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Dissertazioni in merito alla figura terrena di Gesù Cristo

Vorrei invitare il lettore,- per rendere di più semplice consultazione l'argomento che vado a trattare - a leggere la parte concernente " il Vangelo Apocrifo di Tommaso, già pubblicato in questa stessa categoria.
Nella tematica precedente, venivano poste, alcune domande relative alla mancata conoscenza, da parte della gran massa dei cristiani, dei fatti storici e documentabili relativi alla figura di Gesù Cristo.
Sia chiaro che se è pur vero che mi occupo di tale argomento non ho, tuttavia, nessun desiderio di voler mettere in discussione la fede e, tantomeno, le convinzioni personali di nessuno; il mio unico desiderio è quello di occuparmi del Cristo, che ha realmente percorso le sabbie della Palestina duemila anni fa; mi voglio solo occupare - in breve - del Gesù della Storia anche se per fare ciò bisogna spogliarsi di ogni preconcetto ed essere pronti ad esaminare i fatti storici del tutto spassionatamente.
Come ben sappiamo, infatti, i Vangeli, sono documenti riportati in maniera semplice, ritraggono un mondo idilliaco ; non dobbiamo dimenticarci, invece, che la Palestina - all'inizio dell'era cristiana - non era propriamente un " regno da fiaba!"
Al contrario era un luogo reale, popolato da veri individui; soggetto ad un complesso di fattori sociali, psicologici, politici, economici e culturali spesso in contrasto tra loro.
Un mondo nel quale venivano stipulati accordi in segreto ed interessi occulti si contendevano il potere.
I Vangeli, trasmettono ben poco o nulla di tutto questo ed il motivo è facilmente comprensibile: gli evangelisti ed i loro lettori vivevano ancora in quel contesto storico; al pari di Gesù e dei suoi discepoli, erano sudditi dell'Impero romano, le cui istituzioni erano loro note e con i cui rappresentanti avevano a che fare giorno dopo giorno.
Dal 63 a.C. Israele, infatti, era diventato provincia dell'Impero romano ed il trono del Paese era occupato da Erode un re - marionetta - considerato un perfido usurpatore.
Erode, che all'epoca regnava sulla Palestina, senza neppure essere ebreo per nascita, essendo nato in Idumea, regione a sud largamente deserta e non giudaica,
cercò di legittimarsi sposando una principessa giudaica e per ingraziarsi la popolazione, ricostruì il Tempio di Gerusalemme su una scala senza precedenti.
Questi gesti non riuscirono, tuttavia, a sanzionare la sua autorità e questo incoraggiò una sua naturale predisposizione alla tirannia ed agli eccessi.
Nella Palestina, del tempo di Gesù, si era diffuso il desiderio di un leader spirituale che riportasse la Nazione a Dio, che effettuasse una riconciliazione con il divino.
Questo " capo" spirituale, quando fosse apparso, sarebbe stato il re legittimo: il " Messia".
Noi cristiani siamo sempre stati abituati a considerare il ruolo del Messia come avulso dalla politica, come una figura esclusivamente spirituale, tuttavia, gli studi biblici degli ultimi anni hanno reso sempre più insostenibile questa interpretazione.
Il giudaismo dell'epoca non faceva, infatti, distinzioni tra politica e religione o per meglio dire: nella misura in cui la sua funzione religiosa comprendeva la liberazione del popolo dalla schiavitù, il suo ruolo spirituale era anche politico.

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