Ci
troviamo, ancora una volta, in un sabato afoso di prima
estate; una notte di novilunio, che ripropone alla memoria
immagini terrificanti di una scia di sangue senza fine.
Paolo Mainardi e Antonella Migliorini, rispettivamente
di 22 e 19 anni, si amano alla follia tanto da essere
considerati, da coloro che li frequentano, come inseparabili!
La notte fatidica per loro, decidono di passare alcuni
momenti insieme, lontano dagli sguardi curiosi, in una
piazzola sita in località Baccaiano, a due passi
dalla provinciale Via Nuova Virgilio.
La strada è abbastanza trafficata tanto da renderli
fiduciosi nella loro pur sempre prudenza.
Mentre sono fermi a parlare, passa vicino a loro una Seat
127 con a bordo una coppia di amici che li invita a stare
in guardia poiché esiste il pericolo che il Mostro
possa colpire ancora soprattutto in una notte così
buia ma i due giovani si sentono sicuri del posto così
trafficato.
Paolo ed Antonella, a differenza delle altre coppie, riescono
a portare a termine il loro rapporto e mentre si stanno
rivestendo, l'assassino balzato fuori dal nulla spara,
come sempre prima al ragazzo colpendolo in modo superficiale
alla spalla sinistra mentre il giovane, compresa la gravità
della situazione, sta mettendo in moto la macchina per
fuggire via.
Il Mostro, con una caparbietà che dimostrerà
in ogni delitto perpetrato, non si arrende! Continua a
sparare per raggiungere con un colpo preciso il cuore
di Antonella che muore all'istante.
La Seat parte a forte velocità, con il freno a
mano ancora inserito, raggiunge la strada ma non riesce
a fermarsi, finendo con le ruote posteriori nel fossato,
dall'altra parte della carreggiata; nell'urto si blocca
lo sportello di guida e Paolo terrorizzato si trova completamente
in balia dell'assassino che agisce ancora una volta con
una freddezza che ha dell'incredibile!
Si para, infatti, davanti alla macchina e mira, colpendoli,
i fari accesi per evitare che la loro luce gli illumini
il volto
.poi si avvicina lentamente al Mainardi
che colpisce alla nuca per scaricare tutto il caricatore
nel cadavere di Antonella.
A questo punto è costretto a fuggire senza poter
procedere ai soliti macabri riti sulla vittima di sesso
femminile.
La sua rabbia è totale, il suo odio verso colui
che ribellandosi gli ha impedito di portare a termine
l'opera è totale
..con un gesto estremo di
sfida stacca le chiavi dal quadro della Seat e le getta
lontano.
Queste chiavi, saranno ritrovate dagli inquirenti fra
i cespugli del luogo del delitto senza che nessuno comprenda
la potenzialità che contenevano per la risoluzione
dei casi del Mostro di Firenze
Questo reperto viene, infatti, passato di mano in mano,
inquinando in tale maniera delle impronte preziose, senza
che a qualcuno venga in mente di sigillarlo in una busta
chiusa per poterlo fare esaminare dagli esperti; e la
cosa, signori miei, mi sembra alquanto strana poiché
gli investigatori che indagavano al caso erano persone
intelligenti e professionalmente preparate
sono passati
gli anni ma, ancora, nessuno fornisce risposte esaurienti
per tutti gli errori commessi nel seguire le varie piste.
Il delitto viene scoperto quasi subito mentre Paolo è
ancora in vita; morirà alle ore otto di domenica
mattina senza aver mai ripreso conoscenza.
Gli inquirenti decidono di far credere che il giovane
prima di morire abbia rivelato alcuni particolari, legati
al misterioso assassino, al proprio padre.
E
..come da copione
.arriva la solita telefonata
da parte di una voce educata e senza inflessioni dialettali
che chiede al padre del ragazzo notizie relative a quanto
affermato dal moribondo e se, soprattutto, Paolo abbia
riconosciuto il proprio carnefice: chi era al telefono???
Come mai nessuno riesce a smascherare questo interlocutore
misterioso che riappare sempre in ogni delitto del Mostro?
In questo quinto delitto appare per la prima volta un
testimone oculare che dichiara di aver visto, un'ora e
mezza prima che venisse compiuto il delitto, avanzare,
direzione Baccaiano, una macchina, che procedeva lentamente
come se fosse in perlustrazione.
Sempre secondo questo testimone la macchina apparteneva
alla Polizia con una sola persona a bordo, vestita di
celeste chiaro, stesso colore della divisa dei poliziotti.
Testimonianza interessante ed inquietante nel contempo
che lascia spazio a molti interrogativi
malgrado
gli inquirenti dell'epoca preferirono lasciarla cadere
nel dimenticatoio.
Poniamo il caso che a bordo della macchina della Polizia
ci fosse stato il Mostro di Firenze, travestito da poliziotto,
questo renderebbe più facile comprendere la facilità
che ha sempre avuto nell'avvicinarsi alle auto ferme in
posti isolati, senza far insorgere timori da parte degli
occupanti.
Tuttavia, prendendo per vera tale testimonianza, dovremmo
chiederci in che modo il Mostro poteva entrare in possesso
di una macchina assegnata al Corpo di Polizia!
Come vedete intorno alla vicenda ed agli assassini perpetrati
da questo terribile Serial Killer ci sono dubbi ed interrogativi
mai risolti negli anni e che sinceramente danno molto
da pensare!!!
LAURA SCAFATI