sarà una specie di clone del Mycoplasma genitalium , un batterio parassita dei genitali, l'essere vivente con il patrimonio genetico più piccolo che si conosca. Solo 517 geni, contro i 30-50mila di un umano. Venter aveva già pubblicato la mappa genomica del batterio alla fine degli anni Novanta, quando dirigeva l'Institute for Genomic Research di Rockville, Maryland.
Ma il progetto di creare la vita in laboratorio fu allora accantonato, e l'avventuroso Venter fondò nella stessa Rockville la Celera Genomics , che portò a termine il progetto sul genoma umano. Questioni di fondi, giochi di potere. Ora Venter non è più alla Celera, se ne è allontanato per dissidi interni sulle direzioni da prendere nel futuro. E il progetto di creazione della vita in laboratorio ha avuto l'ok dal dipartimento per l'energia degli Stati Uniti, tre milioni di dollari in tre anni, una somma tutt'altro che enorme. Il governo sarà quindi solo uno dei tanti finanziatori del progetto di Venter.
"Il mio obiettivo è soprattutto di capire come funzionano in concreto i componenti fondamentali di una cellula vivente", spiega Venter al Post. Ma l'esperimento potrebbe avere anche risvolti pratici nel prossimo futuro, dalla produzione di idrogeno come combustibile alla distruzione delle molecole di ossido di carbonio prodotte da centrali elettriche e industrie.
Per prevenire disastri, racconta Venter, il batterio verrà 'programmato' in modo da non poter infettare gli esseri umani, e da morire immediatamente al di fuori dell'ambiente di laboratorio. Più che un'eventuale epidemia casuale, spaventa la prospettiva che con questo tipo di tecniche si possano produrre armi biologiche. Il batterio sarà 'progettato' interamente al computer, e metterlo insieme potrebbe rivelarsi un'avventura conoscitiva straordinaria. "Potremmo arrivare a dare una definizione a livello molecolare di che cos'è la vita", dice Venter. Un compito che, se riuscisse, sarebbe un po' come i primi voli dell'uomo nello spazio, l'abbattimento di un limite che fino ad oggi era ritenuto invalicabile.

UN UFO NEL BOSCO: SVELATO UN SEGRETO MILITARE

Un Ufo nella foresta, vicino a una base della Raf (l'aeronautica militare britannica), e tre soldati che si lanciano al suo inseguimento.
Non è la trama dell'ennesimo episodio di "X-Files", ma il preciso resoconto di un colonnello dell'aeronautica americana, reso pubblico dopo più di vent'anni dal Ministero della Difesa di Londra. Prima d'ora, questo segretissimo rapporto, noto come "Rendlesham File", era stato letto da venti persone che ne avevano fatta espressa richiesta in base all'U.S. Freedom of Information Act, la legge statunitense che consente l'accesso ai documenti riservati. E' il primo di una serie di documenti riguardanti casi di avvistamenti alieni che il governo britannico ha deciso di rendere accessibili a tutti. Atti ufficiali, redatti da personale militare, e quindi testimonianze da prendere ben più seriamente rispetto a quelle di individui visionari o dotati di troppa immaginazione.

Ecco i fatti: la notte del 27 dicembre 1980, secondo quanto scrive nel suo rapporto il colonnello della U.S. Air Force, Charles I.Halt, comandante della base di Bentwaters, Inghilterra, un UFO si avvicinò alla vicina base di Woodbridge. L'avvistamento iniziò quando due soldati americani di guardia notarono "luci inconsuete" nei pressi del perimetro dell'installazione militare. Chiesta l'autorizzazione ai superiori, i due uscirono nella foresta per investigare, insieme a un terzo commilitone.
"Gli uomini riferirono di uno strano oggetto luminoso nel bosco" scrive il colonnello. Secondo la descrizione, l'oggetto sembrava "di natura metallica e di forma triangolare, alto circa due metri e largo tre".

"Illuminava l'intera foresta di una luce bianca, aveva una luce rossa sulla punta e una serie di luci blu alla base. Era sospeso nell'aria o era appoggiato su delle gambe metalliche".

Quando la pattuglia tentò di avvicinarsi, l'UFO manovrò tra gli alberi e scomparve. Circa un'ora dopo, l'oggetto fu avvistato di nuovo vicino ai cancelli della base. "Più tardi nella notte, una luce rossa come il sole fu vista attraverso gli alberi. Si muoveva e pulsava. A un certo punto si divise in cinque separati oggetti luminosi bianchi che poi scomparvero".

Immediatamente, nel cielo si notarono tre oggetti "simili a stelle", che cominciarono a muoversi e a mutare colore e forma. Lo spettacolo durò più di un'ora, poi tutto sparì.
Durante l'avvistamento, i radar delle due basi non registrarono nulla di anomalo, e i tre soldati tentarono senza esito di riprendere l'oggetto con una videocamera.
Proprio per questi motivi, il Ministero della Difesa britannico precisa di aver accolto con scetticismo il rapporto del colonnello, pur rimanendo con un atteggiamento "aperto" di fronte al fenomeno.
"Non fu trovata nessuna prova di minaccia alla sicurezza del Regno Unito, e nessuna indagine ulteriore fu portata avanti".

Questo, nonostante la mattina dopo gli uomini del colonnello avessero trovato nel terreno tre vaste depressioni circolari, e il livello di radioattività fosse dieci volte superiore alla norma.
L'esercito spiegò le luci con il fatto che probabilmente la pattuglia aveva visto tra gli alberi i riflessi del faro di Orford Ness. Quanto alle luci nel cielo, probabilmente si era trattato di fuochi artificiali.
Ma il mistero, vent'anni dopo, resta.

Dinosauri con quattro ali, antenati degli uccelli

PECHINO - I paleontologi cinesi sono convinti che le quattro ali servissero per muoversi da albero ad albero. Ma al di là dell'uso che questi animali ne facessero, la scoperta fatta dagli scienziati cinesi getta una nuova luce sull'evoluzione della specie animale. Gli studi compiuti su alcuni fossili hanno portato alla scoperta di animali molto simili a dinosauri, con quattro ali piumate.
Come ricorda il capo del team che ha guidato la ricerca, Xing Xu dell'istituto di paleoantropologia di Pechino: "La scoperta arricchisce di informazioni cruciali la questione da tempo dibattuta sulle origini degli uccelli".
In qualche modo potrebbe essere in quei fossili la risposta alla domanda che da tempo si pongono gli scienziati sull'origine del volo degli uccelli. Da quelle quattro ali ricoperte di piume la rivelazione su come gli ascendenti degli uccelli, che si sa fossero dinosauri, abbiano mosso i primi passi vero l'evoluzione e verso il volo.
Certo restano ancora degli interrogativi su come queste ali venissero usate dagli animali e se in effetti fossero in grado di sostenere delle traversate in aria

