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GENOVA

LA CHIESA DI SAN BARTOLOMEO DEGLI ARMENI

A Genova, nella Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni, dei Padri Barnabiti, vi è uno fra i più significativi documenti archeologici:" Il Volto Santo" di Gesù.
Secondo una tradizione che risale al terzo secolo, nel tempo in cui Gesù percorreva, predicando, la Palestina, la Sua fama di " guaritore miracoloso" giunse fino a Abgar, re di Edessa.
Questi, colpito dalla lebbra, si convinse che l'unica speranza di guarigione era riposta nella figura di Gesù.
Per questo mandò in Palestina degli ambasciatori per convincere " il guaritore" a recarsi in Siria presso di lui.
Di tale comitiva faceva parte Anania, un abile pittore che aveva ricevuto l'ordine di raffigurare il volto di Gesù, se questi si fosse rifiutato di recarsi ad Edessa.
Giunto in Palestina, Anenia ebbe la fortuna di incontrare il Salvatore sulle sponde del lago di Genezareth mentre predicava alla folla; ebbe così la possibilità di comunicare il desiderio del re Abgar ma Gesù rispose che non poteva lasciare il suo popolo e che solo la fede avrebbe potuto operare il miracolo della guarigione!
Anania, allora decise di pitturare il Volto di Gesù; ma dopo molti tentativi si rese conto che la cosa era veramente impossibile.
Gesù, allora, si avvicinò e dopo aver lavati il viso e le mani, accostò la tela al suo volto in modo che vi aderisse perfettamente e poi la restituì al pittore lasciando impressi i Suoi lineamenti.
Tornato in patria, Anania spiegò davanti a tutta la corte quella preziosa tela ed Abgar rimase come abbagliato dalla luce che quel volto emanava ed immediatamente guarì.
Il re allora si convertì al Cristianesimo ed all'ingresso della città di Edessa espose il Sacro Volto di Gesù.
Il culto continuò per tutto il periodo che Abgar regnò.
All'inizio del secondo secolo le cose cominciarono a cambiare, nel trono, infatti, salì un nipote del re, idolatrata ed anticristiano e quel volto fu sottratto al vilipendio dai fedeli che vi costruirono davanti un muro dopo aver lasciato all'interno anche una lanterna accesa.
Per quasi 400 anni il dipinto rimase nascosto finchè l'imperatore Costantino fece trionfare la religione cristiana anche in Siria.
Nel 1545, Cosroe, re di Persia, cinse d'assedio Edessa ed Eulaio Vescovo di questa città, rimosse la muratura e sollevata l'immagine verso gli assedianti supplicò Dio di disperderli.
Edessa fu, così, risparmiata e la fama miracolosa del Santo Volto si diffuse ampiamente.
L'immagine di Cristo rimase ad Edessa fino al 944, anno nel quale l'imperatore romano Lecapeno riuscì a riscattarlo dagli Arabi in cambio di prigionieri e di una cospicua somma di denaro.
Per molti secoli il Santo Volto rimase a Costantinopoli finchè nel 1362 Giovanni V paleologo lo donò al capitano genovese Leonardo Montalto il quale - divenuto doge di Genova - volle donare tale reliquia alla Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni.
Come altre immagini che la tradizione considera archetipiche, anche il Santo Volto di Genova presenta delle particolarità: al tatto, infatti, si presenta notevolmente liscia come un'immagine stampata e non lascia trapelare zone di pennello o zone di colore più marcato.
Una stranezza si rileva anche nella figura e cioè la tripartizione della barba del Volto di Gesù, cosa rarissima nella iconografia. Irene Achille alias Vespertilia


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