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Un parametro della critica è l'amministrazione
provinciale romana in generale e l'amministrazione della provincia
della Giudea in particolare, della quale ci informa Giuseppe
Flavio nella Guerra giudaica ( Bellum Iudaicum BI) e nell'Antichità
giudaiche ( antiquates Iudaicae, AI).
Questo scrittore ci dà inoltre un quadro della personalità
e del modo di amministrare di Ponzio Pilato che va rapportato
all'immagine di lui e del suo modo di condurre il processo
che danno gli evangelisti.
A questo punto, a noi semplici spettatori di un lontanissimo
passato. sorge spontanea una domanda: fino a che punto i discepoli
di Gesù erano informati sulle sue ultime ore?
Un buon numero di testimoni era a conoscenza dei meri fatti
esterni: gli inviati dei pontefici e gli scribi, con i quali
Gesù aveva avuto screzi anche in passato, lo arrestarono
la sera di Pasqua, quindi il 14 nisan, nel giardino di Getsemani
e subito la mattina successiva, i pontefici lo consegnarono
legato al Governatore.
Quella stessa mattina, Pilato lo fece condurre al Golgota
dai suoi soldati, dove venne crocefisso: apparve evidente
che era stato flagellato.
Al processo la decisione sarebbe addirittura stata presa davanti
ad un vasto pubblico: i Vangeli concordano sul fatto che l'esito
del processo non fu determinato dal diritto, romano o ebraico
che fosse, bensì dal potere.
Resosi conto che l'accusa non reggeva, Pilato aveva deciso
di liberare Gesù ma nella successiva lotta di potere
era stato sconfitto dai pontefici che lo avevano messo sotto
pressione usando come argomento le moltitudini radunatesi
davanti al pretorio per chiedere l' amnistia tradizionalmente
concessa per Pasqua.
E' probabile che sull'udienza vera e propria nel pretorio
nessuno dei discepoli di Gesù e della cerchia più
vasta dei suoi seguaci avesse notizie di prima mano.
Lo stesso dicasi per il presunto interrogatorio nel sinedrio
che sarebbe avvenuto la sera stessa dell'arresto.
Su questa udienza preliminare Marco, Luca e Giovanni danno
infatti informazioni diverse.
Molti storici hanno sostenuto e con buone ragioni che le diverse
descrizioni sono state aggiunte dopo l'interrogatorio da parte
di Pilato.
E' infatti ragionevole pensare che solo in quella sede si
sarebbe potuto discutere l'insegnamento di Gesù.
Un interrogatorio su questioni di fede era inutile non fosse
altro perché i pontefici avevano sin dal principio
mirato ad una decisione politica.
La brutalità dell'arresto svelò subito a Gesù
le loro intenzioni " Siete venuti come contro un ladro
e un ribelle con spade e bastoni a catturarmi - Ogni giorno
ero presso di voi nel tempio a insegnare e non mi avete preso"
( Mc 14,48 - 49; Mt 26, 55; Lc 22, 52 - 53).
Queste due frasi, che rappresentano una reazione logica e
perciò credibile, furono le ultime che i discepoli
udirono dalle labbra di Gesù.
Poi fuggirono! Dalle circostanze dell'arresto potevano prevedere,
infatti, che davanti al prefetto i pontefici avrebbero accusato
il Cristo del delitto di lesa maestà; per i pontefici
era questo il modo più facile per sbarazzarsi di un
pericoloso avversario.
Segue>>
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