La più antica mamma stellare

Scoperta da un ricercatore dell'Universita' di Monaco di Baviera la piu' antica mappa stellare. Si tratta di una tavoletta d'avorio datata tra i 32.500 ed i 38.000 anni fa, con su inciso il disegno della costellazione di Orione.
Il ritrovamento, realizzato dallo studioso Michael Rappenglueck, risale al 1979, ma la datazione del reperto e' stata annunciata in questi giorni dall'ateneo tedesco. Sulla tavoletta, un minuscolo frammento di zanna di mammuth, e' inciso un corpo umano con braccia e gambe aperte, quasi a ripetere le stesse forme delle stelle di Orione.
La tavoletta e' stata ritrovata da Rappenglueck, esperto di mappe stellari e di incisioni di stelle realizzate nei disegni preistorici, in una caverna nella valle di Ach, nel Giura di Svevia, in Germania. Tra le grandi particolarita' di questo reperto, Michael aveva notato subito alcune piccolissime incisioni laterali e sul retro della tavoletta.
Cosi', nel corso degli anni dedicati allo studio del frammento millenario, lo studioso ha maturato l'ipotesi che si potesse anche trattare di un lontanissimo parente dei moderni calendari, realizzato probabilmente per capire il termine di una gravidanza.
Negli anni passati molti archeologi hanno tentato di interpretare il significato del disegno inciso sulla tavoletta di Ach, ma solo di recente il tedesco Rappenglueck ha potuto accreditare la sua idea. E cioe' che si tratti proprio di una mappa della costellazione di Orione.
Secondo l'esperto, infatti, le proporzioni della figura umana incisa sul frammento corrispondono all'insieme di stelle che compone il disegno di Orione. Cosi' come la spada che si vede sulla tavoletta e' una caratteristica tipica di questa costellazione.

LA SCOMPARSA DELLA CIVILTA' MAYA

Pare sia la siccità la causa principale della scomparsa dei Maya, la mitica popolazione che dominò l'area dell'America Centrale - in Messico in particolare - per
un periodo di circa 3.000 anni. Il regno di questo popolo - divenuto negli anni leggendario, grazie ai meravigliosi templi sopravvissuti al tempo, monumentale
testimonianza della loro civiltà - viene generalmente suddiviso in tre periodi storici.Il primo periodo è quello Pre-Classico, dal 2000 a.C. al 250 d.C; il periodo classico si è sviluppato tra il 250 d.C ed il 900 d.C., mentre il terzo ed ultimo periodo, il Post-Classico, ha avuto termine nel 1500 d.C. Fino ad oggi, la scomparsa del popolo Maya, era ancora avvolta nel mistero.Gli studiosi non erano in grado di stabilire con esattezza le cause scatenanti che, dal 740 al 950 d.C. provocarono la graduale sparizione dei Maya dalla penisola dello Yucatan. Secondo le dichiarazioni rilasciate da Gerald H. Haug, responsabile del Centro Geofisico di Potsdam, in Svizzera, tra le ragioni principali vanno annoverate sicuramente le cause climatiche, e in particolare la siccità. Analizzando il livello di titanio - indicatore del volume di pioggia caduta - presente nei sedimenti rocciosi, ne risulta che la penisola dello Yucatan soffrì tre periodi di forte siccità, che coincidono
perfettamente con quanto già appurato dai archeologi relativamente al periodo del grande esodo.

LE SCIMMIE DELLA PACE

Si chiamano muriquì, vivono solo nella giungla brasiliana e sono state classificate come la specie animale più buona ed evoluta del pianeta. A dispetto delle teorie evoluzionistiche classiche, che sostengono la necessità della competizione per la
sopravvivenza tra gli individui della stessa specie, queste scimmie vivono tranquillamente in gruppi organizzati secondo la predominanza non del più forte,
ma bensì del più amato. Tra loro parlano e si abbracciano, utilizzando un linguaggio e un atteggiamento per molti versi simili a quelli umani. I ricercatori brasiliani si occupano da anni di seguire le evoluzioni dei muriquì e dopo innumerevoli ore di
registrazione, hanno ricavato 534 diverse sequenza foniche, molto simili alle espressioni vocali usate da noi umani. L'altra particolarità di questi primati,
consiste nel loro temperamento non aggressivo, ma al contrario, pacifico e assolutamente privo di competizione.
Le "scimmie buone" si meritano questo appellativo proprio perché vivono secondo le regole di una comunità basata sulla fratellanza e la solidarietà: si aiutano tra loro e si abbracciano molto spesso e dimostrano solidarietà in tutte le situazioni della vita sociale. Per conoscere meglio i muriquì e le loro

23.07.2002 ------------------------------------------------------

BIMBO LUPO IN KAZAKHSTAN

Si chiama Ablai, ha sei anni, ed è un rarissimo caso di ipertricosi, una disfunzione genetica che procura una crescita di peli fuori dal comune. Il bimbo, che è nato e vive nel villaggio di Taremgash in Kazakhstan, per il resto è perfettamente normale, ma tra gli abitanti è ormai il "bambino lupo". Pare che lo scherzo che la natura ha fatto al piccolo Ablai sia da imputare all'incesto. L'ipertricosi infatti è ritenuta un'alterazione dei geni che i medici pensano possa ricondursi all'accoppiamento tra persone dello stesso sangue. E nel piccolo villaggio kazakho in effetti sono tutti imparentati.
Già nell'antichità era nota questa affezione, tramandata attraverso storie e leggende che raccontano di uomini simili ai lupi, dai poteri eccezionali e degni di assoluto rispetto per il timore che incutevano. Il piccolo Ablai sin dalla nascita presentava i segni della malattia. Adesso è coperto da una quantità di peli cento volte superiore alla norma, con i capelli che ricoprono interamente la fronte e le guance. Quando Ablai sarà adulto, avvertono i medici, la quantità di peli crescerà ancora enormemente coprendolo dalla testa ai piedi. Già adesso gli altri bambini hanno paura a giocare con lui,racconta la madre Ayaulym, la quale non è però particolarmente preoccupata per il figlio, che vuole mandare a scuola.
Ablai è infatti sveglio e gli piace parlare e recitare poesie a memoria. Il vero sogno di Hayaulym è però un altro: trovare un circo che voglia fare di Ablai una star. La donna, che non e' mai stata in una grande città, non ha mai visto un circo, ma le e' stato raccontato, e da allora non pensa che a questo futuro per il "figlio lupo".

