Nella ricostruzione dei delitti compiuti dal Mostro di
Firenze ho provato ad evidenziare alcuni elementi comuni
riscontrati nella lunga scia di sangue durata molti anni.
Ho provato a leggere tra "le righe", a cercare
l'ago nel pagliaio
.con quella curiosità che
mi deriva da una grande passione per quel genere di lettura
comunemente definito " giallo" senza dimenticare
mai che, quanto vedevo man mano districarsi sotto i miei
occhi, non era la trama di un nuovo poliziesco lanciato
sul mercato ma uno dei più grandi massacri effettuati,
da un uomo o più persone, su povere creature indifese.
Una realtà sconvolgente!
Mi sono posta molti interrogativi
..molti dubbi hanno
attraversato la mia mente
..lasciandomi dentro un'indignazione
senza limiti e un gran desiderio che giustizia sia, finalmente,
fatta!
Per lunghissimi anni, stuoli di investigatori e magistrati
hanno cercato inutilmente di dare un volto a questo maniaco
omicida, che agendo con una freddezza incredibile ha compiuto
nefandezze senza limiti; come conclusione di lunghi anni
di ricerca, ben sette mostri sanguinari sono stati gettati
in pasto all'opinione pubblica, sette errori giudiziari
.sette
persone usate come capri espiatori per tentare di mettere
la parola fine su di una vicenda, che - malgrado tutto
-ancora rimane aperta con tutti i suoi lati oscuri!
Come già detto durante la ricostruzione dei delitti,
il primo ad essere messo in prigione è stato Stefano
Mele; il marito di Barbara Locci, la donna uccisa nel
primo delitto del lontano 1968.
Un falso colpevole per un'inchiesta nata male e finita
ancora peggio.
Il Mele, pastore sardo mezzo analfabeta, sottoposto ad
interrogatori strettissimi, ben presto si autoaccusa del
delitto con prove veramente inaffidabili: addirittura
afferma di aver sparato dal finestrino posteriore contrastando
in pieno quanto rilevato dalla traiettoria dei proietti;
all'esame del guanto della paraffina risulta positivo
ma, in seguito, saranno gli stessi periti a confermare
che il test era poco attendibile.
In ogni caso, Stefano Mele viene condannato all'ergastolo
con sentenza passata in giudicato e quando il mostro,
nel 1974, colpirà nuovamente lui si trova in carcere
dove rimarrà per altri sette anni per poi finire
in una Casa di Riposo per ex detenuti.
L'unica colpa di Stefano Mele è stata quella di
essere un uomo con una personalità profondamente
instabile, succube di una specie di clan formato da sardi
trapiantati in Toscana, i quali usavano ed abusavano della
sua casa e spesso e volentieri della sua stessa moglie!
Nel corso della causa, il Mele accusa Francesco e Salvatore
Vinci di essere stati gli amanti di Barbara e di aver
agito con la loro complicità.
Tuttavia, nulla distoglie gli inquirenti dalla convinzione
della colpevolezza del Mele mentre il vero Mostro continua
indisturbato a vivere la propria vita ed a prepararsi
per altri massacri!
Dopo il Mele, è la volta di Enzo Spalletti, la
cui sola colpa è quella di essere un voyer! Ormai
è avvenuto il terzo omicidio del quale, probabilmente,
è stato spettatore poiché tornato a casa,
racconta alla propria moglie ed agli amici del Bar di
aver assistito a due omicidi terribili! Il tutto prima
ancora che i corpi degli sventurati fossero scoperti.
Enzo Spalletti viene arrestato il 17 giugno per poi essere
liberato il 23 ottobre! Sicuramente è a conoscenza
di molte cose ma fin da quel momento non parlerà
mai, né confesserà di aver visto il Mostro
in azione. La cosa che risulta molto strana a chiunque
abbia seguito il processo a Piacciani, è il fatto
che lo Spalletti non venga mai citato e neppure chiamato
in causa una sola volta
.eh si che lui è sicuramente
un testimone oculare!
