Si era smarrito nella tormenta, su questo non aveva
alcun dubbio e sua moglie malata era rimasta in casa,
sola, al freddo, ad aspettare il suo ritorno. Si era
stato imprudente anche troppo, ma in casa era finita
la legna e lei aveva bisogno di stare al caldo, così
era uscito, aveva messo il giaccone pesante, preso
la ascia da boscaiolo e nonostante non si vedesse
a pochi passi si era avviato nel bianco e gelido turbinare.
Poco fuori di casa un tratto ghiacciato lo aveva tradito,
un lungo lento scivolare per il declivio e poi l'urto
contro un masso. Aveva perso i sensi, forse per poco
tempo ma sufficiente per far si che il cielo scurisse
ed ora non sapeva in che direzione era la casa, con
la notte il gelo sarebbe aumentato e di sicuro non
sarebbe arrivato al mattino, ma non era questa la
sua preoccupazione maggiore, bensì quella per la donna
che avrebbe atteso a lungo sino a morire anche lei
in quella casa sperduta ed ormai gelida. Cercò di
capire dai segni sulla neve da quale parte fosse scivolato,
ma il breve tempo di incoscienza e la tormenta rabbiosa
avevano già cancellato ogni traccia, aggirarsi freneticamente
come stava già facendo sarebbe servito solo a peggiorare
la situazione, oltretutto la notte si avvicinava rapidamente
ed il fioco luccichio delle stelle non l'avrebbe aiutato
di certo a ritrovare la strada di casa. Era scivolato
lungo un declivio, su questo non aveva dubbi ma non
gli era d'aiuto saperlo, era in una conca ed ogni
direzione era altrettanto buona, comunque si arrampicò
a fatica trascinando la gamba slogata, l'ascia l'aveva
persa da qualche parte ed adesso non poteva perdere
altro tempo prezioso a cercarla, doveva fare in fretta,
salire e cercare di orientarsi in qualche modo, poi
se fosse riuscito a tornare a casa avrebbe bruciato
un paio di sedie, forse un tavolo ma non avrebbe rischiato
di nuovo, quelle suppellettili avrebbe potuto rifarle
in primavera senza fatica, ora le avrebbe usate per
riscaldare la camera dove lei rabbrividiva per la
febbre. Se riusciva a tornare ma come? Dove trovare
la strada? I marinai si orientano con le stelle ma
lui era un boscaiolo non un marinaio, del mare sapeva
ben poco, anzi non l'aveva mai visto in tutta la sua
vita e le stelle stesse le aveva a volte guardate
senza curiosità quando a volte in estate si metteva
in veranda a fumare la pipa. Orientarsi con le stelle
era fuori discussione e del resto dove erano le stelle,
il cielo era grigio perlaceo e si intravedeva a fatica
nella neve fitta che turbinava attorno a lui. Non
sapeva pregare, o forse un tempo aveva saputo farlo
ma ormai erano passati tanti anni. Provò egualmente
rivolgendosi a qualcuno non importa chi. Non temeva
per se ma per la moglie. Lui aveva avuto una buona
vita, molto lavoro certo, ma aveva vissuto bene e
a contatto con la natura, godendo ad ogni primavera
il magico spettacolo del risveglio della vita nella
piccola valle dove abitava da anni. Forse non era
ancora ancora giunto per lui il momento di morire,
pur tuttavia avrebbe accettato l'inevitabile con rassegnato
coraggio, era stato imprudente ed ora pagava per la
fretta che lo aveva tradito facendolo scivolare nel
dirupo. Non accettava invece l'idea di essere lui
stesso causa della morte della moglie, febbricitante,
incapace di provvedere a se stessa, avrebbe atteso
a lungo e poi il gelo l'avrebbe sconfitta ed uccisa.
Pregò anche se non aveva nessuna speranza di essere
ascoltato nel mugghiare della tempesta e qualcosa
accade. Attraverso la bruma vide delle luci lontane
addensarsi, come un segnale, come un faro nella notte.
A fatica si diresse in quella direzione incespicando
più volte ma senza mai perdere la speranza. Scivolò
ancora ma continuò a rialzarsi e ad andare avanti
poi attraverso la neve che fioccava densa vide la
sorgente di luce che lo aveva attirato in quella direzione.
Un albero, ma un'albero strano, non di legno e foglie
ma formato da tante piccole luci, come stelle rapite
per un istante al cielo per formare un segnale che
lo riportasse a casa. E vicino infatti poteva scorgere
la sagoma della casa stessa, immersa nell'oscurità
con un piccolo guizzante bagliore alla finestra della
camera dove sua moglie attendeva il suo ritorno. Avanzò
con passo incerto, trepidante ma sorpreso per la strana
visione e man mano che si avvicinava a casa l'albero
di luci a poco a poco si dissolveva restituendo al
cielo le stelle che per pochi istanti era scese sulla
terra per giudare i suoi passi. Quando raggiunse il
viottolo di casa restava solo una piccola luce che
brillò con tenue chiarore fino a che non raggiunse
la porta poi anch'essa guizzando tornò al cielo. Ora
la casa ed i dintorni erano di nuovo immersi nell'oscurità
ma lui era al sicuro ancora sorpreso per il miracolo
che lo aveva salvato da una morte terribile. Entrò
in casa, subito senza perder tempo fece a pezzi due
sedie ed accese un bel fuoco nella stanza da letto,
poi vegliò tutta la notte in trepidante attesa. Il
mattino dopo lei stava meglio, era fuori pericolo,
la tormenta era cessata nel corso della notte ed ora
poteva arrischiarsi ad uscire senza pericolo per far
legna. Lavorò tutta la mattinata, riempiendo la legnaia
di grossi ceppi in modo da non dover nuovamente correre
il rischio del giorno prima, poi prima di tornare
a casa notò un'alberello e rapito da una bizzarra
idea lo tagliò e lo trascinò sino a casa. Non sapeva
nemmeno lui cosa stava facendo ma seguì il suo impulso,
lo portò a casa e lo pose in un angolo della stanza
dove la moglie ancora giaceva sofferente a letto,
era sfebbrata ma debole e lui sotto lo sguardo incuriosito
di lei addobbò quell'albero con piccole candele e
piccoli oggetti luccicanti, alla fine guardò la sua
opera, di certo non vi erano stelle ad illuminarlo
eppure aveva ricreato quella piccola magia che lo
aveva riportato a casa dando vita ad un qualcosa di
nuovo e poetico al tempo stesso. Aveva creato il primo
albero di natale.
DUCA LUCIFERO