TELETRASPORTO SEMPRE PIU VICINO

SYDNEY - E se il teletrasporto che ha reso celebre il capitano Kirk e Spok diventasse realtà in tempi rapidi? Non stiamo parlando di fantascienza ma di realtà. Il ministro delle scienze australiano Peter McGauran, ha annunciato che un'equipe di scienziati ha teletrasportato con successo un raggio laser, trasferendolo istantaneamente da un luogo all'altro del laboratorio.
E' ancora troppo presto per sperare di poter rivoluzionare le abitudini quotidiane, forse per teletrasportarsi in ufficio, al cinema o in vacanza. Ma l'esperimento sgombra il campo alla possibilità che in futuro vengano create copie perfette di oggetti posti in luoghi diversi.
L'utilizzo di questa tecnica apre la strada al suo utilizzo nel campo dei personal computer: sarà infatti possibile mettere insieme pc milioni di volte più veloci degli attuali e alla cifratura inespugnabile di dati segreti.
Sono sei i team che in tutto il mondo continuano a compiere esperimenti di teletrasporto. La prima a riuscire in questo tipo di esperimenti era stata un'equipe californiana che era riuscita a condurre lavoro preliminare sul 'teleporting' con particelle di luce detti fotoni nel 1997. Lo scorso ottobre è stata la volta dei ricercatori dell'Università di Aarhus in Danimarca che avevano a livello teorico come realizzare il teleporting di atomi:
Quanto effettuato in Australia però è considerato al 100% affidabile.
Usando un procedimento noto come 'quantum entanglement' (reticolato di quanti), l'equipe australiana guidata dal fisico Ping Koy Lam, di appena 34 anni, ha 'smontato' un raggio laser a un'estremita' di un sistema di comunicazione ottica e ne ha ricreato una replica a un metro di distanza. L'idea alla base di tutto è che se un insieme di particelle (elettroni, protoni, ioni e, in generale, atomi) ha le stesse proprietà, per duplicarlo non servirà riprodurre le particelle in quanto tali, ma le loro proprietà. Quindi per replicare perfettamente un oggetto deve essere trasferita solo l'informazione sulla sua composizione quantica e non le particelle stesse di cui è composto.
''Abbiamo dimostrato che possiamo catturare miliardi di fotoni, distruggerli simultaneamente e poi ricrearli altrove'', spiega il docente che ha ricordato come il prossimo passo sarà il teletrasporto di atomi, un passo ulteriore per il trasporto di oggetti. Anche se per tele-trasportare macchine, utensili e persone bisognerà aspettare ancora a lungo.

HOLLYWOOD - Il vino? Lo scelgono solo se consono al loro segno zodiacale. L'ultimo dei capricci dei divi hollywoodiani diventa trend. Ricchi, famosi e insicuri, anche nelle scelte più banali, fra le quali, appunto, quella dei vini. Non c'è party ad Hollywood in cui, prima di invitare l'ospite vip non gli si chieda una mappa astrologica per individuargli il vino più adeguato.

VINO E ZODIACO FRA I VIP

Ad inaugurare l'insolita tendenza è stato Mickey Rourke
, il primo che in occasione dei party mensili nella sua villa di Los Angeles è ricorso all'enoastrologia, avvalendosi della consulenza di Pino Dimastrodonato, titolare dell'azienda pugliese Lomazzi&Sarli, consulente privato dei vip in campo di vini. L'ex bello e dannato, il cui amore per il Salento e la devozione a Padre Pio sono da tempo noti alle cronache è stato immediatamente imitato dalla coppia più invidiata dello star-system hollywood Michael Douglas e Catherine Zeta Jones, due Bilance, e perciò attentissimi ai dettami della moda.
Ad Hollywood non c'è party al cui ingresso gli invitati non siano accolti da un sommelier e da un'astrologa che, dopo aver posto la fatidica domanda "Di chesegno sei?" ed elaborato una mappa astrologica, guidano i convenuti nella scelta del vino più congeniale Sharon Stone , languida Pesci, pretende il Tocai friulano; Johnny Depp , giocoso Gemelli, vuole invece per se Rosè leggero; regale Barolo o Imperium per le regine della musica, Madonna e Tina Turner, entrambe del Leone.


UN NUOVO MOSTRO DEL LAGO

L'anno scorso era toccato a Selma, il mostro del lago di Seljord, a 170 km a sud ovest di Oslo. Quest'anno torna la caccia al mostro del lago e nel mirino degli esperti ''acchiapamostri'' è finito un altro serpentone, quello che secondo la tradizione abita dal 1750 il lago di Romsjoen, vicino il confine con la Svezia.
A capo della spedizione, denominata Gust (Global Underwater Search Team) c'è Jan Sundberg che può vantare un discreto curriculum nel settore. La scorsa primavera ha infatti partecipato a una operazione con radar high tech e equipaggiamenti sonar per scovare Nessie, il più celebre mostro del mondo, che da secoli abita il lago di Loch Ness. Secondo lo zoologo, anche se la caccia in Scozia non aveva dato grandi risultati, il lago norvegese potrebbe offrire maggiori possibilità. Questo perché è lungo solo 15 km.
La parte tecnica dell'operazione è stata affidata a un giovanissimo studente di informatica, Espen Samulsen, che ha appena venti anni. Sarà lui a gestire l'apparecchiatura sonar prestata dalla marina svedese, un tempo utilizzata per intercettare i sottomarini sovietici. Ma è lo stesso Samuelsen a precisare che lo scopo dell'operazione, denominata Sea Serpent è solo quella di immortalare il mostro e poi lasciarlo al silenzio dei fondali.

LA CITTA' DI ALESSANDRO

Sarebbe Balkh, vicino a Mazar-i-Sharif, il luogo dove sorgeva l'antichissima Bactra, capitale dove Alessandro Magno sposò Roxane e regnò sull'Asia: lo hanno scoperto alcuni archeologi francesi.

Otto italiani su 10 credono all'esistenza degli UFO

ROMA - E.T. telefono casa? La bella favola del grande schermo non è solo fiction per gli italiani. Ben l'80% degli abitanti del nostro Paese crede, infatti, nell'esistenza degli extraterrestri. E' quanto emerge da un sondaggio svolto dal Cirm e pubblicato dal mensile scientifico Quark in edicola domani. Mentre solo il 16% non ritiene che ci siano altre forme di vita nell'universo e il 4% è senza opinione. Il sondaggio fa parte di un dossier dedicato dal giornale alla ricerca della vita aliena e ai luoghi dell'Universo in cui potrebbe essersi sviluppata.

Più del 50% degli intervistati pensa che tra le stelle si possano essere sviluppate civiltà pari o superiori alla nostra (esseri intelligenti 28%, una civiltà pari alla nostra 7%, una civiltà superiore alla nostra 16%). Questo però non vuol dire che gli extraterrestri siano simili a noi anche nell'aspetto. Per il 60% degli intervistati, gli alieni sarebbero infatti abbastanza, se non addirittura molto diversi da noi.

Dove si trovano? Secondo gli intervistati, gli extraterrestri vivono in qualche altra galassia (44%), nella Via Lattea (27%) o addirittura all' interno del nostro Sistema Solare (9%). Ma cosa succederà quando li incontreremo? La maggioranza degli italiani è pessimista sulle possibilità di una convivenza pacifica: il 48% la ritiene improbabile soprattutto per colpa nostra (37%).

KEO: in un satellite un messaggio per il futuro

Come sarà la Terrà fra cinquantamila anni? Non lo sapremo mai. Ma le popolazioni di quel tempo sapranno come noi eravamo. Ne avranno una fotografia esatta, tramandata dalla tecnologia che oggi possediamo e che ha elaborato un satellite che l'anno prossimo verrà lanciato nello Spazio e orbiterà per 500 secoli senza sosta, per poi tornare sulla Terra e consegnare un archivio della nostra civiltà.