Nel 1982, i magistrati decidono di seguire la pista sarda
con l'arresto di Francesco Vinci contro il quale erano
stati raccolti alcuni indizi legati all'omicidio del 1974.
Il Vinci aveva avuto la sola colpa di trovarsi nelle vicinanze
del luogo dove avvenne il massacro! inoltre, risulta in
possesso di una Beretta calibro 22.
Il Vinci, verrà scarcerato nel 1983 e di lui non
si saprà più nulla fino all'agosto del 1993,
quando viene trovato il suo cadavere incaprettato dentro
un auto data alla fiamme nella pineta di Pisa.
Gli inquirenti sempre più in " panne"
continuano ad indagare mentre il Mostro fa parlare di
sè grazie a crimini sempre più efferati
che riesce a compiere impunemente!
Nel 1986, viene arrestato Salvatore Vinci, fratello di
Francesco noto alla polizia come un guardone, feticista
ed organizzatore di scambio di coppie; rimarrà
in carcere fino al 1989.
Piero Luigi Vigna, sostituto procuratore si occupa delle
indagini nel 1984 e per riuscire a comprendere meglio
la figura del Mostro di Firenze, chiede a tre illustri
professori: Francesco De Fazio, Salvatore Luberto e Ivan
Galliani, di effettuare una perizia criminologica per
comprendere il livello culturare e la psicopatologia dell'individuo
misterioso.
La perizia composta da quasi 200 pagine rivela che: i
delitti sono sempre e solo stati compiuti da una stessa
persona senza aiuto di complici; tale individuo, sicuramente
di sesso maschile, dovrebbe essere alto circa 185 centimetri,
destroide che nel corso degli anni ha sempre di più
migliorato le sue tecniche criminali; usa con la massima
precisione uno strumento da taglio a punta e denota una
buona esperienza nelle azioni da taglio senza che ciò
corrisponda necessariamente ad esperienza settaria o chirurgica.
Il mostro non agisce mai di impulso ma calcola ogni particolare
ed esegue con la massima lucidità le azioni che
lo portano ad uccidere e massacrare.
I tre periti deducono che l'omicida non è un malato
di mente malgrado sia affetto da varie psicopatologie
che appaiono attraverso le gesta compiute; egli compie
delitti a sfondo sessuale con caratteristiche feticiste
e sadiche.
Alcuni elementi fanno ipotizzare un soggetto a matrice
culturale non italiana con cultura derivata da quella
anglosassone di tipo protestante.
Sembrerebbe casuale la scelta delle vittime mentre studia
in maniera approfondita i luoghi dove compiere i delitti.
Sempre secondo l'identikit fornito dagli esperti, l'assassino
dovrebbe essere un uomo dotato di una sessualità
vissuta prevalentemente con molta fantasia; non si escludono
che sia stato protagonista di pratiche autolesive nel
corso di attività masturbatorie sadomasochistiche.
Quanto all'età, si colloca intorno ai 35 - 40 anni.
Per quanto concerne invece i rituali effettuati sul corpo
delle vittime di sesso femminile, i periti deducono che:
l'asportazione della mammella non dovrebbe avere un significato
specifico poiché rappresenta una delle mutilazioni
più diffuse nei delitti maniacali; mentre è
particolare l'asportazione del solo pube senza gli organi
genitali!
RIASSUNTO DELL'IDENTIKIT
Secondo il professor De Fazio, quindi, il mostro di Firenze
dovrebbe essere un uomo che nel 1985 aveva un'età
non superiore ai quaranta anni; alto circa un metro ed
85 centimetri; probabilmente di nascita o cultura anglosassone.
Compie i suoi delitti in perfetta solitudine usando in
modo perfetto sia la pistola come un coltello.
E' una persona estremamente lucida benchè abbia
problemi di sadomasochismo e feticismo.
Uccide le vittime come compiendo un rito ma ciò
che più gli interessa è uccidere senza cercare
il contatto fisico con le vittime.
Laura Scafati
IL
CASO PACCIANI
IL
NUOVO PROCESSO DI PACCIANI
SI
RIAPRONO LE INDAGINI SUL MOSTRO DI FIRENZE