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RACCONTI MISTERIOSI


E' passeggiando tra le vie di Roma , tra i suoi vicoli silenziosi, tra le piazze mute della notte profonda che puoi sentire………… E' solo allora che Roma stessa non ti distrae, non ti inganna la mente con i suoi rumori e il suo frastuono. E' quello il momento in cui anche il romano distratto ritrova la sua magica città. Scanzonato ed ironico, irriverente e dissacratore scorda i suoi misteri, i suoi morti, i suoi spiriti. Roma bella dalle luci soffuse, con un po' di umidità e un filo di vento. Camminando immerso in privati pensieri puoi sentirti improvvisamente urtato da qualcosa che non riesci bene a vedere; può sembrarti di sentirti chiamare; puoi pensare di non essere solo. Roma è abituata ai suoi fantasmi. Quasi non se ne accorge. Forse ognuno ha il suo spirito privato e non ne parla. Eppure…… Eppure passando per Lungotevere Prati nei pressi della Chiesa dedicata al Sacro Cuore del Suffragio ,prestando attenzione, potresti ascoltare e sentire la voci delle anime del Purgatorio che notoriamente visitano quella Chiesa a richiedere preghiere e un umile aiuto. Sono tantissimi i segni del loro continuo passaggio che il parroco non si stanca mai di testimoniare. Si avverte in maniera quasi tangibile il singolare brivido di un contatto con entità che non appartengono al nostro ordine fisico, ma sembrano avere quasi materia. E' una scossa profonda e mistica quello che pervade, sottilmente inquietante. Ben più spaventoso potrebbe essere l'incontro con l'affascinante Costanza De Cupis . Di questa affascinante signora ci parlò Giorgio Vigolo ne "Le notti romane". Pare sia vissuta nel '600 e che avesse delle bellissime mani, così perfette e candide che erano divenute famose in tutta la città. Un artista del tempo le immortalò con un calco. Un veggente straniero, richiamato dalla fama di questa meraviglia della natura, appena di fronte alla scultura disse :"Se questa bella mano è di persona viva, corre pericolo di essere tagliata". Dopo tale profezia Costanza si rinchiuse in casa per paura di incidenti. Un giorno, però, mentre ricamava si punse. La ferita fece infezione e dovettero amputarle l'arto. Pare che per il dolore Costanza ne morì e da allora giri senza pace facendo quello che avrebbe dovuto fare prima di avere la cattiva idea di segregarsi dentro la sua abitazione. Chissà se nel suo peregrinare abbia mai incontrato la bella e sfortunata Beatrice Cenci ? La giovane nobildonna ebbe una vita disgraziatissima. Era figlia di Francesco Cenci uomo violento e prepotente. Questi per "vizio nefando" fu condannato a sborsare un'ammenda che lo portò a trasferirsi, per ridurre le spese, nel Castello della Petrella, preso in affitto dai Colonna. Qui visse i suoi ultimi anni con la seconda moglie Lucrezia e i figli, Giacomo, Beatrice e Bernardo. Come venne detto durante il processo, Francesco brutalizzava moglie e figli e tentò perfino di violentare Beatrice. I familiari tutti d'accordo decisero di porre fine alle sevizie. Giacomo si recò a Roma per procurarsi l'oppio e la radica rossa che servirono per narcotizzare il despota. Olimpio Calvetti , il castellano, e un sicario da lui assoldato, Marzio Catalano, vibrarono poi il colpo mortale. Il 9 Settembre 1598 entrarono nella stanza dell'uomo e lo finirono a martellate. Il cadavere venne fatto sparire, ma gli inquirenti non si convinsero e i congiurati vennero processati. Il Calvetti riuscì ad eclissarsi, ma solo alla polizia; Giacomo riuscì a trovarlo e a farlo tacere per sempre. Alla fine del processo solo Bernardo, perché giovanissimo, fu graziato, anche se venne costretto ad assistere all'esecuzione dei familiari. Lucrezia e Beatrice vennero decapitate e Giacomo percosso alla testa con un maglio fino alla morte. Ogni anno nell'annivesario della morte di Beatrice la Confraternita dei Vetturini fa dire una Messa nella cappella di San Tommaso. Quest'ultima si dice venne fatta costruire da Francesco stesso come ultima dimora per i figli che aveva deciso di togliere dal mondo. Tra i veri responsabili dell'eccidio della famiglia Cenci , Papa Clemente VII. Il pontefice sulle prime sembrava disposto a concedere la grazia quando gli venne notificata la notizia di un feroce matricidio compiuto dal principe di Santacroce. Da tale turpe crimine fu talmente indignato che scacciò dal suo cuore ogni forma di indulgenza. Altro personaggio che potrebbe fare lo stesso itinerario delle due gentildonne citate potrebbe essere la strega di Piazza Navona. La stessa che di notte è possibile sentire ridere mentre corre tutt'intorno le maestose fontane con il suo carretto rumoroso di sampietrini calpestati dagli zoccoli dei cavalli incalzati dalla frusta. Pare sia stata lei l'autrice della maledizione degli amanti che passeggiano per la piazza. "Un sortilegio ormai quasi famoso fu gettato in tempi lontani. E funziona ancora. Dovete sapere che chiunque faccia il giro andando verso destra ( cioè in senso antiorario) insieme a consorte, fidanzato, ganzo o amante, lo perderà inesorabilmente entro sei dì". Pare siano infinite le unioni sciolte da piazza Navona. Due curiosità : il sortilegio non funziona in senso orario, ma ,caso strano, nessuno tra i visitatori fa il giro nel senso non pericoloso. Sono ancora mille le storie su Roma e Piazza Navona; queste, però, sono altre emozioni che potremmo scambiarci un'altra volta, forse, chissà………

Maria Vittoria Pesce ( Roma)



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