Si chiama Keo: una sfera metallica dal diametro di poco più di mezzo metro, con due ali leggere e un "cuore" dove si trovano tanti dischi digitali con tutte le informazioni dell'Uomo del terzo millennio. L'aspetto straordinario è che tutti gli abitanti della Terra possono scrivere un messaggio da destinare alle future generazioni. Tutti possono collegarsi al sito di Keo.org e lasciare al futuro una sorta di testamento cosmico, senza alcuna censura, in qualsiasi lingua e con un unico limite: non più di seimila caratteri, quattro pagine di quaderno (il messaggio si può anche inviare per posta a Keo, BP 100, 75262 Parigi Cedex 06, France).
Già in tanti hanno scritto e inviato il proprio messaggio. Perché il progetto Keo è nato nel 1994 dalla mente dello scienziato e artista dei metalli francese Jean-Marc Philippe. La sua idea: lasciare alle popolazione future una traccia di come siamo. Un progetto universale nel senso proprio del termine: lo stesso nome Keo è la sintesi dei tre suoni (K, E, O) più diffusi tra le lingue esistenti. Un progetto pieno di fascino che ha attirato grandi nomi della scienza e dell'industria: Aerospatiale, Arianespace, Ministero francese degli Affari Esteri, Unesco e Agenzia Spaziale Europea.
E' tutto pronto. L'anno prossimo (non è stato ancora stabilito il giorno esatto) un razzo Ariane 5 lancerà la "sfera alata", che girerà attorno al nostro pianeta fino a quando, dopo 50mila anni, atterrerà tra le civiltà del futuro.

Il cuore di Keo: il tesoro archeologico. Keo consegnerà ai posteri le coordinate della nostra civiltà. In un diamante, infatti, verranno racchiusi i quattro elementi fondamentali: acqua del mare, aria, una manciata di terra e in più una goccia di sangue umano. Inoltre verrà tramandata una sequenza del Dna dell'homo sapiens e una piastra raffigurante la configurazione del nostro sistema solare all'inizio del XXI secolo. Ci sarà anche la "Biblioteca di Alessandria", una raccolta in cd-rom dove vengono descritti i costumi, la cultura e la conoscenza dell'Uomo contemporaneo. Poi una raccolta di ritratti di uomini, donne e bambini di tutte le razze esistenti nel terzo millennio. E, ovviamente, tutti i messaggi raccolti da ogni angolo dell'Umanità registrati su dischi digitali. C'è anche un "manuale per l'uso", per spiegare all'Uomo del futuro come decifrare i cd-rom. "Come nella Stele di Rosetta - scrive Philippe - le informazioni verranno rappresentate in modo da facilitare il compito della decifrazione".
Come funziona. Keo è un "satellite passivo", il che vuole dire che non ha energia propria, non ha motore, strumentazione o sistemi elettronici. Ma riuscirà a orbitare attorno alla Terra per cinquanta millenni sfruttando le forze della natura: l'attrazione lunare e solare; la pressione delle radiazioni cosmiche; l'atmosfera terrestre. L'orbita sulla quale viaggerà sarà circolare, con un'inclinazione di circa 57 gradi e ruoterà sopra la Terra a un'altitudine di 1.800 chilometri. Il cuore di Keo è una sfera del diametro di circa 80 centimetri, con un'apertura "alare" di dieci metri, per un peso complessivo di poco meno di 100 chilogrammi. I materiali utilizzati per la sua costruzione sono principalmente titanio, tungsteno e alluminio, e sono in grado di proteggere il satellite da meteoriti, radiazioni cosmiche, atomiche e temperature superiori a 2.800 gradi centigradi.

La particolarità di Keo sono comunque le sue ali metalliche. Hanno un fine decorativo: si apriranno e assumeranno forme differenti a secondo della temperatura, aprendosi al passaggio tra la luce del sole e l'oscurità faciliteranno l'avvistamento dalla Terra. All'interno del satellite c'è un "orologio astronomico", che calcolerà l'accelerazione terrestre durante il tempo e permetterà a Keo di tornare a casa tra 50mila anni. Per quanto riguarda il suo contenuto (l'archivio "archeologico"), è stato studiato un sistema di protezione anti-shock, in grado di resistere a un impatto a terra di 103 metri al secondo, Keo infatti piomberà sul nostro pianeta tra cinquantamila anni e se dovesse finire in mare galleggerà.

17.06.2002 ------------------------------------------------------

PROCESSO GUCCI
Il fascicolo maledetto
Ormai lo chiamano il fascicolo " maledetto": tutti i cancellieri che toccano i faldoni del delitto Gucci vengono colpiti da una misteriosa malattia.
Il personale della Corte d'Appello ha denunciato " vistose macchie sulla pelle" e " fastidiose irritazioni alla gola".
Potrebbero trattarsi di batteri, sviluppatesi a causa della cattiva conservazione dei documenti ma alcuni fatti rivestono di "un alone di mistero" queste strane macchie!
E' a conoscenza di chiunque, infatti, che tutto il dibattimento è stato segnato da sfide tra maghi e cartomanti con decine di verbali su magie nere e riti esoterici.
Una cosa comunque risulta certa: in attesa che si chiariscano le cause dei malori nessun impiegato accetta più di aprire quei sigilli maledetti!

La leggenda della " corriera fantasma" del Vajont
Torna la leggenda della "corriera fantasma" del Vajont: una comitiva di turisti, svizzeri od olandesi, che sarebbe passata in pullman per Longarone proprio nel momento del disastro. A quasi 40 anni dalla tragedia del Vajont, la storia, fiorita nei primi giorni successivi alla tragedia, è stata rilanciata dalla pubblicazione sui quotidiani del gruppo Finegil del Veneto della testimonianza di un operaio di Vittorio Veneto (Treviso), Alvise Maso, che sostiene di avere trovato, circa otto mesi dopo la notte del 9 ottobre 1963, sotto il greto del torrente i rottami del pullman che avrebbe imprigionato le vittime.
Maso ha deciso di parlare solo dopo la proiezione del film Vajont. ''Hanno scritto troppe barzellette - dice - però le cose stanno proprio così''. Sulla base delle sue indicazioni, nelle scorse settimane, la procura ha fatto eseguire degli scavi, che però non hanno dato alcun esito. Ma i membri del Comitato per i sopravvissuti del Vajont continuano a credergli e sostengono che gli scavi ordinati dalla magistratura sono stati effettuati in una zona sbagliata e soprattutto senza la supervisione di Maso.
''E' da dicembre - dichiara Micaela Coletti, per il Comitato - che siamo in contatto con il signor Maso, e a febbraio abbiamo presentato un esposto alla Procura di Belluno. Abbiamo fatto anche un sopralluogo con il sindaco sul greto del Maè, e abbiamo anche dei reperti. Hanno sbagliato il posto, di poco ma hanno sbagliato, e non hanno scavato a fondo''.
Alcuni superstiti della tragedia raccontarono che, qualche giorno dopo la strage, si presentarono a Longarone persone provenienti dalla Svizzera (o dall'Olanda) in cerca della corriera. ''Ma all'epoca - conclude Coletti - i viaggi non erano organizzati con itinerari e tempi precisi''. Ultimo particolare che aggiunge sempre chi crede alla storia della "corriera fantasma": il ritrovamento di un cadavere di donna con i capelli biondi.


