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La chiesa di S. Maria d'Aracoeli
(la tomba di ARTU?)


La chiesa di S. Maria d'Aracoeli è situata sulla rocca capitolina.
Questa chiesa fu costruita nel VI secolo e subito rivesti' una notevole importanza nella vita religiosa del medioevo.
Nella chiesa e' presente una statua del Bambino Gesu', secondo la leggenda, il legno in cui fu scolpita proverrebbe da un ulivo dell'orto del Getsemani. La statua risale al VII secolo ed a Natale viene esposta in un presepe, così i bambini possono cantargli delle canzoni natalizie e consegnargli delle lettere. Gli viene attribuito il potere miracoloso di guarire i malati e di ridare vita ai morti.
Quando la statua del Bambino Gesù non viene esposta nel presepe, viene conservata nella cappella della sagrestia all'interno della chiesa.
La prima particolarita' che ci potrebbe far pensare ad una operazione sincretica, cioe' ad una sovrapposizione di culti ,e' che una leggenda vuole che la chiesa sorgesse su di un tempio pagano presistente dedicato a Giunone .
Comunque, al di là della leggenda, in prossimità della chiesa sorgeva l'Auguraculum, un'area sacra in cui avevano luogo cerimonie importantissime connesse alla carica regia e all'attività degli àuguri che traevano gli auspici interpretando il volo degli uccelli.
Secondo alcuni la chiesa sarebbe stata fondata per iniziativa di Sant'Elena, la madre dell'Imperatore Costantino, ma è molto più probabile che la chiesa sia stata costruita solo molto più tardi alla fine del VI secolo quando vi si insediò un monastero di rito greco. Il monastero passò poi all'ordine Benedettino e da questo, nel 1250, a quello Francescano.

Abbiamo visto fin'ora la semplice descrizione della chiesa, ma il sito e' importantissimo spratutto dal punto di vista del sincretismo religioso. Appena entriamo, nel mosaico della vetrata possiam notare le "3 api" , simbolo inconfondibile di Bernardo di Chiaravalle, autore della regola dell'ordine templare ,ordine, come sappiamo, nn tutto estraneo a siti precedentemente dedicati alla Grande Madre. L'intera chiesa e' costellata da tombe di nobili e guerrieri e su di esse notiamo strane simbologie.
Troviamo cosi' chiodi, strani rosari a 36 grani, croci templari e ancora la tomba di una nobildonna.
Niente di strano in questo se nn che verso le 14-14.30 ecco anche qui presente la caratteristica dei siti legati al culto della grande madre, un fascio di luce entra dal piccolo rosone ed illumina proprio la tomba della donna.In altri documenti abbiamo detto che questi strani fasci di luce che entrano da piccoli rosincini nn sono casuali, ma vanno ad indicare particolari punti, detti "nodi vibranti" dai quali scaturiscono energie telluriche.
In realta' nn penso che sia il nostro caso, infatti sappiamo che i nodi vibranti si attivano solo in particolari momenti dell'anno, soprattutto durante i solstizi, mentre qui il fenomeno luminoso e' presente ogni giorno, quasi a ricordare qualcosa, ad indicare qualcosa. Cerchiamo di capire cosa.
Basta cosi' farsi un giro nella chiesa e prestare un po' di attenzione per capire la verita', poco sotto la tomba della nobildonna troviamo un'altra lastra tombale, sembrerebbe piu' recente delle altre e di un particolare colore verde.
Osserviamola meglio, nella zona superiore troviamo i 3 gigli, simbolo mirabile di federico II e di chi segue le sue orme e nella parte inferiore un animale, un…ORSO!
Questo particolare animale ci riporta ai miti celtici ed alla figura di re Artu'.
Il culto dell' orso scaturisce , secondo miti celtici da una divinità femminile , in particolare dall' antico celtico Arta ( orsa ) sono derivati nomi di numerosi dei come per esempio La dea Artio (dea Orsa ) e il dio Artaios che , sarebbe identificato con mercurio.
Ma nn solo, infatti dal termine "orso" sarebbero derivati una discendenza di re-sacerdoti detti ARTU'!
Ci siamo occupati del mito di re artu'e della sua figura in un altro documento, in realta' avevamo provato come il termine artu', nato da un primo mitico re, fosse un titolo che veniva preso da tutti i suoi successori, un po' come il titolo di Cesare per i romani. Questi sovrani erano anche custodi dell'antico culto della Dea Madre e alle sue simbologie , come per esempio la cornucopia e quindi il Graal.Questo giustifica le varie discrepanze di tempo che vi sono su tale figura e molte altre problematiche che erano legate alla figura del mitico sovrano. Dunque di Artu' nn ne esisteva solo uno, ed ecco cosi' la nostra ipotesi
in un luogo cosi sacro alla dea madre,illuminato ogni giorno da un fascio di luce che segue la "divina sapientia"si trova la tomba, tra tante, di un cavaliere speciale, il cavaliere dell'orso, ARTH….un artu'!
Abbiamo cosi' trovato a Roma la tomba di uno degli ultimi Artu'?


BIBLIOGRAFIA

-IL SEGRETO DI FEDERICO II DI SVEVIA, L'ULTIMO FARAONE
V.Dell'Aere

 



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