Le Api……agenti antiterrorismo!!!
Altro che polline. Riconoscono gli esplosivi, le sostanze stupefacenti e perfino le mine anti uomo. Sono le api i nuovi animali utilizzati dal Pentagono.
Secondo quanto rivela il quotidiano britannico The Independent , infatti, negli ultimi tre anni il governo americano ha sponsorizzato programmi per insegnare alle api come individuare materiale 'utile'.
E i risultati, stando ai primi test effettuati lo scorso anno, sono eccellenti. Le api sono infatti state in grado di riconoscere e individuare due camion pieni di esplosivo. "I risultati preliminari dell'esperimento sono stati molto incoraggianti fino a questo momento", ha commentato il portavoce dell'Agenzia per i progetti di ricerca avanzata della Difesa. Le api, hanno riferito, sono riuscite a individuare la sostanza richiesta nel 99% dei casi. Il Pentagono adesso potrebbe dare vita a colonie di api nei pressi di punti di sicurezza strategici.

SCOPERTA IN GUATEMALA UNA MONTAGNA DI GIADA BLU
CITTA' DEL GUATEMALA - Erano 50 anni che cercatori e scienziati erano sulle sue tracce, ma c'è voluto un uragano catastrofico nel 1998, di quelli che seminano morte e distruzione per portare alla luce il tesoro della Sierra de la Minas, in Guatemala: una montagna di giada blu la pietra sfruttata dall'antico popolo degli Olmechi fiorito nel primo millennio avanti Cristo.
Una spedizione scientifica statunitense ha reso la leggenda verità: la 'montagna di giada blu' è grande all'incirca come Rhode Island, o meglio 2,500 chilometri quadrati. Le vene del giacimento individuate sono di due metri di spessore e oltre 50 di lunghezza, pari ai depositi rinvenuti nella ex Birmania (Myammar), finora ritenuti i giacimenti più grandi al mondo.

Gli Olmechi erano maestri nell'arte della lavorazione della giada blu, da cui ne ricavavano preziose statuette ornamentali e raffinati monili, rinvenuti in grande quantità dagli archeologi negli insediamenti scoperti in Guatemala e sulla costa del Golfo del Messico.
Ora, la gemma preziosa non sarà più appannaggio esclusivo dei musei ma finirà verosimilmente nelle vetrine delle gioiellerie di mezzo mondo: il governo guatemalteco ha infatti venduto in esclusiva nel 1974 i diritti per lo sfruttamento delle miniere di giada nel paese alla compagnia mineraria statunitense 'Jade S.A.

SOTTO IL CUORE DI MARTE PULSA UNA MONTAGNA DI GHIACCIO
Un mare ghiacciato giace sotto la superficie del pianeta Marte, contenente una enorme quantità di acqua. La sensazionale scoperta è stata annunciata dagli gli scienziati della NASA (l'ente aero-spaziale statunitense), anticipando il contenuto dell'articolo che uscirà nei prossimi giorni sulla rivista Science, sulla base dei rilevamenti trasmessi a Terra dalla sonda Odyssey. Secondo gli scienziati della NASA, prende sempre più consistenza l'ipotesi che il pianeta abbia ospitato alcun forme di vita, in passato.
"La quantità d'acqua è superiore a quella che la maggior parte delle persone avrebbe mai pensato", ha dichiarato William Boynton dell'Università dell'Arizona, che ha condotto diversi studi in materia. "L'acqua si trova molto probabilmente a circa un metro sotto la superficie,- ha aggiunto. Spiegando poi che la quantità può essere comparata a quella del lago Michigan, uno dei grandi Laghi, situato tra Canada e Stati Uniti.
Gli scienziati hanno cercato l'acqua per molteplici ragioni: innanzitutto perchè appare indispensabile per provare l'esistenza di forme di vita e, inoltre, perchè nel caso di una ipotetica spedizione sarebbe fondamentale per berla, oppure per l'idrogeno. "La quantità d'acqua - ha infatti spiegato - Bill Feldman del Dipartimento di Energia di Los Alamos- è sufficiente per supportare una esplorazione sul pianeta.
Per gli scienzati la scoperta è fondamentale anche per compenderne meglio il clima e la geologia. Marte sembra aver avuto acqua un tempo, ma che poi si sia esaurita. " Vi sono profondi canyon, più profondi e vasti di qualunque canyon terrestre. La superfice, attualmente è un deserto; con una temperatura di -63 gradi e con l'atmosfera rarefatta , vi è ben poca speranza di trovare acqua in superfice. Ma la Nasa ha usato strumenti per trovare l'acqua e si sta domandando se sia possibile utlizzarla

06.05.2002 ------------------------------------------------------

ISAC ASIMOV IL RE DELLA FANTASCIENZA

scrittore-scienziato Isaac Asimov, uno dei maestri della fantascienza mondiale, morì di Aids all'età di 72 anni. L'infezione di Hiv fu da lui contratta in seguito a una trasfusione di sangue. Lo ha rivelato la vedova di Asimov, Janet Opal Jeppson, in un'intervista concessa al giornale inglese The Sunday Times in occasione delle celebrazioni organizzate in ricordo dei dieci anni dalla scomparsa dello scrittore statunitense di origine russa, avvenuta il 6 aprile 1992 a New York.
Asimov, autore delle celebri serie fantascientifiche dell'''Impero'' e dei ''Robot'', fu sottoposto a una trasfusione contaminata prima di subire un delicato intervento di chirurgia cardiovascolare. Asimov apprese di essere sieropositivo tre anni prima della morte. Su consiglio dei medici che lo tenevano sotto controllo, lo scrittore ha sempre mantenuto il segreto sulla natura della malattia di cui soffriva.
''Non lo dicemmo pubblicamente, anche perché all'epoca molta gente avrebbe potuto nutrire dei pregiudizi verso di noi'', ha affermato ''sinceramente'' la vedova Janet Opal Jeppson Asimov, 75 anni. ''Dieci anni fa la gran parte delle persone, compresa gente acculturata, manifestava timore alla sola idea di avvicinare un malato di Aids'', ha aggiunto la moglie del maestro della fantascienza. Nel 1983 Isaac Asimov fu ricoverato per essere sottoposto a un triplo by-pass al cuore. A quell'epoca si era solo agli inizi della conoscenza pubblica del grave problema dell'Aids e anche le donazioni di sangue non erano analizzate con lo scrupolo che sarà poi messo in campo per evitare i pericoli di infezione da Hiv tramite trasfusioni.
L'intervento cardiochirurgico di 19 anni fa aiutò l'autore di Io, Robot a superare la fase critica causata dall'angina di cui aveva gravemente sofferto, ma nel giro di cinque anni il suo stato fisico cominciò a peggiorare visibilmente


IN AFRICA FOSSILE DI CRANIO
DI UN MILIONE DI ANNI


E' un fossile di cranio di un milione di anni fa quello che è stato ritrovato in Africa Orientale.
E' importante perché stabilisce che in Africa come in Asia, appunto intorno ad un milione di anni fa, una sola specie si stava avventurando a colonizzare il pianeta.
Finora il dibattito scientifico considerava probabile che ci fossero due specie distinte: Homo erectus e Homo ergaster!
Ora l'esame di quest'ultimo fossile porta a pensare che si tratti della stessa specie.
Probabilmente l'avvio dell'Era glaciale, attorno a 950 mila anni fa, potrebbe aver separato le diverse popolazioni di Homo erectus portandole ad un destino diverso.
Quella africana si sarebbe evoluta portando poi alla comparsa dell'Homo sapiens, mentre quella asiatica si sarebbe estinta.

CINTURE DI CASTITA' VENDESI

A Roma uno scultore specializzato nel virtuoso manufatto, Angelo Camerino , 70 anni, ha ricevuto ordinazioni anche da cinque cittadini dell'Arabia Saudita e da due olandesi per le sue particolarissime creazioni.
Lo scultore aveva debuttato nel settore dieci anni fa, quando creò un primo modello di mutande in lamiera. Ma la sua vera ribalta è stata dopo il caso di Bobbit, l'americano evirato dalla moglie: un dipendente dell'ambasciata statunitense, racconta lo scultore, gli commissionò tre cinture di castità da spedire a New York ad alcuni amici. Il successo fu poi suggellato anche da una mostra nel '98 dove mise in vendita otto cinture, quattro da donna e quattro da uomo.
In cinque anni Angelo Camerino ha venduto venticinque cinture di castità, tutte in lamiera d'acciaio, foderate in cuoio e raso, del peso di circa un chilo, e con il classico lucchetto all'altezza della pancia.
Per le sue ultime creazioni lo scultore ha lavorato persino la lamiera d'acciaio con intarsi e disegni. Per i due olandesi, il prezzo è stato quello standard di due milioni, mentre i cinque arabi non hanno esitato a pagare anche tre milioni e mezzo di lire. Volevano una cintura più pesante e senza imbottiture.
''Specie quelle foderate di cuoio e raso - spiega Camerino - penso siano adoperate per giochi erotici. Mi è capitato anche di prendere ordinazioni da mariti gelosi della moglie, come è accaduto tempo fa con un signore calabrese. Una volta sono arrivati nel mio studio anche alcuni turisti giapponesi, armati di macchina fotografica, che volevano visitare la 'fabbrica delle cinture di castita. Ma io sono uno scultore, le cinture le faccio solo quando me le chiedono, non c'è nessuna fabbrica''.
L'anziano scultore, che lavora al Tuscolano, una zona popolare di Roma, ha studiato anche la storia di queste cinture. ''Nel Medioevo erano strumenti di tortura e sono state vietate. Se qualcuno mi chiedesse di realizzarle in modo da provocare danno o dolore, non lo farei''.

LUCI MISTERIOSE A BERLINO

Finestre che tremano. Fulmini a intermittenza. E poi, nel cielo della Baviera, un misterioso fascio di luce che illumina la notte. E' successo nella notte tra sabato e domenica, scatenando l'allarme degli abitanti della regione tedesca e i dubbi degli esperti.
''Ci sono stati parecchi fulmini e anche le finestre hanno tremato'', ha dichiarato un portavoce della polizia di Garmisch-Partenkirchen. Gli esperti non si sono messi ancora d'accordo su una spiegazione dell'insolito spettacolo luminoso.
Secondo quanto riferito dalla polizia tedesca, la Nasa, l'ente spaziale americano, avrebbe addirittura ipotizzato che, a scatenare lo spettacolo luminoso, sarebbero stati alcuni detriti provenienti dallo spazio. Sarebbero stati proprio loro che, una volta entrati nell'atmosfera terrestre, avrebbero preso fuoco. Poi, a una seconda analisi, gli stessi esperti della Nasa avevano messo in dubbio la loro prima versione.
Secondo l'ufficio meteorologico tedesco, invece, potrebbero esserci connessioni con l'avvicinarsi di una cometa. Ancora diversa la versione dell'esperto di Ufo di Mannheim Werner Walter, che ha azzardato l'ipotesi che si sia trattato di un ''bolide'' a forma di ''palla di fuoco'': una specie di ''fratello gigantesco delle stelle cadenti'' entrato con traiettoria piatta sulla superficie terrestre e poi frantumatosi in singole parti. Questi fenomeni, a suo giudizio, non sono affatto inconsueti.
Lo spettacolo di luce è stato avvistato attorno dalle 22 ed è proseguito fino alle luci del mattino: telefonate di cittadini allarmati sono giunte da Alta Baviera, Svevia, Franconia e Alto Palatinato.

L'ACQUA DI KANDAHAR E' AFRODISIACA

Una piccola consolazione per gli afghani colpiti dalla guerra, dal terremoto, dal freddo e dalla fame. L'acqua di Kandahar è poca ma buona, nel senso che, come dicono gli abitanti confermando un'antica leggenda, sarebbe afrodisiaca.
"Fin da piccolo mi hanno raccontato storie sul fatto che l'acqua di Kandahar è buona per l'energia sessuale - ha detto Ubedullah, commerciante 21enne - poi, quando sono cresciuto, l'ho sperimentato personalmente".
Sarà perché, spiegano gli uomini della città ex roccaforte talebana, l'acqua di Kandahar viene direttamente dallo scioglimento delle nevi sulle montagne a nord-est della città, nella provincia di Ghazni. Non è così, invece, nelle città pakistane di Quetta e Karachi.
Akhtar Mohammed, 29 anni, rappresentante di cosmetici che viaggia spesso tra Kandahar e il Pakistan, non ha dubbi. "Quando vado in Pakistan, non mi sento eccitato - dice in maniera esplicita - mi sento freddo, ma quando torno a Kandahar, è diverso. Questa è la mia esperienza personale".
Parlare dei piaceri dell'alcova è ormai cosa consueta dal giorno della liberazione dal regime dei talebani. Certe tradizioni locali sono però dure a morire. Mohammed non potrà vedere la sua futura sposa fino al giorno del matrimonio. Lei intanto sarà guardata a vista dalle parenti di lui. I futuri coniugi si guarderanno per la prima volta negli occhi attraverso la loro immagine riflessa in uno specchio.

19.03.2002 ------------------------------------------------------

PIRAMIDI SOTTERRANEE

scoperto in Crimea (l'attuale Ucraina) nei pressi di Sebastopoli, nella fascia costiera lungo il Mar Nero, dove di costruzioni architettoniche di quel tipo non si era mai sentito parlare. A renderle ancora più enigmatiche è il fatto che siano sotterranee, sommerse da strati e strati di terreno roccioso.

Le piramidi sono state ritrovate per caso, da un gruppo di geologi che stavano scavando nelle vicinanze della città. Più in particolare, la scoperta è stata fatta non da un archeologo ma da un fisico: si chiama Vitalij Anatoljevic Gokh, capitano di vascello a riposo, esperto di rilevazioni sotterranee. Intervistato da Panorama, ha confidato di essersi imbattuto nelle costruzioni a punta per pura casualità, mentre cercava sorgenti d'acqua, una vera rarità da quelle parti.

Nel corso degli scavi i geologi si sono ritrovati davanti a un vuoto sotterraneo avente una forma piramidale. Ma il gruppo di studio resta al lavoro, avendo per ora effettuato scavi solo su una prima piramide, quella più vicina a Sebastopoli.
Proseguendo gli studi sotterranei, infatti, è risultata la presenza complessiva di 37 costruzioni, di cui 7 nei pressi di Sebastopoli, tutte allineate lungo la costa di fronte all'Anatolia . Sono molto simili a quelle egizie (anche se quelle hanno quattro lati, queste invece solo tre).

Ma il rapporto tra base e altezza corrisponde a quello caratteristico delle più note strutture dei faraoni. Un'altezza di 45 metri circa con una base di 72 metri di lato. Tutto sommato un po' meno elevate di quelle egizie della piana di Giza, basti pensare che la piramide di Cheope (la più grande del mondo) è alta 147 metri e larga 233.

Ma qual è il significato di questi monumenti? E della loro collocazione, che sembrerebbe tutt'altro che casuale? A quando risalirebbero? Per il momento si possono fare solo delle ipotesi, sebbene verosimili. Le piramidi originariamente furono elevate sopra la superficie terrestre e sarebbero finite sotto accumuli di terreno in seguito a processi naturali.

Secondo Gokh i monumenti sarebbero da attribuire a una civiltà contemporanea a quella egizia, che abitava nel Mediterraneo orientale. Ma per ogni altra conferma bisognerà attendere il risultato dei prossimi scavi. Confermeranno oppure no la presenza di tutte le altre 36 costruzioni, che per ora appaiono solo da scansioni e calcoli scientifici? Scetticismi a parte, il mistero si accinge ad avere presto una risposta.


LA LUNA NACQUE DA UNO SCONTRO


Una colossale collisione catastrofica avvenuta circa 4,5 miliardi di anni fa, durante la quale un pianeta grande quasi quanto Marte colpì la Terra che in quel periodo era ancora in formazione, determinò la nascita del nostro satellite.
Questa è l'ipotesi più plausibile e logica elaborata dagli astronomi e descritta su Nature.
A ricostruire l'impatto che ha originato il nostro satellite sono stati Robin Canup ed Erik Aspaugh; due ricercatori molto noti che sono riusciti ad ottenere la prima simulazione tridimensionale degli effetti termodinamici del probabile impatto da cui è nata la Luna, ed a calcolare inoltre l'influenza della gravità.
Per la prima volta, dunque, sono risolti i problemi inerenti ai dati che si riferiscono alle attuali orbite di Terra e Luna, conciliandole con quelle che corrispondono a quelle relative al cataclisma.
Infatti i precedenti modelli teorici sull'origine della Luna elaborati in passato ricostruivano uno scenario in cui il pianeta entrato in collisione con la Terra era molto più grande, mentre il nostro pianeta si trovava nello stadio di formazione finale, ma ciò comportava delle disuguaglianze riguardo i calcoli orbitali ed i gradienti evolutivi del nostro pianeta e del suo satellite.


UN SEGNALE DAL PASSATO


Il telescopio spaziale Hubble ha infranto un altro record astronomico, localizzando la più antica supernova mai osservata.
Gli astronomi che utilizzano Hubble hanno potuto individuare l'esplosione di una stella o supernova risultata essere la più antica e distante mai osservata e situata in una pallida galassia ellitica.
Questa stella morente offre nuove ed interessanti prospettive per quanto riguarda la storia dell'universo: infatti con questa scoperta gli astronomi hanno potuto convalidare l'ipotesi che una misteriosa forza repulsiva sta allontanando sempre di più le galassie, mostrando così un universo in espansione maggiore rispetto a quello del passato.
Inoltre si è accertato che la materia ordinaria, cioè quella barionica che compone le stelle ed i pianeti è inferiore al 5 per cento di quella totale che compone l'universo.

18.02.2002 ------------------------------------------------------

IL Maschio Italiano a letto è un disastro? Questo è un vero mistero??


Roma, 23 gen. (Adnkronos) - Non conoscono l'erezione e i tempi dell'amore, pensano di avere il pene troppo piccolo e fanno sesso come se fosse uno sport. Tanto che, se una 'prestazione' non riesce, entra in crisi tutto il 'sistema'. ''Insomma, i maschi italiani sono degli 'ignoranti' a letto - denuncia Vincenzo Mirone, presidente della Societa' italiana di andrologia - soprattutto i giovani. Mentre le donne sono piu' preparate, anche se a volte troppo aggressive. Colpa della mancanza di cultura della sessualita', di paura e imbarazzo, che fanno si' che su 10 uomini con un disturbo, solo uno si curi''. Proprio per colmare questo vuoto nasce oggi ufficialmente Albes, ''un'alleanza a sette per il benessere e la salute sessuale, forte del contribuito di associazioni di medici e pazienti, convinti che - spiega Mirone in conferenza stampa a Roma - la sessualita' non sia un lusso, ma un diritto''.
Primo obiettivo, promuovere cultura e informazione sulla sessualita', soprattutto per 'lui'. ''Non a caso - prosegue Mirone - un uomo impiega 2 anni a capire di avere un problema e a rivolgersi ad uno specialista, mentre una donna lo fa in appena 2 settimane''. E solo la disfunzione erettile conta 3 milioni di 'vittime', di cui solo 450.000 in cura. Fra gli aspetti che mettono in crisi il latin lover, ''anche il fatto di non saper riconoscere un'eiaculazione precoce. Spesso, poi - assicura l'andrologo - i giovani arrivano al matrimonio senza sapere se sono fertili, perche' non hanno mai fatto uno spermiogramma. E troppi - aggiunge - vivono un sesso 'palestrato', totalmente slegato dalla sessualita', in cui il rapporto e' visto come un mero esercizio fisico''.
Donne prime della classe dunque. ''Sono molto piu' sicure e preparate - conferma Mirone - e questo grazie al dialogo con le madri e al rapporto con il ginecologo. Fin da adolescenti iniziano a rivolgersi a questo specialista e la loro salute sessuale e' seguita molto piu' di quella maschile. Una sicurezza, pero' che puo' comportare per le giovanissime un eccesso di aggressivita'''. Per conciliare le esigenze di entrambi i partner, ''occorre istituire dei Dipartimenti per la salute sessuale della coppia, in cui andrologo e ginecologo - dice il medico - possano esaminare e trattare i problemi a 160 gradi''.
L'istituzione dei Dipartimenti e' uno degli obiettivi di Albes, che vede riunite le societa' di andrologi e urologi italiani (Sia e Siu), insieme alle principali associazioni di pazienti (Aism, Conacuore, Faip, Fand e Finco), per i quali i disturbi sessuali sono sintomo di una patologia. La loro alleanza prevede anche la promozione di campagne di informazione e formazione, perche' tutti i cittadini italiani, malati o sani, abbiano parita' di accesso alle conoscenze e al trattamento delle patologie della sfera sessuale. ''Vogliamo creare un filo conduttore tra urologi, andrologi, pazienti e organi istituzionali, in modo che la salute sessuale - conclude Mirone - sia garantita da una legislazione al passo coi tempi''.


UNA CASA PER IL FARAONE


Sarà un progetto faraonico come si conviene per la terra lambita da millenni dalle dorate sponde del Nilo.
Il Ministro egiziano della cultura ha deciso di lanciare una sfida senza precedenti e di bandire un concorso internazionale d'Architettura, sotto l'alto patronato dell'Unesco per la costruzione di un nuovo Museo. Sorgerà su di una superficie di 50 ettari e costerà circa 400 milioni di euro. A conti fatti dovrebbe competere in dimensioni con la celebre piramide di Cheope. Quando sarà pronto il nuovo spazio espositivo dovrà ospitare tutta la collezione conservata nell'attuale Museo Egizio. Naturalmente tra i pezzi più preziosi ci sarà l'intero tesoro della tomba di Tutankhamon.


L'INDIO DI GHIACCIO


Uno studio dell'Università di Minas Gerais, condotto sul cromosoma Y nella popolazione di 18 differenti popolazioni, in Argentina, Brasile, Ecuador, Paraguay e Perù, sembra dimostrare l'origine siberiana degli abitanti del continente americano.
I popoli che avrebbero dato il via alla colonizzazione dell'America, con l'attraversamento dello stretto di Bering verso l'Alaska all'epoca delle glaciazioni, sarebbero le tribù nomadi Kati e Altai. Scopo della ricerca doveva essere l'individuazione delle differenze genetiche tra i nativi sudamericani, i quali risultano invece appartenere al medesimo ceppo.

IL SIGNORE DEGLI ANELLI

Lo sapevate che gli scenari e i paesaggi straordinari nei quali si svolgono le avventure dei personaggi del film " Il Signore degli Anelli" non sono stati creati artificialmente dalle tecnologie cinematografiche ma esisono davvero? Sono i monti, i laghi e le immense distese di prati verdi dell'antica terra dei Maori!
E' proprio la " Terra della Nuvola bianca" come è chiamata la Nuova Zelanda nell'antico linguaggio Maori e Peter Jackson, il regista della triologia cinematografica tratta dai romanzi di Tolkien, non ha mai avuto dubbi: la saga poteva essere ambientata solo tra gli orizzonti infiniti, i laghi cristallini e le creste maestose del suo paese, una nazione d'isole nell'estremo sud-ovest dell'Oceano Pacifico, 270 mila chilometri ricoperti per tre quarti da verde incontaminato! Amici miei un vero Paradiso Terrestre!!!
Sono certa che se avessi la fortuna di visitare la foresta Tararuam incontrerei, nel suo parco immenso,ricco di torrenti montani e foreste vergini, i miei amici Elfi e con loro potrei immergermi nel mondo fatato delle Favole che....alla fine potrebbe anche essere quella realtà ancora a noi sconosciuta.....
Che fate.....mi fate compagnia in questo viaggio alla scoperta della Magia???


PIER GIORGIOO PEROTTO: Inventore del pc


E' morto il padre dei pc
L'ing. Perotto lavorava in Olivetti
Pochi sanno che l'inventore del pc non è Bill Gates, né un laboratorio oscuro e impenetrabile della Ibm. L'inventore del personal computer è italiano ed è morto a Genova all' eta' di 71 anni. Si chiamava Pier Giorgio Perotto, ingegnere dell' Olivetti, che nel 1965 invento' una macchina chiamata "programma 101",nonna degli odierni MacIntosh e "Ibm compatibili" e la "cartolina magnetica", antesignana del floppy disc. Nel 1991 ricevette per questo il premio Leonardo Da Vinci del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.
Nato a Torino il 24 dicembre 1930, l' ing. Perotto e' stato il fondatore ed il presidente della Elea e, dal 1967 al 1978, il direttore generale dei progetti e delle ricerche della Olivetti, ruolo nel quale fu protagonista della grande trasformazione della societa' di Ivrea da azienda meccanica in azienda elettronica e di sistemi. Attualmente era presidente di Finsa consulting e vicepresidente di Sogea. Docente al Politecnico di Torino, la sua carriera era cominciata in Fiat.
Da diversi anni si era trasferito a Ruta di Camogli (Genova). Ammalato di tumore, e' morto nell' ospedale San Martino di Genova. Lascia due figli, entrambi ingegneri, e la moglie. I funerali saranno celebrati venerdi' mattina nella cappella dell' ospedale San Martino. Una seconda cerimonia sara' tenuta a Cavaglia' (Vercelli), nel cui cimitero sara' tumulata la salma.
La sua "Programma 101" si vendette, "praticamente da sola" ricordava l' ing. Perotto, in 40 mila esemplari. L' Olivetti nel 1964 aveva abbandonato l' elettronica e non era organizzata per una vasta rete commerciale. La Hewlett Packard pago' quasi un milione di dollari per aver messo in vendita alcuni anni piu' tardi un prodotto che violava alcuni brevetti della "101".
"Sognavo una macchina amichevole alla quale delegare quelle operazioni che sono causa di fatica mentale e di errori - racconto' l' ing. Perotto l' agosto scorso in un' intervista al Corriere della Sera - una macchina che sapesse imparare e poi eseguire docilmente, che immagazzinasse dati e istruzioni semplici e intuitive, il cui uso fosse alla portata di tutti, che costasse poco e fosse delle dimensioni degli altri prodotti per ufficio ai quali la gente era abituata. Dovevo creare un linguaggio nuovo, che non avesse bisogno dell' interprete in camice bianco".
A quei tempi i primi calcolatori occupavano intere stanze ed avevano un linguaggio macchina estremamente complicato. All' altro estremo c'erano le calcolatrici da tavolo, ancora meccaniche. L' ing. Perotto ed i suoi collaboratori usarono transistor per la nuova macchina (i circuiti integrati non erano ancora nati) e inventarono un linguaggio molto semplice, una sorta di Basic con solo sedici istruzioni.
"Per l' ingresso e l' uscita dei dati - ricordo' ancora l' ing. Perotto - pensai ad una cartolina magnetica che poteva fungere anche come memoria permanente o archivio. E' stata il prototipo degli attuali floppy disc. La scheda consentiva la costruzione di biblioteche e programmi". Perotto conservava con una punta di orgoglio i ritagli del New York Times e del Wall Street Journal che titolarono nel 1965: "Il primo computer da tavolo del mondo", "Un computer sulla scrivania. Noi potremo vedere un computer in ogni ufficio anche prima che ci siano due automobili in garage".
"Negli ultimi tempi - ricorda il figlio Pierpaolo - mio padre si era dedicato a conferenze ed alla stesura di libri nei quali continuava a sostenere che bisognava spingere la capacita' innovativa dei ricercatori italiani. Pochi sanno, infatti, che l'inventore del PC, oggi l'indispensabile strumento di lavoro per tutti, e' stato un italiano. Mio padre raccontava la storia italiana dell'elettronica che purtroppo, dopo la morte di Adriano Olivetti, fu ritenuta solo un sogno troppo costoso".


IL POLPO MANDRAKE


Molti animali sono buoni imitatori: usano cioè come tecnica per sfuggire ai predatori o per attirare la preda l'imitazione di altri animali o vegetali.
Nessun animale, fino ad ora, si era mostrato capace di esibirsi in più di una imitazione; oggi ne esiste uno ed è il Polpo!
Secondo una Ricerca pubblicata dallo studioso americano Mark Norman sulla Rivista scientifica " Proceeding of the royal Society" l'animale battezzato" Polpo mimo" è capace di esibirsi in almeno cinque imitazioni a seconda delle circostanze: quella di una sogliola, di un serpente di mare, di un pesce cobra, di un anemone di mare e perfino di una medusa.
Insomma un vero e proprio attore! Pensate che se viene attaccato da un pesce " donzella" il polpo si trasforma in un serpente di mare, che è un predatore della donzella, per metterlo in fuga!
La cosa più interessante che non si limita a prendere la forma dei pesci che imita ma, addirittura, ne assume i movimenti, diventandone un vero e proprio clone!

 

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